Fiorire è il fine - chi passa un fiore con uno sguardo distratto stenterà a sospettare le circostanze coinvolte in quel luminoso fenomeno costruito in modo così intricato e poi offerto, come una farfalla al mezzogiorno
mercoledì 29 febbraio 2012
Frigorifero
Amore a prima vista
Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
E' bella una tale certezza
ma l'incertezza è più bella.
Non conoscendosi prima, credono
che un sentimento improvviso li unì.
E' bella una tale certezza
ma l'incertezza è più bella.
Non conoscendosi prima, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?
Vorrei chiedere loro
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?
Vorrei chiedere loro
se non ricordano -
una volta un faccia a faccia
forse in una porta girevole?
uno "scusi" nella ressa?
un "ha sbagliato numero" nella cornetta?
- ma conosco la risposta.
No, non ricordano.
Li stupirebbe molto sapere
una volta un faccia a faccia
forse in una porta girevole?
uno "scusi" nella ressa?
un "ha sbagliato numero" nella cornetta?
- ma conosco la risposta.
No, non ricordano.
Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio
il caso stava giocando con loro.
Non ancora del tutto pronto
il caso stava giocando con loro.
Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando un risolino
si scansava con un salto.
Vi furono segni, segnali,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando un risolino
si scansava con un salto.
Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o il martedì scorso
una fogliolina volò via
da una spalla all'altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell'infanzia?
Vi furono maniglie e campanelli
Forse tre anni fa
o il martedì scorso
una fogliolina volò via
da una spalla all'altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell'infanzia?
Vi furono maniglie e campanelli
in cui anzitempo
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.
Ogni inizio infatti
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.
Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.
(Wislawa Szymborska)
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.
(Wislawa Szymborska)
martedì 28 febbraio 2012
Black eyed dog
A black eyed dog he called at my door
The black eyed dog he called for more
A black eyed dog he knew my name
A black eyed dog he knew my name
A black eyed dog
A black eyed dog.
I'm growing old and I wanna go home
The black eyed dog he called for more
A black eyed dog he knew my name
A black eyed dog he knew my name
A black eyed dog
A black eyed dog.
I'm growing old and I wanna go home
I'm growing old and I don't wanna know
I'm growing old and I wanna go home.
A black eyed dog he called at my door
A black eyed dog he called for more...
(Nick Drake)
I'm growing old and I wanna go home.
A black eyed dog he called at my door
A black eyed dog he called for more...
(Nick Drake)
sabato 25 febbraio 2012
Ricordo bene il suo sguardo
Ricordo bene il suo sguardo.
Attraversa ancora la mia anima
come una scia di fuoco nella notte.
Ricordo bene il suo sguardo. Il resto…
Sì, il resto è solo una parvenza di vita.
Attraversa ancora la mia anima
come una scia di fuoco nella notte.
Ricordo bene il suo sguardo. Il resto…
Sì, il resto è solo una parvenza di vita.
Ieri ho passeggiato per le strade come una qualsiasi persona.
Ho guardato le vetrine spensieratamente
e non ho incontrato amici con i quali parlare.
D’improvviso mi sono sentito triste, mortalmente triste,
così triste che mi è parso di non poter
vivere un altro giorno ancora, e non perché potessi morire o uccidermi,
ma solo perché sarebbe stato impossibile vivere il giorno dopo e questo è tutto.
Ho guardato le vetrine spensieratamente
e non ho incontrato amici con i quali parlare.
D’improvviso mi sono sentito triste, mortalmente triste,
così triste che mi è parso di non poter
vivere un altro giorno ancora, e non perché potessi morire o uccidermi,
ma solo perché sarebbe stato impossibile vivere il giorno dopo e questo è tutto.
Fumo, sogno, adagiato sulla poltrona.
Mi duole vivere in una situazione di disagio.
Debbono esserci isole verso il sud delle cose
dove soffrire è qualcosa di più dolce,
dove vivere costa meno al pensiero,
e dove è possibile chiudere gli occhi e addormentarsi al sole
e svegliarsi senza dover pensare a responsabilità sociali
né al giorno del mese o della settimana che è oggi.
Mi duole vivere in una situazione di disagio.
Debbono esserci isole verso il sud delle cose
dove soffrire è qualcosa di più dolce,
dove vivere costa meno al pensiero,
e dove è possibile chiudere gli occhi e addormentarsi al sole
e svegliarsi senza dover pensare a responsabilità sociali
né al giorno del mese o della settimana che è oggi.
Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
a un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale
che accompagna col piede la melodia delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
a un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale
che accompagna col piede la melodia delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
(Fernando Pessoa)
Mi sveglio sempre in forma
È una fortuna vivere in questo mondo
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venerdì 24 febbraio 2012
Al mio cane
Ficcando il naso nero nel vetro,
il cane aspetta, aspetta sempre qualcuno.
Infilo la mano nel suo pelo,
il cane aspetta, aspetta sempre qualcuno.
