domenica 19 dicembre 2021

...diventare come volete

A me pare che, se ci provaste davvero, con il tempo vi sarebbe possibile diventare come volete; e che se da oggi cominciaste con risoluzione a correggere pensieri e azioni, in pochi anni avreste accumulato una nuova e immacolata riserva di ricordi, sui quali potreste ritornare con piacere.


(Charlotte Brontë; "Jane Eyre")

Tutto ciò che vedo

Tutto ciò che vedo mi ha fatto provare gratitudine e non sconforto.


(Charlotte Brontë; "Jane Eyre")

...spuntò la luce e giunse il sollievo

Riflettei; la mia vita era così infelice che dovevo cambiare, o morire. Dopo un periodo di buio e lotta, spuntò la luce e giunse il sollievo: la mia esistenza ristretta si allargò a un tratto in una pianura senza confini, le mie capacità sentirono che Dio le chiamava ad alzarsi, riunire tutta la loro forza, dispiegare le ali, e salire al di là di ogni comprensione.


(Charlotte Brontë; "Jane Eyre")

Una sola idea mi pulsava ancora viva dentro

I miei occhi erano coperti e chiusi: un'oscurità vorticosa pareva girarmi attorno, e i pensieri fluivano, neri e confusi. Mi pareva di essermi sdraiata nel letto prosciugato di un grande fiume, abbandonandomi con tranquillità e senza sforzo; sentii il fluire dell'acqua in montagne distanti, e sentii il torrente arrivare: non avevo voglia di alzarmi, non avevo la forza di fuggire. Giacevo inerte, bramando la morte. Una sola idea mi pulsava ancora viva dentro: un ricordo di Dio, che mi indusse a una preghiera silenziosa; queste parole vagavano nella mia mente buia, come qualcosa che debba essere sussurrato, ma non trovavo l'energia per esprimerle: "Da me non stare lontano, poiché l'angoscia è vicina e nessuno mi aiuta". (...) Quell'ora amara era indescrivibile: in verità "l'acqua mi giunse alla gola. Affondai nel fango e non avevo sostegno; caddi in acque profonde e l'onda mi travolse".


(Charlotte Brontë; "Jane Eyre")

venerdì 19 novembre 2021

In me il tuo ricordo

In me il tuo ricordo è un fruscio 
solo di velocipedi che vanno 
quietamente là dove l'altezza 
del meriggio discende 
al più fiammante vespero 
tra cancelli e case 
e sospirosi declivi 
di finestre riaperte sull'estate.
Solo, di me, distante 
dura un lamento di treni, 
d'anime che se ne vanno. 

E là leggera te ne vai sul vento,
ti perdi nella sera.


(Vittorio Sereni)

Uccelli migratori


- uccelli migratori - 
anche la casa dove sono nato
è oggi il tetto di una notte

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furusato mo
ima wa karine ya
wataridori


(Mukai Kyorai)

domenica 5 settembre 2021

...io sono Jo, e non cambierò mai

Mia dolce mammina,
tre urrà per il nostro caro papà. Brooke è stato davvero in gamba a telegrafarci subito che era migliorato. Io sono corsa in soffitta e ho cercato di ringraziare Dio per la sua bontà, solo che sono riuscita soltanto a piangere e ripetere mille volte: "Come sono contenta! Come sono contenta!" Non pensi che possa andare bene lo stesso, come una vera preghiera? Avevo il cuore pieno di riconoscenza, in quel momento. Qui le cose vanno benone, e adesso possiamo goderci questo periodo con gioia. Sono tutti così incredibilmente buoni che mi sembra di vivere in un nido di colombi. Ti verrebbe da ridere a vedere Meg seduta a capotavola, che cerca di essere materna. Diventa ogni giorno più carina, e qualche volta credo di esserne innamorata. Le bambine sono dei veri angioletti, e io... Be', io sono Jo, e non cambierò mai.


