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martedì 5 gennaio 2016

Io sono come un mare

Io sono come un mare che ritiri le sue acque per fare posto a Dio. L'imperialismo divino presuppone il riflusso dell'uomo. Oppresso dalla solitudine della materia, Egli ha pianto gli oceani e i mari. Da ciò il richiamo misterioso delle distese marine, e la tentazione di una immersione definitiva, come scorciatoia verso di Lui...  Colui che, di fronte ai cieli e ai mari, non ha rasentato le lacrime, costui non ha mai abitato le nebulose contrade del divino, dove la solitudine è tale che ne richiama un'altra ancora più grande.


(Emil Cioran)

martedì 23 giugno 2015

Ce ne sono altri?

Se leggo un libro che mi gela tutta, così che nessun fuoco possa scaldarmi, so che è poesia. Se mi sento fisicamente come se mi scoperchiassero la testa, so che quella è poesia. È l'unico modo che ho di conoscerla. Ce ne sono altri?


(Emily Dickinson)

domenica 21 giugno 2015

L'immagine che egli osservava più spesso

L'immagine che egli osservava più spesso era racchiusa nella cornice dello specchio appeso alla stessa parete. Non c'era nulla che studiasse con più cura del proprio volto, nulla che lo tormentasse di più e in nulla (anche se ciò gli costava uno sforzo accanito) riponeva maggior fiducia.


(Milan Kundera)

domenica 14 dicembre 2014

La gratitudine

Si deve fare di tutto per essere più riconoscenti che sia possibile. La gratitudine è, del resto, un nostro bene, allo stesso titolo per cui la giustizia non è - come si crede - un bene di pertinenza altrui; la riconoscenza rifluisce per gran parte in se stessa: non c'è alcuno che, dimostrandosi utile ad altri, non abbia giovato anche a se stesso. E lo affermo non tanto perché chi è stato aiutato vorrà aiutare e chi è stato difeso vorrà difendere e il buon esempio ritorna al suo autore quasi seguendo un circolo (così come i cattivi esempi ricadono su chi li ha dati né alcuna commiserazione tocca a coloro che soffrono ingiustizie perché proprio essi, facendole, hanno mostrato che possono essere commesse), ma in quanto sostengo che tutte le virtù hanno un loro proprio valore intrinseco e appagante. Infatti non sono praticate con la prospettiva di un premio, perché la ricompensa di una buona azione consiste nell'averla compiuta. Sono grato non perché un altro, stimolato dall'esempio che lo ha preceduto, mi offra più volentieri i suoi favori, ma per assolvere un  dovere straordinariamente piacevole e bello; sono grato non perché mi fa comodo, ma perché mi piace.


(Seneca; "Lettere a Lucilio")