Infilo la mano nel suo pelo,
io pure aspetto qualcuno.
Ricordi, cane, c'è stato un tempo
Ricordi, cane, c'è stato un tempo
quando una donna abitava qui.
E chi era essa per me?
E chi era essa per me?
Forse una sorella, una moglie forse,
e forse, talvolta, sembrava una figlia
e forse, talvolta, sembrava una figlia
a cui dovevo il mio aiuto.
Essa è lontana... Ti sei fatto zitto.
Essa è lontana... Ti sei fatto zitto.
Più non ci saranno altre donne qui.
Mio bravo cane, sei bravo in tutto,
Mio bravo cane, sei bravo in tutto,
ma che peccato che tu non possa bere!
(Evgenij Evtušenko)
(Evgenij Evtušenko)
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Evgenij Evtušenko
giovedì 23 febbraio 2012
Un'immagine della mia esistenza
martedì 21 febbraio 2012
Vorrei
Vorrei
Vorrei
nascere
in tutti i paesi,
perchè la terra stessa, come anguria,
compartisse per me
il suo segreto,
e essere tutti i pesci
in tutti gli oceani
e tutti i cani
nelle strade del mondo.
Non voglio inchinarmi
davanti a nessun dio,
la parte non voglio recitare
di un hippy ortodosso,
ma vorrei tuffarmi
in profondità del Bajkal
e sbuffando
riemergere
nel Mississippi.
Vorrei
nel mio mondo adorato e maledetto,
essere un misero cardo -
non un curato giacinto,
essere una qualsiasi creatura di dio
sia pure l’ultima jena rognosa,
ma in nessun caso un tiranno
e di un tiranno, nemmeno il gatto -
in nessun caso.
Vorrei essere uomo,
in qualsiasi personificazione:
anche torturato in un carcere del Guatemala,
o randagio nei tuguri di Honk Kong,
o scheletro vivente nel Bangladesh
o misero jurodivyj a Lhasa,
o negro a Capetown,
ma non personificazione della feccia.
Vorrei giacere,
sotto il bisturi di tutti i chirurghi del mondo,
essere gobbo, cieco,
provare ogni malattia, ferita, deformità,
raccogliere luride cicche -
purchè in me non s’insinui
il microbo ignobile della superiorità.
Non vorrei far parte dell’elite,
ma di certo neppure del gregge dei vigliacchi,
nè dei cani del gregge,
nè dei pastori che al gregge si conformano,
vorrei essere felicità,
ma non a spese degli infelici,
vorrei essere libertà,
ma non a spese di chi è asservito.
Vorrei amare
tutte le donne del mondo
e vorrei essere donna anch’io -
magari una volta soltanto…
Madre-natura,
l’uomo è stato da te defraudato.
Perchè non dargli
la maternità?
Se in lui, sotto il cuore, un figlio
si facesse sentire così
senza un perchè
certo l’uomo
non sarebbe tanto crudele.
Vorrei essere essenziale -
magari una tazza di riso
nelle mani di una vietnamita segnata dal pianto,
o una cipolla
nella brodaglia di un carcere di Haiti,
o un vino economico
in una trattoria di terz’ordine napoletana
e un tubetto, anche minuscolo, di formaggio
in orbita lunare:
che mi mangino pure
e mi bevano -
purchè nella mia morte
ci sia una utilità.
Vorrei appartenere a tutte le epoche,
far trasecolare la storia tanto
da stordirla
con la mia impudenza:
della gabbia di Pugacev segherei le sbarre
quale Gavroche introdottosi in Russia
condurrei Nefertiti
a Michajlovsloe, sulla trojka di Puskin.
Vorrei cento volte
prolungare la durata di un attimo:
per potere nello stesso istante
bere alcool con i pescatori della Lena,
baciare a Beirut,
danzare in Guinea, al suono del tam-tam,
scioperare alla Renault
correre dietro un pallone con i ragazzi di Copacabana,
vorrei essere onnilingue,
come le acque segrete del sottosuolo.
Fare di colpo tutte le professioni
e ottenere così che
un Evtusenko sia semplicemente poeta,
un altro, un militante clandestino spagnolo,
un terzo, uno studente di Barkeley
e un quarto, un cesellatore di Tbilisi.
Un quinto – scuoterebbe soltanto il sonaglio di una carrozza
e il decimo…
il centesimo…
il milionesimo…
Poco per me essere me stesso-
tutti, fatemi essere!
E per ciascun essere,
in coppia,
come si usa.
Ma dio,
lesinando la carta carbone
mi ha prodotto in un solo esemplare
nel suo bogizdat.
Ma a dio confonderò le carte.
Lo raggirerò!
Avrò mille facce
fino all’ultimo giorno,
affinchè la terra rimbombi per causa mia
e i computers impazziscano
per il mio universale censimento.
Vorrei, umanità,
lottare su tutte le tue barricate,
stringermi ai Pirenei,
coprirmi di sabbia attraverso il Sahara
e accettare la fede
della grande fratellanza umana
e fare proprio
il volto di tutta l’umanità.