(Louisa May Alcott; "Piccole donne")

Ma nel mirare scene simili, tutto dipende dall'umore che vi tiene

(...) siccome nella posizione ordinaria di galleggiamento del leviatano le pinne caudali si trovano notevolmente al di sotto del livello della schiena, esse sono in questo caso completamente nascoste sotto il pelo dell'acqua; ma quando l'animale è sul punto di tuffarsi negli abissi, tutte e due queste pinne, con nove metri almeno del suo corpo, vengono proiettate a perpendicolo nell'aria, e lì rimangono a vibrare un attimo, finché sprofondando di colpo scompaiono alla vista.
(...) questo impennarsi delle pinne della balena è forse lo spettacolo più grandioso che offra tutta la natura animata. Fuori dagli abissi senza fondo, la coda gigantesca sembra tesa in uno sforzo spasmodico verso il più alto dei cieli. Così, in sogno, ho veduto Satana allungare maestoso su dalla fiamma baltica dell'inferno il suo colossale artiglio tormentato. Ma nel mirare scene simili, tutto dipende dall'umore che vi tiene: se l'umore è dantesco, vi verranno in mente i diavoli; se è quello d'Isaia, gli arcangeli. Mentre stavo in testa d'albero sulla mia nave durante un'aurora che tingeva di cremisi cielo e mare, vidi una volta, a oriente, una gran mandria di balene tutte rivolte verso il sole, che per un attimo vibrarono all'unisono le code levate a picco. Mai, così mi parve allora, si era vista l'adorazione agli dèi concretarsi in un modo tanto grandioso, nemmeno in Persia, patria degli adoratori del fuoco. Come Tolomeo Filopatro testimoniò dell'elefante africano, io allora testimoniai della balena, dichiarandola la più pia di tutte le creature. Poiché, secondo il re Giuba, gli elefanti militari dell'antichità salutavano spesso il mattino levando le proboscidi in mezzo al più profondo silenzio.


(Herman Melville; "Moby Dick")

giovedì 22 luglio 2021

...si ruppero le dighe che la tua intelligenza aveva alzato

Pazzia, come la chiamarono quegli uomini bianchi senza sguardo. Adesso vedo perché ti è scoppiata tra le mani proprio quando il tuo nemico cadde distrutto come tu pregavi. Cadendo lui, ti si ruppe la tensione d'acciaio per la quale hai vissuto estraniandoti da te stessa, dalla tua carne; cadendo il contraddittore, sei restata muta e sola, con i fatti della tua vita denudati della corazza che ti permetteva di non ascoltare i particolari, le virgole della tua vicenda. E nuda con te stessa, le passività femminili, le emozioni tenere delle tue spalle morbide, del tuo seno grande, si ruppero le dighe che la tua intelligenza aveva alzato fra te e te, spalancando una fiumana di paure, che avevi ignorato di avere. Come tutte le donne, essendo intelligente, dovevi esserlo più di un uomo; coraggiosa più di un uomo. Ma non si sfugge alla propria natura: puoi sì affamarla, costringerla al silenzio anche per molto tempo; ma prima o poi la sua fame la spinge fuori coi denti, le unghie affilate e ti dilania le carni e le vene.


(Goliarda Sapienza; "Lettera aperta")

Miss Violet Henry

lunedì 14 giugno 2021

Ho preso lo spago dei ricordi

Ho preso lo spago dei ricordi, e mi perdo in questo mare chiaro, pulito, di voci e di volti come in un labirinto. È inutile fluttuare così tra il soffitto e la finestra, guardando fuori. L'albero è l'albero; quell'autobus che passa, un autobus. Vedo con chiarezza, e questo mi fa girare la testa.


(Goliarda Sapienza; "Lettera aperta")

