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domenica 2 agosto 2020

...è come osservare il mondo

La psiche subisce due condizionamenti importanti. Uno è l'influenza ambientale, l'altro ciò che è presente fin dalla nascita. Come le dicevo ieri, la psiche non è affatto una tabula rasa.  Noi siamo un insieme, una combinazione ben definita di geni, che sono presenti fin dai primi istanti di vita e conferiscono un carattere ben definito anche a un bambino piccolissimo. Questo è il fattore soggettivo, visto dall'esterno. Se lo guardiamo dall'interno, è come osservare il mondo. Nel mondo vediamo persone, case, il cielo, oggetti tangibili. Se guardiamo dentro di noi, vediamo immagini in movimento, un mondo di immagini, che di solito si definiscono fantasie. Eppure queste fantasie sono dei fatti. È un fatto che un uomo abbia una certa fantasia, un dato talmente tangibile che per il fatto che una certa persona ha una certa fantasia, un'altra può perdere la vita. Oppure viene costruito un ponte - queste case, che vede, all'inizio erano tutte fantasie. Tutto ciò che facciamo, tutte le case, tutto all'inizio era fantasia, e la fantasia ha una sua realtà propria. Non bisognerebbe mai dimenticarlo: la fantasia non è un niente. Certo, non è un oggetto tangibile, ma ciò nonostante è un fatto: è come una forma di energia, anche se non possiamo misurarla. È la manifestazione di qualcosa, e questo è altrettanto reale del trattato di Versailles, per esempio: dopo non esiste più, non la si può mostrare, però è stata un fatto.


(Carl Gustav Jung; "Jung parla - interviste e incontri")

lunedì 11 dicembre 2017

Questa idea mi piaceva... Esser solo, senza beni, senza prestigio

Il vasto paese che si estende tra le bocche del Danubio e quelle del Boristene, un triangolo del quale ho percorso almeno due lati, vanta alcune tra le regioni più sorprendenti del mondo, almeno per noi, nati sulle rive del Mare Interno, avvezzi ai paesaggi nitidi e aridi del Sud, alle colline, alle penisole. Laggiù, m'è accaduto di adorare la dea Terra, come qui adoriamo la dea Roma; e non parlo tanto di Cerere, quanto d'una divinità più antica, anteriore persino alla scoperta delle messi. Il nostro suolo greco o latino, sostenuto ovunque dall'ossatura delle rocce, ha l'eleganza schietta d'un corpo virile: la terra scita aveva l'opulenza un po' greve d'un corpo riverso di donna. La pianura si confondeva con il cielo. Non finivo mai di stupirmi di fronte al miracolo dei fiumi: quella vasta terra vuota rappresentava soltanto un declivio e un alveo. I corsi d'acqua da noi sono brevi: non ci si sente mai lontano dalle sorgenti. Ma quel flusso enorme che sfociava in estuari intricati trascinava il fango di un continente sconosciuto, i ghiacci di regioni inabitabili. (...) Vi erano giorni in cui la neve, sulla steppa, cancellava tutti i contorni, già appena discernibili; si galoppava in un mondo di spazio puro, di atomi puri. Il gelo donava alle cose più banali, alle più molli, una trasparenza, e nello stesso tempo una durezza celeste. (...) Quante volte, in primavera, quando il disgelo mi consentì di avventurarmi nelle regioni dell'interno, m'è accaduto di volgere le spalle all'orizzonte del Sud, che racchiudeva i mari e le isole note, a quello dell'Occidente, ove in qualche posto il sole tramontava su Roma, e di sognare d'inoltrarmi in quelle steppe, oltrepassare i contrafforti del Caucaso, verso nord o verso gli estremi confini dell'Asia. Quali climi, quale fauna, quali razze d'uomini avrei scoperto, quali imperi, ignari di noi come noi di loro, o tutt'al più informati della nostra esistenza grazie a qualche mercanzia, giunta loro attraverso lunghe serie di mercanti, rara per essi quanto lo è per noi il pepe dell'India, il chicco d'ambra delle regioni baltiche? A Odessos, un mercante tornato da un viaggio di vari anni in quei luoghi mi donò una pietra verde, quasi diafana, che pare sia considerata sacra in un regno immenso di cui egli solo aveva costeggiato i confini, e di cui quell'individuo, inteso solo al suo profitto, non aveva osservato i costumi né gli dèi. Quella gemma bizzarra fece su me la stessa impressione d'una pietra caduta dal cielo, una meteora d'un altro mondo. Conosciamo ancora piuttosto male la configurazione della terra; e non capisco come ci si rassegni a tale ignoranza. Invidio coloro che riusciranno a compiere il giro dei duecentocinquantamila stadi greci calcolati così bene da Eratostene, percorrendo i quali ci si ritroverebbe al punto di partenza. M'immaginavo nell'atto di prendere semplicemente la decisione di continuare a camminare davanti a me, sulla pista che ormai sostituiva le nostre strade. Questa idea mi piaceva... Esser solo, senza beni, senza prestigio, senza alcuno dei benefici d'una qualsiasi cultura, tra uomini nuovi, nel cuore di mondi vergini... Va da sé che era solo un sogno, il più breve di tutti. Quella libertà che inventavo non esisteva che nella mia fantasia: presto, mi sarei creato di nuovo tutto quello a cui avrei rinunciato. Dappertutto non sarei stato altro che un romano in esilio: una specie di cordone ombelicale mi legava all'Urbe. Forse, in quegli anni, al rango di tribuno, mi sentivo legato all'impero più strettamente di quel che non lo sia oggi, da imperatore, per la stessa ragione che le ossa del polso sono meno libere del cervello. Ciò nonostante, quel sogno mostruoso, che avrebbe fatto fremere i nostri avi, saggiamente confinati nella loro terra del Lazio, io l'ho fatto, e l'averlo avuto solo un istante mi rende diverso da essi per sempre. 


