venerdì 31 gennaio 2020

...essere quella che in me chiede di svilupparsi pienamente

Non voglio essere niente di così speciale, voglio solo cercare di essere quella che in me chiede di svilupparsi pienamente. A volte credo di desiderare l'isolamento di un chiostro. Ma dovrò realizzarmi tra gli uomini, e in questo mondo.  E lo farò, malgrado la stanchezza e il senso di ribellione
che ogni tanto mi prendono. Prometto di vivere questa vita sino in fondo, di andare avanti. Certe volte mi viene da pensare che la mia vita sia appena all'inizio e che le difficoltà debbano ancora cominciare, altre volte mi sembra di aver già lottato abbastanza. Studierò e cercherò di capire, ma credo che dovrò pur lasciarmi confondere da quel che mi capita e che apparentemente mi svia: mi lascerò sempre confondere, per arrivare forse a una sempre maggior sicurezza. Fin quando non potrò più smarrirmi, e si sarà stabilito un profondo equilibrio - un equilibrio in cui tutte le direzioni saranno sempre possibili.


(Etty Hillesum; "Diario")

Io non sono sola nella mia stanchezza

Un barlume d'eternità filtra sempre più nelle mie più piccole azioni e percezioni quotidiane. Io non sono sola nella mia stanchezza malattia tristezza o paura, ma sono insieme con milioni di persone, di tanti secoli: anche questo fa parte della vita che è pur bella e ricca di significato nella sua assurdità, se vi si fa posto per tutto e se la si sente come un'unità indivisibile.


(Etty Hillesum; "Diario")

domenica 5 gennaio 2020

...e l'intero nostro mondo sarà distorto o illuminato

Anche noi spesso non riusciamo a tener conto nella stessa maniera delle nostre caratteristiche e particolarità psicologiche. Di regola ne siamo completamente ignari, inconsci anche che esse esistano. Oppure se arriva sino a noi una oscura consapevolezza della nostra carenza psicologica ci ritraiamo da una conoscenza più piena. Difatti, come ne "Il paese dei ciechi" di Wells, vedere di più degli altri è tabù. Questi fattori soggettivi, tuttavia, sono potenti entità psichiche, appartengono alla totalità del nostro essere, e non possono essere distrutti. Possiamo ignorarli e rimuoverli, ma essi continuano ad esistere. Finché restano esuli non riconosciuti dalla nostra vita conscia, continueranno ad interporsi tra di noi e tutti gli oggetti che vediamo, e l'intero nostro mondo sarà distorto o illuminato da questo fattore soggettivo aggiunto. Così l'oggetto viene alterato poiché ciò che percepiamo non è mai veramente l'oggetto stesso ma sempre la nostra visione dell'oggetto.


(Esther Harding; "I misteri della donna")