...voglio parlare d'amore, lasciatemi in pace

(...) voglio parlare d'amore, lasciatemi in pace. Cosa avete capito? Non mi fraintendete: non l'amore che intendete voi, ma d' "amore". Anzi, già che questa parola, così malintesa e usata tanto che si è scolorita e sbrindellata, è caduta dalle mie labbra, ci tengo a chiarire subito: se fra voi c'è qualche appassionato di "storie d'amore" sappia che di questo argomento non parlerò. Anche a me piacciono le storie d'amore, ma il fatto è che, pur avendo avuta la mia porzione agrodolce, dell'amore non ne ho mai capito niente: l'ho solo subíto. E come posso parlare di una cosa che ho solo subita? Se ve la raccontassi, con il dolorismo che mi ritrovo, ne avreste la peggio. Per educazione non lo farò. Non so cosa sia amore fra uomo e donna: non so come nasce, perché nasce, come muore. So solo che ci sono molti fraintendimenti in questa parola. Moltissimi. Sta seppellita sotto montagne di detriti. Dovresti essere un archeologo, e non lo sono, per ripescarla nella sua purezza. Oltre tutto per parlarne dovrei inventarmi qualche bugia in più di quelle che già vi dico: e una, due, tre, quattro bugie sono la vita, la chiarezza. Ma dieci, cento sono il regno dei sogni, il paradiso, l'evasione nella fantasticheria, la menzogna sistemata in ideologia. No, non sono bugiarda fino a questo punto.


(Goliarda Sapienza; "Lettera aperta")

venerdì 11 giugno 2021

18 febbraio 1852

Ho un quaderno per gli appunti e un altro per la poesia, ma mi risulta sempre più difficile rispettare la vaga distinzione che avevo in mente, perché i fatti più belli e interessanti sono l'origine della migliore poesia, ed è in questo che risiede la loro attrattiva. É come tradurli dalla terra al cielo. Mi rendo conto che se i fatti che mi accadono fossero tutti abbastanza vividi e significativi - e magari trasmutati nell'essenza della mente umana - non avrei bisogno che del libro di poesia per contenerli tutti.


(Henry David Thoreau; "Io cammino da solo")

Questo desiderio è perenne e costante

- 10 gennaio 1851

(...) Quando il desiderio di migliorarci è sincero, allora ci eleviamo all'istante, e siamo già migliori di prima.

- 9 febbraio 1851

(...) Il mio desiderio di conoscenza è intermittente, ma il mio desiderio di entrare in comunione con lo spirito dell'universo, di essere inebriato dagli effluvi del suo essere divino, chiamiamolo così,  di attraversare le atmosfere con la mente e di conquistare vette irraggiungibili a piedi, questo desiderio è perenne e costante.


(Henry David Thoreau; "Io cammino da solo")

domenica 21 marzo 2021

Tutto ciò che abbiamo vissuto si è depositato in noi

- 8 febbraio 1841

Tutto ciò che abbiamo vissuto si è depositato in noi, e qui giace. Ci tiene compagnia. Un giorno, nella salute o nella malattia, tornerà a galla e sarà ricordato. Né il corpo né l'anima dimenticano nulla. Il ramoscello ricorda sempre il vento che lo ha scosso, e la pietra l'urto che ha ricevuto. Provate a chiedere agli alberi secolari o alla sabbia.


(Henry David Thoreau; "Io cammino da solo")

...anche stasera appunto pensieri ed esperienze

- 28 ottobre 1853

Negli ultimi due o tre anni il mio editore (così chiamato a sproposito) mi ha scritto di tanto in tanto per chiedermi cosa doveva farne delle copie invendute di "Una settimana sui fiumi Concord e Merrimack", finché non mi ha confessato che aveva bisogno di liberare un po' di spazio nel suo magazzino. Così me le sono fatte spedire tutte qui. Sono arrivate oggi per espresso: riempivano un intero carro: 706 copie di un'edizione da 1000, che ho cominciato a pagare a Monroe quattro anni fa e non ho ancora saldato. Quantomeno alla fine la merce mi è stata mandata e adesso ho l'opportunità di esaminare il mio acquisto. Queste copie sono qualcosa di molto più concreto della fama, lo può confermare la mia schiena, che le ha trasportate per due rampe di scale fino a un posto simile a quello da cui sono arrivate. Delle altre 294, 75 sono state date in omaggio, e soltanto le rimanenti sono state vendute. Così, adesso, mi ritrovo con una biblioteca di quasi novecento volumi, di cui settecento scritti da me.  Ma non è forse giusto che l'autore possegga i frutti delle sue fatiche? I miei libri sono impilati contro una parete della mia stanza, per un metro circa d'altezza, la mia opera omnia. Ecco cosa significa essere un autore; quelle copie sono il prodotto del mio cervello. Un solo colpo di fortuna, in tutta questa faccenda: le copie non rilegate erano state incartate dallo stampatore quattro anni fa in semplici involti, sui quali aveva scritto:

H.D. Thoreau
Concord Fiume
50 copie.