E quando morirò -
sensazionale Villon siberiano -
non deponetemi
in terra inglese
o italiana -
ma nella nostra terra russa,
su quella verde,
serena collina,
dove per la prima volta
io
mi sono sentito tutti.
(Evgenij Evtušenko; 1972)
Vorrei
nascere
in tutti i paesi,
perchè la terra stessa, come anguria,
compartisse per me
il suo segreto,
e essere tutti i pesci
in tutti gli oceani
e tutti i cani
nelle strade del mondo.
Non voglio inchinarmi
davanti a nessun dio,
la parte non voglio recitare
di un hippy ortodosso,
ma vorrei tuffarmi
in profondità del Bajkal
e sbuffando
riemergere
nel Mississippi.
Vorrei
nel mio mondo adorato e maledetto,
essere un misero cardo -
non un curato giacinto,
essere una qualsiasi creatura di dio
sia pure l’ultima jena rognosa,
ma in nessun caso un tiranno
e di un tiranno, nemmeno il gatto -
in nessun caso.
Vorrei essere uomo,
in qualsiasi personificazione:
anche torturato in un carcere del Guatemala,
o randagio nei tuguri di Honk Kong,
o scheletro vivente nel Bangladesh
o misero jurodivyj a Lhasa,
o negro a Capetown,
ma non personificazione della feccia.
Vorrei giacere,
sotto il bisturi di tutti i chirurghi del mondo,
essere gobbo, cieco,
provare ogni malattia, ferita, deformità,
raccogliere luride cicche -
purchè in me non s’insinui
il microbo ignobile della superiorità.
Non vorrei far parte dell’elite,
ma di certo neppure del gregge dei vigliacchi,
nè dei cani del gregge,
nè dei pastori che al gregge si conformano,
vorrei essere felicità,
ma non a spese degli infelici,
vorrei essere libertà,
ma non a spese di chi è asservito.
Vorrei amare
tutte le donne del mondo
e vorrei essere donna anch’io -
magari una volta soltanto…
Madre-natura,
l’uomo è stato da te defraudato.
Perchè non dargli
la maternità?
Se in lui, sotto il cuore, un figlio
si facesse sentire così
senza un perchè
certo l’uomo
non sarebbe tanto crudele.
Vorrei essere essenziale -
magari una tazza di riso
nelle mani di una vietnamita segnata dal pianto,
o una cipolla
nella brodaglia di un carcere di Haiti,
o un vino economico
in una trattoria di terz’ordine napoletana
e un tubetto, anche minuscolo, di formaggio
in orbita lunare:
che mi mangino pure
e mi bevano -
purchè nella mia morte
ci sia una utilità.
Vorrei appartenere a tutte le epoche,
far trasecolare la storia tanto
da stordirla
con la mia impudenza:
della gabbia di Pugacev segherei le sbarre
quale Gavroche introdottosi in Russia
condurrei Nefertiti
a Michajlovsloe, sulla trojka di Puskin.
Vorrei cento volte
prolungare la durata di un attimo:
per potere nello stesso istante
bere alcool con i pescatori della Lena,
baciare a Beirut,
danzare in Guinea, al suono del tam-tam,
scioperare alla Renault
correre dietro un pallone con i ragazzi di Copacabana,
vorrei essere onnilingue,
come le acque segrete del sottosuolo.
Fare di colpo tutte le professioni
e ottenere così che
un Evtusenko sia semplicemente poeta,
un altro, un militante clandestino spagnolo,
un terzo, uno studente di Barkeley
e un quarto, un cesellatore di Tbilisi.
Un quinto – scuoterebbe soltanto il sonaglio di una carrozza
e il decimo…
il centesimo…
il milionesimo…
Poco per me essere me stesso-
tutti, fatemi essere!
E per ciascun essere,
in coppia,
come si usa.
Ma dio,
lesinando la carta carbone
mi ha prodotto in un solo esemplare
nel suo bogizdat.
Ma a dio confonderò le carte.
Lo raggirerò!
Avrò mille facce
fino all’ultimo giorno,
affinchè la terra rimbombi per causa mia
e i computers impazziscano
per il mio universale censimento.
Vorrei, umanità,
lottare su tutte le tue barricate,
stringermi ai Pirenei,
coprirmi di sabbia attraverso il Sahara
e accettare la fede
della grande fratellanza umana
e fare proprio
il volto di tutta l’umanità.
E quando morirò -
sensazionale Villon siberiano -
non deponetemi
in terra inglese
o italiana -
ma nella nostra terra russa,
su quella verde,
serena collina,
dove per la prima volta
io
mi sono sentito tutti.
(Evgenij Evtušenko; 1972)
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lunedì 20 febbraio 2012
Ti voglio nel mio paradiso
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Sensazione
Nelle azzurre sere d'estate, andrò per i sentieri,
punzecchiato dal grano, a pestar l'erba tenera:
trasognato sentirò la frescura sotto i piedi
e lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.
