giovedì 16 aprile 2020

E dunque sembra non esserci nulla che non va nell'universo

- Amsterdam, fine dicembre 1942

(...) una persona dall'indole piuttosto contemplativa non è veramente adatta a spiegare le caratteristiche di un determinato luogo e di un determinato avvenimento. Si scopre infatti che quelle che potremmo chiamare le materie prime della vita sono dappertutto le stesse, che in ogni luogo di questa terra si può vivere la propria vita in modo ricco di significato o altrimenti morire, e che l'Orsa Maggiore brilla altrettanto fedele sopra un paesino sperduto e sopra una grande città nel cuore di uno Stato - o anche sopra una miniera di carbone della Slesia, secondo le mie ardite supposizioni.  E dunque sembra non esserci nulla che non va nell'universo...


(Etty Hillesum; "Lettere")

mercoledì 15 aprile 2020

...la causa della grandezza e dell'intensità di una vita

- Amsterdam, mercoledì 4 novembre 1942 

(...) Mi capita spesso di domandarmi se la realizzazione ha davvero a che fare con i desideri. Certo, quando il desiderio è debole, è come una metà che, per essere qualcosa di autonomo, necessita della realizzazione, la quale funge appunto da seconda metà. Ma i desideri possono crescere meravigliosamente, sino a diventare qualcosa di intero, di compiuto, di integro, che non necessita di completamento, che cresce, prende forma e si riempie attingendo esclusivamente da se stesso. Talvolta verrebbe da pensare che proprio questa doveva esser stata la causa della grandezza e dell'intensità di una vita, l'aver accondisceso a desideri troppo grandi, che dall'interno, quasi fossero spinti da un meccanismo a scatto, si gettavano fuori nella vita, azione dopo azione, effetto dopo effetto, non sapendo nemmeno più qual era in origine la loro meta e tramutandosi, in modo puramente elementare, alla stregua di un'impetuosa cascata d'acqua, in esistenza immediata, in lieto coraggio, così come gli eventi e le occasioni li mettevano in circolo.


(Etty Hillesum; "Lettere")

giovedì 9 aprile 2020

...ottenere il vero bene oppure darlo agli altri

Nel monastero di Optynia Pustina durante più di trenta anni giacque su un basso giaciglio un monaco paralitico, che poteva usare solo la mano sinistra. I dottori dicevano che egli doveva soffrire molto, ma egli non solo non si lamentava del suo stato, ma in continuazione facendo il segno della croce, guardando le icone, sorridendo esprimeva chiaramente e sinceramente la sua gratitudine a Dio e la sua gioia per quella scintilla di vita che lo riscaldava. Decine di migliaia di visitatori andavano da lui, ed è difficile immaginare quanto bene è stato diffuso nel mondo da quest'uomo impossibilitato a qualsiasi attività. Finché nell'uomo c'è vita, egli può sempre ottenere il vero bene oppure darlo agli altri. Può ottenere questo bene, perché perfezionandosi nell'amore, non può non assaporare il bene supremo riservato a colui che ha posto in ciò lo scopo della vita e in aggiunta, non può non contribuire al bene della gente, perché la contagia con quella sua capacità di amore, la quale sola dà alla gente il vero bene.


(Lev Tolstoj; "Il risveglio interiore")

The Sea Maidens


Mercoledì 11 agosto 1943

- A Maria Tuinzing,
Westerbork

Quasi tutte le persone di qui sono molto più povere del necessario, perché nel libro mastro della vita registrano la loro nostalgia degli amici e della famiglia come una perdita - mentre il fatto stesso che un cuore sia in grado di desiderare e amare così tanto bisognerebbe conteggiarlo fra i beni più preziosi.


(Etty Hillesum; "Lettere")