Per cui Monroe ha dovuto soltanto tagliare "fiume", scrivere "Massachusetts" e consegnarle al corriere. E adesso posso vedere per cosa scrivo, il risultato del mio lavoro. Eppure, nonostante questo, seduto accanto alla massa inerte dei miei libri, anche stasera appunto pensieri ed esperienze con la stessa soddisfazione di sempre. Anzi, penso che questo risultato sia di gran lunga migliore e più stimolante dell'ipotesi d'aver venduto un migliaio di questi oggetti, perché in questo modo la mia vita rimane privata e io sono più libero.


(Henry David Thoreau; "Io cammino da solo")

mercoledì 10 marzo 2021

Finestra fiesolana

Qui dove il grillo insidioso buca 
i vestiti di seta vegetale 
e l'odor della canfora non fuga 
le tarme che sfarinano nei libri, 
l'uccellino s'arrampica a spirale 
su per l'olmo ed il sole tra le frappe 
cupo invischia. Altra luce che non colma, 
altre vampe, o mie edere scarlatte.


(Eugenio Montale)

sabato 6 marzo 2021

Sono come una piuma che fluttua nell'aria

Sono consapevole del fatto che esistono suoni della natura che il mio orecchio non potrà mai cogliere - e ciò che odo è soltanto il preludio di una melodia. Più incedo e più essa si ritira. Molto, ma molto più in là essa si nasconde insieme al suo significato. Basteranno questa fede e questa speranza a darmi orecchie più sensibili, prima o poi? Non vedrò mai la fine, né sentirò fino in fondo, ma la parte migliore è proprio quella mai vista e mai sentita. Sono come una piuma che fluttua nell'aria: intorno a me, da ogni lato, abissi insondabili.


(Henry David Thoreau; "Io cammino da solo")

domenica 28 febbraio 2021

Presentazione di Maria al Tempio

Per comprendere com'ella fosse allora 
devi prima raccoglierti in un punto 
dove in te agiscono colonne e gradinate
tu puoi intuire; dove archi perigliosi 
travalicano l'abisso di uno spazio 
che in te restò poiché su tali blocchi 
s'innalzava che tu mai più da te
li svellerai: tu stesso crolleresti. 
Se giungi a questo e tutto in te è di pietra 
parete, sala, colpo d'occhio, volta -, allora prova 
a discostare un poco con le mani 
il grandioso sipario che hai davanti:
tutto risplende di maestosi oggetti 
che soverchiano in te sorriso e tatto. 
In alto, in basso, palazzi su palazzi,
più ampie da balaustre balaustre erompono 
per emergere in alto a tali bordi 
che tu, quando li guardi, hai le vertigini. 
Da tripodi fumanti una foschia 
avvolge ciò che è vicino, ma il lontano 
figge su te i suoi diritti raggi -, 
e se ora da coppe in chiare fiamme 
svaria un bagliore su vesti che si appressano: 
tu come resisti?

Ma lei giunse e sollevò lo sguardo 
ad abbracciare tutto questo. 
(Un'infante, una bimba tra le donne). 
Poi salì, quieta, tutta in sé fidente, 
verso lo sfarzo che per lusinga si ritrasse: 
tanto era ciò che edificano gli uomini
sommerso, sopraffatto dalla lode 

nel loro cuore. Dall'ardore
di abbandonarsi ad interiori segni. 
Ed erano convinti i genitori 
di inviarla lassù dove sembrò riceverla 
quel minaccioso dal petto sfolgorante,
ma piccola com'era passò di mano in mano 
sino al destino suo ch'era già pronto, alto 
più della sala, e di quella magione ben più greve.