Io non parlerò, non penserò più a nulla:
trasognato sentirò la frescura sotto i piedi
e lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.
Io non parlerò, non penserò più a nulla:
ma l'amore infinito mi salirà nell'anima,
e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro,
nella Natura, felice, come con una donna.
-----
Par les soirs bleus d'été, j'irai dans les sentiers
e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro,
nella Natura, felice, come con una donna.
-----
Par les soirs bleus d'été, j'irai dans les sentiers
Picoté par les blés, fouler l'herbe menue:
Rêveur, j'en sentirai la fraîcheur à mes pieds.
Je laisserai le vent baigner ma tête nue.
Je ne parlerai pas, je ne penserai rien:
Rêveur, j'en sentirai la fraîcheur à mes pieds.
Je laisserai le vent baigner ma tête nue.
Je ne parlerai pas, je ne penserai rien:
Mais l'amour infini me montera dans l'âme,
Et j'irai loin, bien loin, comme un bohémien,
Par la nature, - heureux comme avec une femme.
(Arthur Rimbaud)
Et j'irai loin, bien loin, comme un bohémien,
Par la nature, - heureux comme avec une femme.
(Arthur Rimbaud)
Piove
senza tonfi
di motorette o strilli
di bambini.
Piove
Piove
da un cielo che non ha
nuvole.
Piove
sul nulla che si fa
in queste ore di sciopero
generale.
Piove
nuvole.
Piove
sul nulla che si fa
in queste ore di sciopero
generale.
Piove
sulla tua tomba
a San Felice
a Ema
e la terra non trema
perché non c'è terremoto
né guerra.
Piove
a San Felice
a Ema
e la terra non trema
perché non c'è terremoto
né guerra.
Piove
non sulla favola bella
di lontane stagioni,
ma sulla cartella
esattoriale,
piove sugli ossi di seppia,
e sulla greppia nazionale.
Piove
di lontane stagioni,
ma sulla cartella
esattoriale,
piove sugli ossi di seppia,
e sulla greppia nazionale.
Piove
sulla Gazzetta Ufficiale
qui dal balcone aperto,
piove sul Parlamento,
piove su via Solferino,
piove senza che il vento
smuova le carte.
Piove
qui dal balcone aperto,
piove sul Parlamento,
piove su via Solferino,
piove senza che il vento
smuova le carte.
Piove
in assenza di Ermione
se Dio vuole,
piove perché l'assenza
è universale
e se la terra non trema
è perché Arcetri a lei
non l'ha ordinato.
Piove sui nuovi epistèmi
se Dio vuole,
piove perché l'assenza
è universale
e se la terra non trema
è perché Arcetri a lei
non l'ha ordinato.
Piove sui nuovi epistèmi
del primate a due piedi,
sull'uomo indiato, sul cielo,
ottimizzato, sul ceffo
dei teologi in tuta
o paludati,
piove sul progresso
della contestazione,
piove sui works in regress,
piove
sui cipressi malati
del cimitero, sgocciola
sulla pubblica opinione.
Piove, ma dove appari
non è acqua né atmosfera,
piove perché se non sei
è solo la mancanza
e può affogare.
(Eugenio Montale)
sull'uomo indiato, sul cielo,
ottimizzato, sul ceffo
dei teologi in tuta
o paludati,
piove sul progresso
della contestazione,
piove sui works in regress,
piove
sui cipressi malati
del cimitero, sgocciola
sulla pubblica opinione.
Piove, ma dove appari
non è acqua né atmosfera,
piove perché se non sei
è solo la mancanza
e può affogare.
(Eugenio Montale)
domenica 19 febbraio 2012
Poesia
sabato 18 febbraio 2012
A Gala
Sono una donna
Sono una Donna,
nessuno può immaginare
quel che dico quando me ne sto in silenzio
chi vedo quando chiudo gli occhi
come vengo sospinta quando vengo sospinta
cosa cerco quando lascio libere le mie mani.
Nessuno, nessuno sa
quando ho fame, quando parto
quando cammino e quando mi perdo,
e nessuno sa
che per me andare è ritornare
e ritornare è indietreggiare,
che la mia debolezza è una maschera
e la mia forza è una maschera,
e che quel che seguirà è una tempesta.
nessuno può immaginare
quel che dico quando me ne sto in silenzio
chi vedo quando chiudo gli occhi
come vengo sospinta quando vengo sospinta
cosa cerco quando lascio libere le mie mani.
Nessuno, nessuno sa
quando ho fame, quando parto
quando cammino e quando mi perdo,
e nessuno sa
che per me andare è ritornare
e ritornare è indietreggiare,
che la mia debolezza è una maschera
e la mia forza è una maschera,
e che quel che seguirà è una tempesta.
Credono di sapere
e io glielo lascio credere
e avvengo.
e io glielo lascio credere
e avvengo.