(Marguerite Yourcenar; "Memorie di Adriano")

domenica 10 dicembre 2017

...ci vuole un ampio spazio per una cosa così grande

Cosa grande e vasta è la saggezza, ha bisogno di avere libero il campo; oggetto di apprendimento devono essere il divino e l'umano, il passato e il futuro, il transeunte e l'eterno, il tempo. In relazione a quest'ultima entità considera quante nozioni si richiedono: anzitutto se il tempo sia qualcosa di per se stesso, poi se esista qualcosa prima del tempo e senza il tempo; se il tempo sia cominciato con l'universo o se, qualora sia esistito qualcosa prima dell'universo, allora sia esistito anche il tempo. Innumerevoli questioni hanno per oggetto soltanto l'anima: da dove proviene, qual è la sua natura, quando comincia a esistere, quanto a lungo dura la sua esistenza, se passi da un luogo a un altro e muti i suoi domicili, trasferita in successione da una forma di essere animato a un'altra, o se non svolga le sue funzioni più di una volta e, rimessa in libertà, non erri nel gran tutto dell'universo; se abbia consistenza corporea, che cosa sia destinata a fare dopo aver cessato di fare qualcosa per il nostro tramite, come utilizzerà la sua libertà una volta fuggita da questo carcere; se si dimenticherà di tutto il suo passato e comincerà a prendere nozione di sé dal momento in cui, staccatasi dal corpo, si sia ritirata nelle sfere superne. Qualunque parte dell'umano e del divino tu abbia abbracciato, sarai fiaccato dalla mole enorme di cose che devono essere indagate e apprese. Affinché questi problemi così numerosi, così importanti possano trovare libera ospitalità, è indispensabile eliminare dall'animo tutto ciò che è superfluo. La virtù non si acconcerà entro questi angusti confini: ci vuole un ampio spazio per una cosa così grande. Si elimini tutto il resto, il nostro cuore sia interamente libero per lei sola.
 
 
(Seneca; "Lettere a Lucilio")

sabato 5 novembre 2016

A volte mi sento proprio come una grande officina...

A volte mi sento proprio come una grande officina in cui si lavora duramente, si picchia col martello, e sa Dio che cosa. E altre volte mi sento come se dentro fossi di granito, un pezzo di roccia battuto senza posa da forti correnti - una roccia di granito che diventa sempre più scavata, e in cui contorni e forme s'intagliano col passar del tempo. Forse verrà un giorno in cui quelle forme saranno belle e pronte, ben nette nei loro contorni...


(Etty Hillesum; "Diario")

venerdì 21 dicembre 2012

Su una lettera non scritta

(...)
la sera si fa lunga,
la preghiera è supplizio e non ancora
tra le rocce che sorgono t'è giunta
la bottiglia dal mare.


(Eugenio Montale)

venerdì 30 marzo 2012

E ancora non so

(...)
Io giro intorno a Dio,
intorno all'antica torre
- e giro per millenni
e ancora non so,
se sono un falco,
una tempesta
o un lungo canto.


(Rainer Maria Rilke)