(Rainer Maria Rilke)

domenica 31 gennaio 2021

Mi basta sentirmi fertile

- 16 novembre 1850

(...) Il mio diario dev'essere una testimonianza delle mie passioni. In esso scriverò soltanto delle cose che amo, della mia fascinazione nei confronti di qualsiasi aspetto del mondo, di ciò a cui mi piace pensare. Non ho ambizioni più specifiche o elaborate di quelle di un bocciolo, che sicuramente mira a diventare un fiore e un frutto, dall'estate all'autunno, ma al quale, sul momento, interessano soltanto il calore del sole e l'aria primaverile. Mi sento maturo per qualcosa, eppure non faccio nulla, né voglio scoprire per cosa sono pronto. Mi basta sentirmi fertile. Per me è arrivato il tempo della semina. Sono rimasto incolto per troppo tempo. Nonostante io sia dominato, non senza motivo, dalla sensazione di non meritare tutto ciò che ho, e nonostante mi consideri ancora uno sbandato, per la maggior parte del tempo lo spirito dell'universo è inspiegabilmente gentile nei miei confronti, e so apprezzare un'imprevista condivisione di questa felicità.


(Henry David Thoreau; "Io cammino da solo")

...e un attimo dopo il sole splendeva sul mio sentiero

La mente è soggetta a vari stati d'animo, simili alle ombre delle nuvole che passano sopra la terra. Non prestar loro troppa attenzione. Che il viaggiatore non si fermi a guardarle. Esse possono coesistere con il tempo più bello. Una volta il malumore mi dissuase dal continuare la mia camminata, ma poi, nello stesso istante, osservai l'ombra di una nuvola di piccole dimensioni che passava sopra di me, la quale, pur non avendo alcun nesso con il mio umore, mi suggerì quanto dovessi considerarlo passeggero e irrilevante. Ripresi a camminare, e un attimo dopo il sole splendeva sul mio sentiero, sia dentro che fuori.


(Henry David Thoreau; "Io cammino da solo")

Thoughtful woman

martedì 26 gennaio 2021

...in quel momento mi ricordai che il mondo reale era vasto

(...) in quel momento mi ricordai che il mondo reale era vasto, e che una varietà di speranze e timori, di sensazioni ed entusiasmi, attendeva coloro che avevano il coraggio di andare avanti nella sua vastità, a cercare di conoscere la vita tra i suoi pericoli.


(Charlotte Brontë; "Jane Eyre")

Ho un'altra convinzione, che nessuno mi ha mai insegnato

"(...) Abbiamo tutti le nostre colpe in questo mondo, non può essere altrimenti, ma confido che presto verrà il tempo in cui ce ne libereremo, liberandoci dei nostri corpi corruttibili. Quando l'avvilimento e il peccato ci lasceranno, insieme a questa scomoda carne, e rimarrà solo la scintilla dello spirito, il principio impalpabile della luce e del pensiero, puro come quando lasciò il Creatore per ispirare la creatura, tornerà da dove è venuto; forse per essere trasmesso a qualche essere più grande dell'uomo, forse per passare attraverso diversi stadi di gloria, dalla pallida anima umana fino a brillare tra i serafini! Di sicuro non degenererà mai da uomo a demonio. No, non posso crederlo. Ho un'altra convinzione, che nessuno mi ha mai insegnato e di cui parlo raramente, ma che mi riempie di gioia, e alla quale mi attengo perché dà speranza a tutti: l'Eternità è un riposo, una casa potente, non un terribile abisso. Del resto, con questa convinzione riesco a distinguere con molta chiarezza il criminale dal suo crimine; posso perdonare sinceramente il primo pur aborrendo il secondo: con questa convinzione la vendetta non mi tormenta mai, la degradazione non mi disgusta troppo, l'ingiustizia non mi affligge oltremodo. Vivo nella tranquillità, guardando alla fine." Il capo di Helen, sempre chino, scese ancora un poco mentre finiva questa frase. Vidi dal suo sguardo che non desiderava più parlarmi, quanto piuttosto intrattenersi con i propri pensieri.


(Charlotte Brontë; "Jane Eyre")

Quel pomeriggio trascorse in pace e armonia

Quel pomeriggio trascorse in pace e armonia; e la sera Bessie mi raccontò alcune delle sue storie più belle, e mi cantò alcune delle sue canzoni più dolci. Anche per me la vita aveva i suoi sprazzi di sole.