Hanno costruito per me una gabbia affinchè la mia libertà
fosse una loro concessione
e ringraziassi e obbedissi.
Ma io sono libera prima e dopo di loro,
con loro e senza di loro
sono libera nella vittoria e nella sconfitta.
fosse una loro concessione
e ringraziassi e obbedissi.
Ma io sono libera prima e dopo di loro,
con loro e senza di loro
sono libera nella vittoria e nella sconfitta.
La mia prigione è la mia volontà!
La chiave della prigione è la loro lingua
ma la loro lingua
La chiave della prigione è la loro lingua
ma la loro lingua
si avvinghia intorno alle dita del mio desiderio
e il mio desiderio non riusciranno mai a domare.
e il mio desiderio non riusciranno mai a domare.
Sono una donna.
Credono che la mia libertà sia loro proprietà
e io glielo lascio credere
e avvengo.
(Joumana Haddad)
Credono che la mia libertà sia loro proprietà
e io glielo lascio credere
e avvengo.
(Joumana Haddad)
venerdì 17 febbraio 2012
C'è chi dice sia un esercito di cavalieri
C'è chi dice sia un esercito di cavalieri, c'è chi dice sia un esercito di fanti,
c'è chi dice sia una flotta di navi, la cosa più bella
sulla nera terra, io invece dico
che è ciò che si ama.
-----
Οἱ μὲν ἰππήων στρότον οἰ δὲ πέσδων
c'è chi dice sia una flotta di navi, la cosa più bella
sulla nera terra, io invece dico
che è ciò che si ama.
-----
Οἱ μὲν ἰππήων στρότον οἰ δὲ πέσδων
οἰ δὲ νάων φαῖσ' ἐπ[ὶ] γᾶν μέλαι[ν]αν
ἔ]μμεναι κάλλιστον, ἔγω δὲ κῆν' ὄτ-
τω τις ἔραται.
(Saffo)
ἔ]μμεναι κάλλιστον, ἔγω δὲ κῆν' ὄτ-
τω τις ἔραται.
(Saffo)
Forse di più
Mi rivolgi parole molto dolci, cara Musa. Il tuo amore mi penetra come una tiepida pioggia e sento di esserne imbevuto fino alla profondità del cuore. Sei semplice nell'animo e forte nella mente; non vi è nulla in te che non sia buono. A volte cerco di immaginare il tuo volto in vecchiaia e penso che ti amerò allo stesso modo, forse di più.
(Lettera di Gustave Flaubert a Louise Colet)
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Lettere d'Amore
Someday you will name me
giovedì 16 febbraio 2012
E la morte non avrà più dominio
E la morte non avrà più dominio.
I morti nudi saranno una cosa
con l'uomo nel vento e la luna d'occidente;
Quando le loro ossa saranno spolpate e le ossa pulite scomparse,
ai gomiti e ai piedi avranno stelle;
Benché impazziscano saranno sani di mente,
benché sprofondino in mare risaliranno a galla,
benché gli amanti si perdano l'amore sarà salvo;
E la morte non avrà più dominio.
E la morte non avrà più dominio.
con l'uomo nel vento e la luna d'occidente;
Quando le loro ossa saranno spolpate e le ossa pulite scomparse,
ai gomiti e ai piedi avranno stelle;
Benché impazziscano saranno sani di mente,
benché sprofondino in mare risaliranno a galla,
benché gli amanti si perdano l'amore sarà salvo;
E la morte non avrà più dominio.
E la morte non avrà più dominio.
Sotto i meandri del mare
giacendo a lungo non moriranno nel vento;
sui cavalletti contorcendosi mentre i tendini cedono,
cinghiati ad una ruota, non si spezzeranno;
si spaccherà la fede in quelle mani
e l'unicorno del peccato li passerà da parte a parte;
scheggiati da ogni lato non si schianteranno;
E la morte non avrà più dominio.
E la morte non avrà più dominio.
giacendo a lungo non moriranno nel vento;
sui cavalletti contorcendosi mentre i tendini cedono,
cinghiati ad una ruota, non si spezzeranno;
si spaccherà la fede in quelle mani
e l'unicorno del peccato li passerà da parte a parte;
scheggiati da ogni lato non si schianteranno;
E la morte non avrà più dominio.
E la morte non avrà più dominio.
Più non potranno i gabbiani gridare ai loro orecchi,
le onde rompersi urlanti sulle rive del mare;
Dove un fiore spuntò non potrà un fiore
mai più sfidare i colpi della pioggia;
Ma benché pazzi e morti stecchiti,
le teste di quei tali martelleranno dalle margherite;
irromperanno al sole fino a che il sole precipiterà;
E la morte non avrà più dominio.
(Dylan Thomas)
le onde rompersi urlanti sulle rive del mare;
Dove un fiore spuntò non potrà un fiore
mai più sfidare i colpi della pioggia;
Ma benché pazzi e morti stecchiti,
le teste di quei tali martelleranno dalle margherite;
irromperanno al sole fino a che il sole precipiterà;
E la morte non avrà più dominio.
