lunedì 25 dicembre 2017

Mi sento alla vigilia di qualche strenua avventura

- Giovedì 28 marzo 1929
 
Mi sento alla vigilia di qualche strenua avventura: si, come se questa giornata di primavera fosse il dischiudersi, il portale, la soglia che varcherò per lanciarmi in una nuova esperienza. Perciò quando mi sveglio presto scaccio i miei terrori dicendo a me stessa che avrò bisogno di molto coraggio...
 
 
(Virginia Woolf; "Diari")

...quella che chiamo "realtà"

- Lunedì 10 settembre 1928
 
Questa è stata un'estate animatissima: un'estate vissuta quasi troppo in pubblico. Spesso qui sono entrata in un santuario, un convento, un ritiro religioso; con grande angoscia una volta, e sempre un po' di terrore: si ha tanta paura della solitudine; di vedere fino in fondo alla coppa. Quella è una delle esperienze che ho fatto qui a volte in agosto; e sono arrivata a una consapevolezza di quella che chiamo "realtà": una cosa che vedo di fronte a me; qualcosa di astratto, ma che risiede nelle colline o nel cielo; rispetto alla quale nulla conta; nella quale io riposerò e continuerò a esistere. La chiamo realtà. E immagino talvolta che questa sia la cosa che mi è più necessaria: quella che cerco. Ma chissà - una volta presa la penna per scrivere? Come è difficile non cercar di fare della realtà questa o quella cosa, mentre è una cosa sola. Questo è forse il mio dono; questo è forse ciò che mi distingue dagli altri; penso che possa essere raro avere una sensazione così acuta di qualcosa di simile - ma, ancora una volta, chissà? 
 
 
(Virginia Woolf; "Diari)

Adorazione del Bambino

 

lunedì 11 dicembre 2017

amare amabam

Nondum amabam, et amare amabam...
quaerebam quid amarem, amans amare.
 
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Non amavo ancora, tuttavia amavo amare... 
cercavo qualcosa da amare, amando amare. 
 
 
(Sant'Agostino; "Confessioni")

Questa idea mi piaceva... Esser solo, senza beni, senza prestigio

Il vasto paese che si estende tra le bocche del Danubio e quelle del Boristene, un triangolo del quale ho percorso almeno due lati, vanta alcune tra le regioni più sorprendenti del mondo, almeno per noi, nati sulle rive del Mare Interno, avvezzi ai paesaggi nitidi e aridi del Sud, alle colline, alle penisole. Laggiù, m'è accaduto di adorare la dea Terra, come qui adoriamo la dea Roma; e non parlo tanto di Cerere, quanto d'una divinità più antica, anteriore persino alla scoperta delle messi. Il nostro suolo greco o latino, sostenuto ovunque dall'ossatura delle rocce, ha l'eleganza schietta d'un corpo virile: la terra scita aveva l'opulenza un po' greve d'un corpo riverso di donna. La pianura si confondeva con il cielo. Non finivo mai di stupirmi di fronte al miracolo dei fiumi: quella vasta terra vuota rappresentava soltanto un declivio e un alveo. I corsi d'acqua da noi sono brevi: non ci si sente mai lontano dalle sorgenti. Ma quel flusso enorme che sfociava in estuari intricati trascinava il fango di un continente sconosciuto, i ghiacci di regioni inabitabili. (...) Vi erano giorni in cui la neve, sulla steppa, cancellava tutti i contorni, già appena discernibili; si galoppava in un mondo di spazio puro, di atomi puri. Il gelo donava alle cose più banali, alle più molli, una trasparenza, e nello stesso tempo una durezza celeste. (...) Quante volte, in primavera, quando il disgelo mi consentì di avventurarmi nelle regioni dell'interno, m'è accaduto di volgere le spalle all'orizzonte del Sud, che racchiudeva i mari e le isole note, a quello dell'Occidente, ove in qualche posto il sole tramontava su Roma, e di sognare d'inoltrarmi in quelle steppe, oltrepassare i contrafforti del Caucaso, verso nord o verso gli estremi confini dell'Asia. Quali climi, quale fauna, quali razze d'uomini avrei scoperto, quali imperi, ignari di noi come noi di loro, o tutt'al più informati della nostra esistenza grazie a qualche mercanzia, giunta loro attraverso lunghe serie di mercanti, rara per essi quanto lo è per noi il pepe dell'India, il chicco d'ambra delle regioni baltiche? A Odessos, un mercante tornato da un viaggio di vari anni in quei luoghi mi donò una pietra verde, quasi diafana, che pare sia considerata sacra in un regno immenso di cui egli solo aveva costeggiato i confini, e di cui quell'individuo, inteso solo al suo profitto, non aveva osservato i costumi né gli dèi. Quella gemma bizzarra fece su me la stessa impressione d'una pietra caduta dal cielo, una meteora d'un altro mondo. Conosciamo ancora piuttosto male la configurazione della terra; e non capisco come ci si rassegni a tale ignoranza. Invidio coloro che riusciranno a compiere il giro dei duecentocinquantamila stadi greci calcolati così bene da Eratostene, percorrendo i quali ci si ritroverebbe al punto di partenza. M'immaginavo nell'atto di prendere semplicemente la decisione di continuare a camminare davanti a me, sulla pista che ormai sostituiva le nostre strade. Questa idea mi piaceva... Esser solo, senza beni, senza prestigio, senza alcuno dei benefici d'una qualsiasi cultura, tra uomini nuovi, nel cuore di mondi vergini... Va da sé che era solo un sogno, il più breve di tutti. Quella libertà che inventavo non esisteva che nella mia fantasia: presto, mi sarei creato di nuovo tutto quello a cui avrei rinunciato. Dappertutto non sarei stato altro che un romano in esilio: una specie di cordone ombelicale mi legava all'Urbe. Forse, in quegli anni, al rango di tribuno, mi sentivo legato all'impero più strettamente di quel che non lo sia oggi, da imperatore, per la stessa ragione che le ossa del polso sono meno libere del cervello. Ciò nonostante, quel sogno mostruoso, che avrebbe fatto fremere i nostri avi, saggiamente confinati nella loro terra del Lazio, io l'ho fatto, e l'averlo avuto solo un istante mi rende diverso da essi per sempre. 