(Charlotte Brontë; "Jane Eyre")

martedì 19 gennaio 2021

...verso il mare delle cause e degli effetti

Ogni nostro gesto, come un granchietto terricolo, non appena è nato si avvia verso il mare delle cause e degli effetti, e lì giunto si tuffa nell'eternità.


(Henry David Thoreau; "Io cammino da solo")

Il mio pensiero deve alimentarmi, scaldarmi e vestirmi

- 22 marzo 1842 

Non c'è niente di più utile per un uomo che essere determinato a fare le cose con calma.  Non è l'insuccesso del mio antagonista a decretare la mia riuscita, bensì il benessere dell'umanità tutta. Non posso pensare né esprimere i miei pensieri se davanti a me non ho uno spazio infinito. La volta del cielo non è mai troppo alta, né il mare troppo profondo, per chi vuole esprimere grandi pensieri. Il mio pensiero deve alimentarmi, scaldarmi e vestirmi. Dev'essere un'attività che coinvolga ogni aspetto della mia natura. Devo sapere che le divinità sono al mio fianco.


(Henry David Thoreau; "Io cammino da solo")

sabato 9 gennaio 2021

Una caratteristica pervade tutto l'insieme

- 12 dicembre 1837 

Quando parliamo di una caratteristica di una persona, o di una nazione, siamo convinti di poter descrivere una singola parte, quasi fosse un dato matematico; ma non funziona così. Una caratteristica pervade tutto l'insieme. Alcune parti possono essere isolate dal nucleo meglio di altre, ma non c'è un solo frammento che non sia illuminato o oscurato da esso. 

Nessuna delle facoltà dell'uomo è stata creata con un intento frivolo o malvagio; in nessun caso un individuo può essere del tutto cattivo,  giacché anche le peggiori passioni affondano le radici in quelle migliori: l'ira, ad esempio, può essere un desiderio distorto di giustizia e conservare tracce della sua origine. Allo stesso modo, è stato dimostrato che una spina è un ramo mancato, "il quale, nonostante tutto, anche sotto forma di spina può generare foglie, e addirittura, come nel caso della Euphorbia heptagona, fiori e frutti".


(Henry David Thoreau; "Io cammino da solo")

Sosta durante la fuga in Egitto

Questi che ancora senza fiato
scamparono alla strage degli innocenti:
come si sono in questo loro andare 
inavvertitamente fatti grandi.

Il groppo del terrore si era appena
sciolto nel trepido volgersi a guardare, 
che già intere città sul loro grigio
mulo mettevano in pericolo;

così che quando, piccoli nel paese vasto 
- quasi un nonnulla loro - si appressavano
ai massicci templi tutti gli idoli 
fuori di senno esplodevano, traditi.

Come è pensabile che il loro andare 
spingesse tutto a una rabbia tanto cieca? 
E provarono sgomento di se stessi,
solo il bambino era quieto oltre il dicibile.

Così dovettero adattarsi a riposare 
un poco - ed ecco, allora accadde: 
l'albero che li sovrastava silenzioso 
su loro si protese come un servo: 

e si inchinò. Lo stesso albero 
delle cui fronde morti faraoni 
si adornarono la fronte per l'Eterno,
si chinò. Sentiva nuove corone 
fiorire. E se ne stavano loro, come in sogno.


(Rainer Maria Rilke)

mercoledì 6 gennaio 2021

Nascita di Maria

O quanto deve essere costato agli angeli 
non prorompere in canto come si erompe in pianto,
giacché sapevano: questa notte si genera al fanciullo
la madre, all'Unico, che presto apparirà.

Librandosi tacquero l'un l'altro e si indicavano la via 
dove solitario giaceva il casolare di Gioacchino, 
oh, percepivano nello spazio e in sé il puro addensarsi, 
ma a nessuno era dato di scendere laggiù.

Che già si smarrivano i due in vani gesti,
una vicina accorse e agì felicemente senza sapere come,
il vecchio andò a calmare i muggiti di una mucca 
scura. Giacché così non era stato mai.


(Rainer Maria Rilke)