(Dylan Thomas)
mercoledì 15 febbraio 2012
Malgrado l'uomo lo neghi
Sei abbastanza infantile, tu che ti nascondi, mentre la manifestazione di Dio fu un vero scandalo. (...) Commiserare gli altri vuol dire portarli via al beneficio della morte, e tante volte coloro che salvano gli ammalati non sanno che sono solo malati d'amore, e che basterebbe poco a farli fiorire: un bacio, il canto di una primavera, un fiore mandato al momento giusto, un'ala di Dio ricordata in una lettera, una lettera, un abbandono, un momento che duri un'eternità. Perché malgrado l'uomo lo neghi non sa che Dio l'ha destinato ad essere eterno, che Dio ha destinato ogni uomo ad essere un grande profeta.
(Alda Merini)
Vogliono sempre impedirmi di essere triste
martedì 14 febbraio 2012
I ragazzi che si amano
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore.
-----
Les enfants qui s'aiment s'embrassent debout
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore.
-----
Les enfants qui s'aiment s'embrassent debout
Contre les portes de la nuit
Et les passants qui passent les désignent du doigt
Mais les enfants qui s'aiment
Ne sont là pour personne
Et c'est seulement leur ombre
Qui tremble dans la nuit
Excitant la rage des passants
Leur rage leur mépris leurs rires et leur envie
Les enfants qui s'aiment ne sont là pour personne
Ils sont ailleurs bien plus loin que la nuit
Bien plus haut que le jour
Dans l'éblouissante clarté de leur premier amour.
(Jacques Prévert)
Et les passants qui passent les désignent du doigt
Mais les enfants qui s'aiment
Ne sont là pour personne
Et c'est seulement leur ombre
Qui tremble dans la nuit
Excitant la rage des passants
Leur rage leur mépris leurs rires et leur envie
Les enfants qui s'aiment ne sont là pour personne
Ils sont ailleurs bien plus loin que la nuit
Bien plus haut que le jour
Dans l'éblouissante clarté de leur premier amour.
(Jacques Prévert)
domenica 12 febbraio 2012
La poesia è il salvagente
venerdì 10 febbraio 2012
Quella vita che fu tenuta a freno
Quella vita che fu tenuta a freno
troppo stretta e si libera,
correrà poi per sempre, con un cauto
sguardo indietro e paura delle briglie.
Il cavallo che fiuta l'erba viva
e a cui sorride il pascolo
sarà ripreso solo a fucilate,
se si potrà riprenderlo.
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The life that tied too tight escapes
will ever after run
with a prudential look behind
and spectres of the Rein.
The Horse that scents the living Grass
and sees the Pastures smile
will be retaken with a shot
if he is a caught at all.
(Emily Dickinson)
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Vicente Romero Redondo
giovedì 9 febbraio 2012
Piangere a dirotto
Piangere a fiotti.
Piangere la digestione.
Piangere il sogno.
Piangere davanti alle porte e anche ai porti.
Piangere di giallo e gentilezza.
Piangere la digestione.
Piangere il sogno.
Piangere davanti alle porte e anche ai porti.
Piangere di giallo e gentilezza.
Aprire i rubinetti,
i battenti del pianto.
Inzupparci l’anima,
la maglietta.
Allagare marciapiedi e passeggiate,
e salvarci poi, a nuoto, dal nostro stesso pianto.
i battenti del pianto.
Inzupparci l’anima,
la maglietta.
Allagare marciapiedi e passeggiate,
e salvarci poi, a nuoto, dal nostro stesso pianto.
Assistere ai corsi di antropologia,
piangendo.
Festeggiare i compleanni dei parenti,
piangendo.
Attraversare l’Africa,
piangendo.
piangendo.
Festeggiare i compleanni dei parenti,
piangendo.
Attraversare l’Africa,
piangendo.
Piangere come un cacuy,
un coccodrillo…
se è vero
che tanto i cacuy come i coccodrilli
non la smettono mai di piangere.
un coccodrillo…
se è vero
che tanto i cacuy come i coccodrilli
non la smettono mai di piangere.
Piangerlo tutto,
ma piangerlo per bene.
Piangerlo col naso,
le ginocchia.
Piangerlo dall’ombelico,
e dalla bocca.
ma piangerlo per bene.
Piangerlo col naso,
le ginocchia.
Piangerlo dall’ombelico,
e dalla bocca.
Piangere d’amore,
di disgusto,
d’allegria.
Piangere in frac,
di aria, di magrezza.
Piangere improvvisando,
a memoria.
Piangere tutta l’insonnia e tutto il giorno!
di disgusto,
d’allegria.
Piangere in frac,
di aria, di magrezza.
Piangere improvvisando,
a memoria.
Piangere tutta l’insonnia e tutto il giorno!
