sabato 30 marzo 2019

Quanto a me, ho cercato la libertà più che la potenza

C'è un punto solo nel quale mi sento superiore alla generalità degli uomini: io sono più libero e, al tempo stesso, più sottomesso di quel che non osino esserlo gli altri. Quasi tutti ignorano del pari in che cosa consista la loro autentica libertà e il loro vero servaggio. Imprecano alle loro catene; a volte, si direbbe che se ne vantino. D'altro canto, trascorrono il tempo in trasgressioni vane; non sanno imporre a se stessi il giogo più lieve. Quanto a me, ho cercato la libertà più che la potenza, e quest'ultima soltanto perché, in parte, secondava la libertà. Quel che m'interessava non era una filosofia dell'uomo libero - mi hanno sempre tediato tutti, quelli che vi si provano - ma bensì una tecnica: volevo trovare la cerniera ove la nostra volontà s'articola al destino; ove la disciplina, anziché frenarla, asseconda la natura. Comprendimi bene: qui non si tratta della dura volontà degli stoici, di cui tu ti esageri il potere, e neppure di una qualsiasi accettazione, o di astratto diniego, che offende le condizioni reali del nostro mondo che è pieno, continuo, formato di sostanze e di corpi. Io ho aspirato a una acquiescenza, a un consenso più segreto, più duttile. La vita, per me, era un destriero, di cui si sposano i movimenti, ma dopo averlo addestrato quanto meglio ci riesce. Dato che in fin dei conti tutto consiste in un atto volitivo interiore - lento, insensibile, tale da implicare l'adesione del corpo - mi studiavo di raggiungere gradualmente questa condizione di libertà, o di sottomissione, quasi allo stato puro.


(Marguerite Yourcenar; "Memorie di Adriano")


sabato 23 marzo 2019

...da chi? come? quando?

- Garmisch Partenkirchen, 12 giugno 1926
 
(…) ma è meglio che io non pensi al tempo futuro - altrimenti mi rabbuio, non vedo che angustie, e mi viene una voglia matta di piantar tutto, ambizione e il resto e prendere un treno qualunque per paesi molto lontani… non sono naturalmente che vaghi sentimenti, neppure desideri, ma sono indizi di questa noia che ogni giorno sopporto e ogni giorno cresce - certamente se fossi sano, e non avessi questa mia gamba che mi impedisce tutto, e dopo 500 metri di cammino mi fa desiderare un letto nero e profondo come un precipizio, se non avessi, dico, questa infermità (e ora che viene il caldo la sento ancor di più) tutto sarebbe stato diverso e io non avrei pensato neppure a scrivere romanzi - ad ogni modo quel che è stato è stato - meglio ora andare avanti per questa via che ho scelta - dopo la partenza di mamma ebbi per altre ragioni dei giorni molto peggiori: il fatto è che quando non si vive ci si annoia e quando si vive si soffre - questo è tutto - (…) da chi? come? quando? non so - per ora mi trovo più isolato nel mondo che non un selvaggio in un'isola del Pacifico…


(Alberto Moravia, Lettera ad Amelia Rosselli)

Suzanne Valadon


venerdì 1 marzo 2019

Risveglio

Ci si risveglia un giorno e le cose sembrano le stesse
mentre invece dietro a noi si è aperto un vuoto
dopo che tutto è stato fatto per trattenere la vita
in mezzo a un panorama di pietre sparse e tegole rotte.
Allora uno mette il dentifricio sullo spazzolino
mescola lo zucchero al caffè
con l'attenzione che aveva da scolaro
quando ritagliava dalla carta
file di bambini che si tengono per mano,
piccoli pesci che baciano l'aria.
 
 
(Pierluigi Cappello)