martedì 25 luglio 2017

Non posso tenere in camera un uragano...

- Merano, 13.VI.20

(...) Tu scrivi due specie di lettere, non intendo quelle a penna e quelle a matita, nonostante che anche la scrittura col lapis alluda a parecchie cose e faccia stare in ascolto, ma questa distinzione non è decisiva, l'ultima lettera con la pianta dell' appartamento è, per esempio, scritta col lapis, eppure mi rende felice; felice mi rendono infatti (...) le lettere pacifiche; ai piedi di queste lettere potrei sedere, felice oltre misura questa è pioggia sulla testa che arde. Ma quando, Milena, arrivano quelle altre lettere, e siano per loro natura più apportatrici di felicità che le prime (...), quelle lettere che incominciano con esclamazioni e quelle che terminano con non so quale spavento, allora, Milena, incomincio davvero a tremare come sotto la campana a martello, non posso leggere, e beninteso leggo lo stesso, come l'animale che muore di sete beve, e ho paura e paura, cerco un mobile sotto il quale possa nascondermi, prego tremando e fuori di me in un angolo perché tu, come sei entrata rombante in questa lettera, possa volare di nuovo dalla finestra, non posso tenere in camera un uragano  in tali lettere tu devi avere la testa grandiosa della Medusa, così guizzano i serpenti del terrore intorno al tuo capo e, intorno al mio, ancora più selvaggi i serpenti dell'angoscia.


(Franz Kafka; "Lettere a Milena")

Il pugno

Il pugno stretto intorno al mio cuore
si allenta un poco, e io respiro ansioso
luce; ma già preme
di nuovo. Quando mai non ho amato
la pena d’amore? Ma questa si è spinta

oltre l’amore fino alla mania. Questa
ha la forte stretta del demente, questa
si aggrappa alla cornice della non-ragione, prima
di sprofondare urlando nell'abisso.

Tieni duro allora, cuore. Così almeno vivi.

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The fist clenched round my heart
loosens a little, and I gasp
brightness; but it tightens
again. When have I ever not loved
the pain of love? But this has moved

past love to mania. This has the strong
clench of the madman, this is
gripping the ledge of unreason, before
plunging howling into the abyss.

Hold hard then, heart. This way at least you live.


(Derek Walcott)

mercoledì 19 luglio 2017

...e la bella camera è vuota

(...) Credo, Milena, che noi due abbiamo una particolarità in comune: siamo tanto timidi e ansiosi, quasi ogni lettera è diversa, quasi ciascuna si spaventa della precedente e, più ancora, della risposta. Lei non lo è per natura, lo si vede facilmente, e io forse, nemmeno io lo sono per natura, ma ciò è quasi diventato natura, e si dilegua soltanto nella disperazione, tutt'al più nell'ira e, da non dimenticare, nell'angoscia.

Talora ho l'impressione che abbiamo una camera con due porte, l'una di fronte all'altra, e ognuno stringe la maniglie di una porta e basta un batter di ciglia dell'uno perché l'altro sia già dietro la sua porta e basta che il primo dica una sola parola e il secondo ha già certamente chiuso la porta dietro di sé e non si fa più vedere. Egli riaprirà, si, la porta, perché si tratta di una camera che forse non si può lasciare. Se non fosse esattamente come il secondo, il primo starebbe tranquillo, preferirebbe, in apparenza, non guardare neanche verso il secondo, metterebbe lentamente in ordine la camera, quasi fosse una camera come qualunque altra, ma invece fa esattamente la stessa cosa presso la sua porta, talvolta persino tutti e due sono di là dalle porte e la bella camera è vuota.


(Franz Kafka; "Lettere a Milena")

lunedì 17 luglio 2017

11 agosto 1943

(...) Una volta, nel cuore della notte, una gatta randagia è entrata nella nostra baracca, le abbiamo messo una cappelliera sul gabinetto  e là ha avuto i suoi piccoli.  Certe volte mi sento come un gatto randagio  senza cappelliera.

