sabato 29 agosto 2020

Tal si mostrò agli Ebrei l'antica Cana

Lo sparuto Bildad nella sua qualità di pilota comandava il primo quarto di guardia, e di tanto in tanto, allorché il vecchio bastimento s'immergeva profondo nelle acque verdi e si irrorava tutto di rabbrividente gelo, e i venti urlavano, e il cordame vibrava, si udivano le sue note ferme:

"Dolci al di là della gonfia fiumana 
campi si stendon di verzura viva.
Tal si mostrò agli Ebrei l'antica Cana 
mentre frammezzo il Giordano bolliva."

Mai quelle parole soavi erano risonate più soavemente al mio orecchio. Erano piene di una speranza feconda. A dispetto di quella rigida notte d'inverno nell'Atlantico infuriato, a dispetto dei miei piedi fradici e della giubba più fradicia ancora, esisteva tuttavia, così allora mi parve, qualche porto piacevole di riserva, e prati, e radure di così eterno rigoglio che l'erba spuntata a primavera vi durava intatta e senza appassirsi fino al pieno dell'estate.


(Herman Melville; "Moby Dick")

...e aspetto sempre che il mio giorno arrivi

(...) la certezza dell'azione mi aspettava, come, dopo i bei sogni della notte, s'accende il giorno, che è la bellezza perfetta. Il principe Tristano davvero delirava quando diceva che la notte è più bella del giorno! Io, da quando sono nato, non ho aspettato che il giorno pieno, la perfezione della vita: ho sempre saputo che l'isola, e quella mia primitiva felicità, non erano altro che una imperfetta notte; anche gli anni deliziosi con mio padre, anche quelle sere là con lei! Erano ancora la notte della vita, in fondo l'ho sempre saputo. E adesso, lo so più che mai; e aspetto sempre che il mio giorno arrivi, simile a un fratello meraviglioso con cui ci si racconta, abbracciati, la lunga noia...


(Elsa Morante; "L'isola di Arturo")

domenica 2 agosto 2020

Te ne rendi conto, ora, Bulkington?

Te ne rendi conto, ora, Bulkington? Par che tu colga qualche barlume di quella verità insopportabile agli uomini, che ogni pensiero profondo e serio altro non è che lo sforzo intrepido dell'anima per conservare l'aperta libertà del proprio mare; mentre i venti più selvaggi di cielo e terra cospirano per gettarla sulla costa perfida e servile.


(Herman Melville; "Moby Dick")

...è come osservare il mondo

La psiche subisce due condizionamenti importanti. Uno è l'influenza ambientale, l'altro ciò che è presente fin dalla nascita. Come le dicevo ieri, la psiche non è affatto una tabula rasa.  Noi siamo un insieme, una combinazione ben definita di geni, che sono presenti fin dai primi istanti di vita e conferiscono un carattere ben definito anche a un bambino piccolissimo. Questo è il fattore soggettivo, visto dall'esterno. Se lo guardiamo dall'interno, è come osservare il mondo. Nel mondo vediamo persone, case, il cielo, oggetti tangibili. Se guardiamo dentro di noi, vediamo immagini in movimento, un mondo di immagini, che di solito si definiscono fantasie. Eppure queste fantasie sono dei fatti. È un fatto che un uomo abbia una certa fantasia, un dato talmente tangibile che per il fatto che una certa persona ha una certa fantasia, un'altra può perdere la vita. Oppure viene costruito un ponte - queste case, che vede, all'inizio erano tutte fantasie. Tutto ciò che facciamo, tutte le case, tutto all'inizio era fantasia, e la fantasia ha una sua realtà propria. Non bisognerebbe mai dimenticarlo: la fantasia non è un niente. Certo, non è un oggetto tangibile, ma ciò nonostante è un fatto: è come una forma di energia, anche se non possiamo misurarla. È la manifestazione di qualcosa, e questo è altrettanto reale del trattato di Versailles, per esempio: dopo non esiste più, non la si può mostrare, però è stata un fatto.


(Carl Gustav Jung; "Jung parla - interviste e incontri")

E c'è un'aquila dei Catskill in certe anime

(...) E c'è un'aquila dei Catskill in certe anime, che riesce sia a tuffarsi nelle gole più cupe sia a spiccare di nuovo il volo sino a sparire negli spazi solari. E anche se vola per sempre nella gola, quella gola sta tra i monti; così anche quando scende più in fondo l'aquila di montagna è sempre più alta degli altri uccelli della pianura, per quanto eccelsi possano librarsi a volo.


(Herman Melville; "Moby Dick")