(Oliverio Girondo)
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William-Adolphe Bouguereau
Do you know what illuminates the night?
martedì 7 febbraio 2012
È la tenerezza che mi preme
(...) Questa mattina c'è neve dappertutto. Lo notiamo entrambi. Mi dici che non hai dormito bene. Ti confesso che nemmeno io. Hai passato una nottataccia. " Anch'io". Siamo straordinariamente calmi e teneri l'un con l'altro come se avvertissimo il nostro traballante stato mentale. Come se ognuno sapesse cosa prova l'altro. Anche se, naturalmente, non lo sappiamo. Non lo si sa mai. Non importa. È la tenerezza che mi preme. È questo il dono che mi commuove e mi prende tutto questa mattina. Come tutte le mattine.
(Raymond Carver)
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William-Adolphe Bouguereau
sabato 4 febbraio 2012
Esiste qualcosa di inspiegabilmente commovente...
Esiste qualcosa di inspiegabilmente commovente nella nostra natura pietroburghese quando, con il sopraggiungere della primavera, mostra ad un tratto tutta la sua potenza, tutte le forze concessele dal cielo per ricoprirsi, abbellirsi, colorarsi di fiori... In qualche modo mi ricorda involontariamente quella ragazza tisica e deperita che voi guardate a volte con compassione, a volte con un certo affetto pietoso, a volte semplicemente non la notate neppure, ma che improvvisamente, per un attimo solo, in modo disperato, diventa inspiegabilmente di una meravigliosa bellezza, e voi, colpito e inebriato, vi chiedete inconsapevolmente: qual è la forza che dà un tale splendore, un tale fuoco a quei tristi occhi pensosi? Che cosa ha fatto affluire il sangue a quelle pallide gote incavate? Che passione si è riversata sui teneri lineamenti del volto? Per quale ragione il petto ansima così? Che cosa ha provocato improvvisamente la forza, la vita e la bellezza sul volto di quella povera ragazza, lo ha fatto brillare di un simile sorriso e ravvivare da una gaia e scintillante risata? Vi guardate intorno, cercate qualcuno, pensate di intuire... Ma l'attimo fugge, il giorno dopo incontrate di nuovo lo stesso sguardo pensoso e distratto, lo stesso viso pallido di prima, la stessa sottomissione e mitezza nei movimenti e persino un certo pentimento, persino tracce di una tristezza mortale e di stizza per quell'effimero piacere... E vi fa pena che quella bellezza apparsa per un attimo sia svanita così in fretta e così irrevocabilmente e che, ingannevole e vana, abbia brillato davanti ai vostri occhi lasciandovi il rammarico di non aver fatto nemmeno in tempo ad innamorarvi di lei...
(Fëdor Dostoevskij; "Le notti bianche")
Alla grande indifferenza delle stelle
Mi avvicino alla mia scrivania come a un baluardo che mi difende dalla vita. Sento tenerezza, tenerezza fino alle lacrime, per i miei libri. (...) Sento affetto per tutto questo, forse perché non ho più niente da amare: o forse anche perché niente merita l'amore di un'anima; e se dobbiamo dare amore per sentimentalismo, è indifferente se lo riserviamo alle piccole sembianze del calamaio o alla grande indifferenza delle stelle.
(Fernando Pessoa; "Il libro dell'inquietudine")
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venerdì 3 febbraio 2012
25 Febbraio 1956, Sabato
Quello che mi spaventa di più, credo, è la morte dell'immaginazione. Quando il cielo lassù è solo rosa e i tetti solo neri: quella mente fotografica che paradossalmente dice la verità, ma una verità senza valore, sul mondo. Io desidero quello spirito di sintesi, quella forza "plasmante" che germoglia, prolifica e crea mondi suoi con più inventiva di Dio.
(Sylvia Plath; "Diari")
è così che voglio innamorarmi
A volte leggiamo delle cose che ci fanno capire di colpo di non aver vissuto niente, provato niente, sperimentato niente fino a quel momento. Ora io mi rendo conto che la maggior parte di quel che mi è successo era un'esperienza clinica, anatomica. C'erano i sessi che si toccavano, si univano, ma senza nessuna scintilla, senza abbandono, senza emozioni. Come posso farcela? Come faccio a incominciare a "Sentire", a "Sentire"? Voglio innamorarmi in modo che la sola vista di un uomo, anche ad un isolato di distanza, mi faccia tremare, penetrandomi tutta, mi indebolisca, mi faccia sussultare addolcendomi e sciogliendomi qualcosa tra le gambe. É così che voglio innamorarmi... così Totalmente che il solo pensiero di Lui mi porti all'orgasmo.
(Anais Nin; "Il delta di Venere")
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Cayetano de Arquer Buigas
giovedì 2 febbraio 2012
L'unica cosa importante
Prospettiva
Si sono incrociati come estranei,
senza un gesto o una parola,
lei diretta al negozio,
lui alla sua auto.
Forse smarriti
senza un gesto o una parola,
lei diretta al negozio,
lui alla sua auto.
Forse smarriti
O distratti
O immemori
Di essersi, per un breve attimo,
amati per sempre.