(Etty Hillesum)

Fuori per campi e boschi

Fuori per campi e boschi
oltre le mura ho viaggiato; 
salito su colline panoramiche 
ho guardato il mondo, sono sceso; 
per la via grande son tornato a casa,
ed ecco ho terminato. 
Le foglie sono tutte morte a terra, 
ma la quercia le sue trattiene
per ammucchiarle una a una 
e lasciarle graffiare e strisciare 
fuori sulla crosta di neve, 
quando le altre staranno a riposare. 
Confuse e immobili le foglie morte,
non più sbattute qua e là;
l'ultimo astro solitario è scomparso;
appassiscono i fiori dell' hamamelis; 
ancora cerca e si tormenta il cuore, 
ma i passi domandano "dove?".
Ah, quando mai al cuore dell'uomo
fu meno che un tradimento 
lasciarsi alla deriva delle cose, 
cedere con grazia alla ragione, 
e piegarsi e accettare la fine 
d'un amore e d'una stagione?


(Robert Frost)

domenica 16 luglio 2017

Che bella cosa aver ricevuto la Sua lettera...

- Merano, 1.VI.20 - Martedì

(...) Che bella cosa aver ricevuto la Sua lettera, doverLe rispondere col cervello insonne. Non so scrivere niente, mi aggiro soltanto fra le righe, alla luce dei Suoi occhi, al respiro delle Sue labbra come in una bella giornata felice che rimane bella e felice anche se la testa è malata e stanca...


(Franz Kafka; "Lettere a Milena")

Merano, 3.VI.20 - Giovedì

Vede, Milena, sono coricato sulla sedia a sdraio, nel mattino, nudo metà al sole, metà all'ombra, dopo una notte quasi insonne; come avrei potuto dormire se, troppo leggero per il sonno, ho sempre volato intorno a Lei e se realmente, proprio come Lei scrive oggi, ero atterrito di ciò "che mi era caduto in grembo", atterrito alla stessa maniera che si racconta dei profeti, i quali erano deboli fanciulli (già o ancora, che sarebbe poi indifferente) e ascoltavano la voce che li chiamava ed erano atterriti e non volevano e puntavano i piedi e avevano una paura che straziava il cervello e già prima avevano udito voci e non sapevano donde venisse il suono terribile proprio in quella voce - era la debolezza del loro orecchio o la forza di questa voce - e non sapevano nemmeno (poiché erano bambini) che la voce aveva già vinto e si era insediata appunto mediante quella loro paura mandata avanti come un presentimento, ma ciò non diceva ancor nulla in merito alle loro facoltà profetiche, perché molti odono la voce, ma anche oggettivamente è ancora dubbio che ne siano degni e per sicurezza preferiscono negare decisamente fin dall'inizio - dunque, così stavo coricato quando giunsero le Sue due lettere...


(Franz Kafka; "Lettere a Milena")

Girl reading


Fuoco e ghiaccio

Dicono alcuni che finirà nel fuoco 
Il mondo; altri, nel ghiaccio. 
Del desiderio ho gustato quel poco
Che mi fa scegliere il fuoco.
Ma se dovesse due volte finire, 
So pure che cosa è odiare, 
E per la distruzione posso dire
Che anche il ghiaccio è terribile
E può bastare. 

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Some say the world will end in fire. 
Some say in ice. 
From what I've tasted of desire 
I hold with those who favor fire. 
But if I know enough of hate
To say that for destruction ice
Is also great 
And would suffice.


(Robert Frost)

sabato 8 luglio 2017

Il pianoforte

Il pianoforte baciato da una fragile mano
vagamente riluce nella sera rosa e grigia, 
mentre con un lievissimo frèmito d'ala 
un'aria molto antica, flebile, incantevole, 
si aggira discreta, quasi spaurita,
nel boudoir che conserva il Suo profumo.

Cos'è questa nenia improvvisa 
che lenta dondola il mio povero essere? 
Che vorresti da me, dolce Canto scherzoso? 
Cos'hai voluto, ritornello fine ed incerto 
che morirai ben presto alla finestra 
semiaperta sul piccolo giardino?

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Le piano que baise une main frêle
Luit dans le soir rose et gris vaguement,
Tandis qu'un très léger bruit d'aile
Un air bien vieux, bien faible et bien charmant
Rôde discret, épeuré quasiment,
Par le boudoir longtemps parfumé d'Elle.

Qu'est-ce que c'est que ce berceau soudain
Qui lentement dorlote mon pauvre être ?
Que voudrais-tu de moi, doux Chant badin ?
Qu'as-tu voulu, fin refrain incertain
Qui vas tantôt mourir vers la fenêtre
Ouverte un peu sur le petit jardin ?


(Paul Verlaine)