venerdì 22 aprile 2011

Debolezze

Debolezze,
tu non ne avevi.
Io ne avevo una:
amavo.


(Bertolt Brecht)

Rumori secondari

Mi concedo l'onore di rassegnarmi,
solo questa notte,
come riposo.
Domattina presto aprirò gli occhi,
sarò un'altra volta coraggioso e ordinario
ribelle con le mani in tasca
eterno con la morte all'occhiello.
Solo in questa notte priva di luna
credere di andare,
credere di venire,
credere che il mio cuore non potrà mai più
aumentare in dimensione e nostalgie
solo questa notte
per favore,
per pietà,
sentirmi vinto
umile
devastato
fatto e disfatto con avanzi di Dio
qui a sognare senza permesso,
a mentire senza speranza
ma sapendo che si tratta
solo di questa notte sterile e unica.
Domani alle sette aprirò gli occhi
e un'altra volta mi darò da fare senza lamentarmi
e ascolterò il frastuono universale
senza che m'ingannino rumori secondari.


(Mario Benedetti; "Ruidos secundarios")

giovedì 21 aprile 2011

Allegro, ma non troppo

Sei bella - dico alla vita-
è impensabile più rigoglio,
più rane e più usignoli,
più formiche e più germogli.
Cerco di accattivarmela,
di blandirla, vezzeggiarla.
La saluto sempre per prima
con umile espressione.

Le taglio la strada da sinistra,
le taglio la strada da destra,
e mi innalzo nell'incanto,
e cado per lo stupore.
Quanto è di campo questo grillo,
e di bosco questo frutto -
mai l'avrei creduto
se non avessi vissuto!

Non trovo nulla - le dico-
a cui paragonarti.
Nessuno ha fatto un'altra pigna
né migliore, né peggiore.
Lodo la tua larghezza,
inventiva ed esattezza,
e cos'altro - e cosa più -
magia, stregoneria.

Mai vorrei recarti offesa,
né adirarti per dileggio.
Da centomila anni almeno
sorridendo ti corteggio.
Tiro la vita per una foglia:
si è fermata? Se n'è accorta?
Si è scordata dove corre,
almeno per una volta?


(Wislawa Szymborska)

Ma uno solo di te amò l'anima irrequieta

(...)
Ma uno solo di te amò l'anima irrequieta,
uno solo allora amò le pene del volto tuo che muta.
E tu, chinandoti verso le braci, sarai un poco triste,
in un mormorio d'amore dirai,
di come se ne volò via...
passò voltando oltre il confine di questi alti monti
e per sempre poi il suo volto nascose
in una folla di stelle.


(William Butler Yeats)

sabato 2 aprile 2011

Chiamalo come vuoi

- Margherita: "Dunque tu non credi?"

- Faust: "Non mi fraintendere, dolce creatura! Chi può dare a Dio un nome e proclamare: io credo in lui? Colui che tutto comprende, che tutto regge, non comprende e regge me, te, se stesso? Non s'incurva lassù la volta del cielo? Non si stende quaggiù ferma la terra? E non salgono in alto, di qua e di là, eterne stelle? Non si specchia il mio occhio nel tuo? E l'universo tutto non s'impone alla tua mente e al tuo cuore, agitandosi in eterno mistero, visibile, invisibile, a te d'intorno? Riempine il tuo cuore quant'è grande e se questo sentimento ti rende eternamente beata, chiamalo come vuoi, chiamalo felicità! Cuore! Amore! Dio! Io non ho un nome per esso! Sentire è tutto, il nome è un suono e un fumo, che annebbia lo splendore celeste!"


(Wolfgang Goethe; "Faust")

venerdì 1 aprile 2011

Il futuro

E so molto bene che non ci sarai.
Non ci sarai nella strada,
non nel mormorio che sgorga di notte
dai pali che la illuminano,
neppure nel gesto di scegliere il menù,
o nel sorriso che alleggerisce il "tutto completo" delle sotterranee,
nei libri prestati e nell'arrivederci a domani.

Nei miei sogni non ci sarai,
nel destino originale delle parole,
né ci sarai in un numero di telefono
o nel colore di un paio di guanti, di una blusa.
Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te,
e non per te comprerò dolci,
all'angolo della strada mi fermerò,
a quell'angolo a cui non svolterai,
e dirò le parole che si dicono
e mangerò le cose che si mangiano
e sognerò i sogni che si sognano
e so molto bene che non ci sarai,
né qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo,
né la fuori, in quel fiume di strade e di ponti.
Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo,
e quando ti penserò, penserò un pensiero
che oscuramente cerca di ricordarsi di te.


(Julio Cortazar)

Si, si

Quando Dio creò l'amore non ci ha aiutato molto
quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
quando Dio creò l'odio ci ha dato una normale cosa utile
quando Dio creò Me creò Me
quando Dio creò la scimmia stava dormendo
quando creò la giraffa era ubriaco
quando creò i narcotici era su di giri
e quando creò il suicidio era a terra.

Quando creò te distesa a letto
sapeva cosa stava facendo
era ubriaco e su di giri
e creò le montagne il mare e il fuoco
allo stesso tempo.

Ha fatto qualche errore,
ma quando creò te distesa a letto,
fece tutto il Suo Sacro Universo.


(Charles Bukowski)