(Marguerite Yourcenar; "Memorie di Adriano")

domenica 10 dicembre 2017

...ci vuole un ampio spazio per una cosa così grande

Cosa grande e vasta è la saggezza, ha bisogno di avere libero il campo; oggetto di apprendimento devono essere il divino e l'umano, il passato e il futuro, il transeunte e l'eterno, il tempo. In relazione a quest'ultima entità considera quante nozioni si richiedono: anzitutto se il tempo sia qualcosa di per se stesso, poi se esista qualcosa prima del tempo e senza il tempo; se il tempo sia cominciato con l'universo o se, qualora sia esistito qualcosa prima dell'universo, allora sia esistito anche il tempo. Innumerevoli questioni hanno per oggetto soltanto l'anima: da dove proviene, qual è la sua natura, quando comincia a esistere, quanto a lungo dura la sua esistenza, se passi da un luogo a un altro e muti i suoi domicili, trasferita in successione da una forma di essere animato a un'altra, o se non svolga le sue funzioni più di una volta e, rimessa in libertà, non erri nel gran tutto dell'universo; se abbia consistenza corporea, che cosa sia destinata a fare dopo aver cessato di fare qualcosa per il nostro tramite, come utilizzerà la sua libertà una volta fuggita da questo carcere; se si dimenticherà di tutto il suo passato e comincerà a prendere nozione di sé dal momento in cui, staccatasi dal corpo, si sia ritirata nelle sfere superne. Qualunque parte dell'umano e del divino tu abbia abbracciato, sarai fiaccato dalla mole enorme di cose che devono essere indagate e apprese. Affinché questi problemi così numerosi, così importanti possano trovare libera ospitalità, è indispensabile eliminare dall'animo tutto ciò che è superfluo. La virtù non si acconcerà entro questi angusti confini: ci vuole un ampio spazio per una cosa così grande. Si elimini tutto il resto, il nostro cuore sia interamente libero per lei sola.
 
 
(Seneca; "Lettere a Lucilio")

E una sola cosa, su tutto, splende: la pace mia interiore

Guardando in faccia la vita e la morte, non le temo, forse le amo entrambe. In cielo e in terra, un perenne passaggio. E tutto si sovrappone, si confonde, e una sola cosa, su tutto, splende: la pace mia interiore, la mia sensazione costante d'essere nell'ordine, di potere in qualunque istante chiudere senza rimorso gli occhi per l'ultima volta. In pace con me stessa.
 
 
(Sibilla Aleramo; "Una donna")

venerdì 8 dicembre 2017

Adattarsi ai sentimenti umani comuni

- Domenica 16 febbraio 1930

Ecco quel che riassume Byron... Una gamma più vasta degli altri poeti; se solo fosse riuscito a dare ordine al tutto. Avrebbe potuto essere un romanziere.
(...) La verità potrebbe essere che se uno è caricato a un voltaggio così alto non riesce ad adattarsi ai sentimenti umani comuni; deve posare; fare il rapsodo; non si adatta a niente. Nel Registro della Locanda scrisse di avere 100 anni. Ed è vero, se si misura la vita in base ai sentimenti. 


(Virginia Woolf; "Diari")

Non ho fatto che leggere

- Domenica 8 dicembre 1929

Non ho fatto che leggere e ho finito direi una pila alta tre piedi di manoscritti letti anche con attenzione; molti di essi al limite, e sui quali dovevo riflettere. Ora, liberata da questo peso, posso cominciare a leggere gli elisabettiani - quelli poco noti che io, ignorante come sono, non ho mai sentiti nominare, Puttenham, Webb, Harvey. Questo pensiero mi riempie di gioia - e non esagero. Incominciare a leggere con una penna in mano, scoprire, avventarsi su qualcosa, pensare a una teoria quando il terreno è inesplorato, resta una delle mie grandi emozioni.


(Virginia Woolf; "Diari")