D'altronde nessuna garanzia
O immemori
Di essersi, per un breve attimo,
amati per sempre.
D'altronde nessuna garanzia
Che fossero loro.
Sì, forse, da lontano,
ma da vicino niente affatto.
Li ho visti dalla finestra
Sì, forse, da lontano,
ma da vicino niente affatto.
Li ho visti dalla finestra
E chi guarda dall'alto
Sbaglia più facilmente.
Lei è sparita dietro la porta a vetri,
Sbaglia più facilmente.
Lei è sparita dietro la porta a vetri,
lui si è messo al volante
ed è partito in fretta.
Cioè, come se nulla fosse accaduto,
anche se è accaduto.
E io, solo per un istante
ed è partito in fretta.
Cioè, come se nulla fosse accaduto,
anche se è accaduto.
E io, solo per un istante
Certa di quel che ho visto,
cerco di persuadere Voi, Lettori,
con brevi versi occasionali
quanto triste è stato.
(Wislawa Szymborska)
cerco di persuadere Voi, Lettori,
con brevi versi occasionali
quanto triste è stato.
(Wislawa Szymborska)
mercoledì 1 febbraio 2012
Si mostrasse il core
Solo
Fanciullo, io già non ero
come gli altri erano, né vedevo
come gli altri vedevano. Mai
derivai da una comune fonte
le mie passioni, né mai,
da quella stessa, i miei aspri affanni.
Né il tripudio al mio cuore
io ridestavo in accordo con altri.
Tutto quello che amai, io l'amai da solo.
Allora, in quell'età, nell'alba
come gli altri erano, né vedevo
come gli altri vedevano. Mai
derivai da una comune fonte
le mie passioni, né mai,
da quella stessa, i miei aspri affanni.
Né il tripudio al mio cuore
io ridestavo in accordo con altri.
Tutto quello che amai, io l'amai da solo.
Allora, in quell'età, nell'alba
d'una procellosa vita, fu derivato
da ogni più oscuro abisso di bene e male
il mistero che ancora m'avvince,
dai torrenti e dalle sorgenti,
dalla rossa roccia dei monti,
dal sole che d'intorno mi ruotava
nelle sue dorate tinte autunnali,
dal celeste baleno
che d'accanto mi guizzava,
dal tuono e dalla tempesta
e dalla nuvola che forma assumeva
(mentre era azzurro tutto l'altro cielo)
d'un demone alla mia vista.
(Edgar Allan Poe; 1831)
da ogni più oscuro abisso di bene e male
il mistero che ancora m'avvince,
dai torrenti e dalle sorgenti,
dalla rossa roccia dei monti,
dal sole che d'intorno mi ruotava
nelle sue dorate tinte autunnali,
dal celeste baleno
che d'accanto mi guizzava,
dal tuono e dalla tempesta
e dalla nuvola che forma assumeva
(mentre era azzurro tutto l'altro cielo)
d'un demone alla mia vista.
(Edgar Allan Poe; 1831)
L'uccello azzurro
vuole uscire,
ma con lui sono inflessibile,
gli dico: rimani dentro, non voglio
che nessuno ti
veda.
Nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
Nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
vuole uscire,
ma io gli verso addosso whisky e aspiro
il fumo delle sigarette
e le puttane e i baristi
e i commessi del droghiere
non sanno che
lì dentro
c'è lui.
Nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
ma io gli verso addosso whisky e aspiro
il fumo delle sigarette
e le puttane e i baristi
e i commessi del droghiere
non sanno che
lì dentro
c'è lui.
Nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
vuole uscire,
ma io con lui sono inflessibile,
gli dico:
rimani giù, mi vuoi fare andar fuori
di testa?
Vuoi mandare all'aria tutto il mio
lavoro?
Vuoi far saltare le vendite dei miei libri in
Europa?
Nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
ma io con lui sono inflessibile,
gli dico:
rimani giù, mi vuoi fare andar fuori
di testa?
Vuoi mandare all'aria tutto il mio
lavoro?
Vuoi far saltare le vendite dei miei libri in
Europa?
Nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
vuole uscire,
ma io sono troppo furbo, lo lascio uscire
solo di notte, qualche volta,
quando dormono tutti.
Gli dico: lo so che ci sei,
non essere
triste.
Poi lo rimetto a posto,
ma io sono troppo furbo, lo lascio uscire
solo di notte, qualche volta,
quando dormono tutti.
Gli dico: lo so che ci sei,
non essere
triste.
Poi lo rimetto a posto,
ma lui lì dentro un pochino
canta, mica l'ho fatto davvero
morire,
dormiamo insieme
così, col nostro
patto segreto
ed è così grazioso da
far piangere
un uomo, ma io non
piango, e
voi?
(Charles Bukowski)
canta, mica l'ho fatto davvero
morire,
dormiamo insieme
così, col nostro
patto segreto
ed è così grazioso da
far piangere
un uomo, ma io non
piango, e
voi?
(Charles Bukowski)
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