Fiorire è il fine - chi passa un fiore con uno sguardo distratto stenterà a sospettare le circostanze coinvolte in quel luminoso fenomeno costruito in modo così intricato e poi offerto, come una farfalla al mezzogiorno
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sabato 2 luglio 2016
Scrivendo il mio pensiero, talvolta esso mi sfugge
domenica 12 giugno 2016
L'idea della felicità perduta
Gli uomini, non essendo potuti guarire dalla morte, dalla miseria, dall'ignoranza, hanno escogitato, per essere felici, di non pensarci più. È tutto quello che sono riusciti a inventare per consolarsi di così tanti mali. Ma è una consolazione ben miserabile, perché non serve a guarire il male, ma a nasconderlo semplicemente per un po', e nascondendolo fa si che non si pensi a guarirlo davvero. Così, per uno strano rovesciamento della natura dell'uomo, avviene che la noia, che è il suo male più sensibile, sia il suo massimo bene, che può contribuire più di ogni altra cosa a fargli cercare la guarigione, mentre il divertimento, che egli considera il suo bene più grande, è in realtà il suo massimo male perché lo allontana più di ogni altra cosa dalla ricerca del rimedio dei suoi mali. Entrambi sono una prova ammirevole della miseria e della corruzione dell'uomo e nello stesso tempo della sua grandezza; perché l'uomo non si annoia di tutto e cerca una moltitudine di occupazioni solo perché ha l'idea della felicità che ha perduto e, non trovandola in sé, la cerca inutilmente nelle cose esteriori, senza potersi mai accontentare, perché non è né in noi, né nelle creature, ma solo in Dio.
(Blaise Pascal)
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Jean-Hippolyte Flandrin
venerdì 20 maggio 2016
Le scienze hanno due estremità che si toccano
La gente giudica bene le cose perché si trova nell'ignoranza naturale, che è la vera saggezza dell'uomo. Le scienze hanno due estremità che si toccano. La prima è la pura ignoranza naturale in cui tutti gli uomini si trovano alla loro nascita. L'altro estremo è quello a cui giungono le grandi anime che, avendo percorso tutto ciò che gli uomini possono sapere, trovano di non sapere nulla, e incontrano quella stessa ignoranza da cui erano partiti; ma si tratta di una dotta ignoranza, che sa di essere tale.
(Blaise Pascal)
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