lunedì 30 ottobre 2017

Chi dentro di sé non gioisce quando l'eroe si toglie l'armatura?

...chi biasimerà il comandante della spedizione disperata se, dopo aver osato l'impossibile e usato tutta la sua forza fino all'ultima goccia ed essendosi addormentato senza curarsi del risveglio, ora capisce da un certo prurito all'alluce che è vivo e tutto sommato l'idea non gli dispiace, ma ha bisogno di comprensione e whisky e qualcuno cui raccontare subito la storia delle sue sofferenze? Chi potrà biasimarlo? Chi dentro di sé non gioisce quando l'eroe si toglie l'armatura, e si ferma davanti alla finestra e guarda sua moglie e suo figlio che all'inizio sono molto distanti, ma pian piano si avvicinano sempre di più, finché labbra e libro e testa sono chiaramente davanti a lui, anche se ancora piacevoli e poco familiari per l'intensità del suo isolamento e la rovina degli anni e il perire delle stelle, e finalmente rimettendosi la pipa in tasca e chinando la splendida testa davanti a lei - chi lo biasimerà se rende omaggio alla bellezza del mondo?


(Virginia Woolf; "Gita al faro")

Significare qualcosa di raro nella storia del sentimento umano

A tratti, un senso di ammirazione quasi di estranea mi prendeva per il cammino da me percorso; avevo la rapida intuizione di significare qualcosa di raro nella storia del sentimento umano, d'essere tra i depositari d'una verità manifestantesi qua e là a dolorosi privilegiati...  E, pensosa, mi chiedevo se sarei riuscita un giorno ad esprimere per la salvezza altrui una parola memorabile.


(Sibilla Aleramo; "Una donna")

L'abisso tra il mondo esterno e il mio mondo interiore

(...) Portavo con me pensieri di cui non potevo parlare con nessuno, sarebbero stati solo fraintesi. Avvertivo nel modo più penoso l'abisso tra il mondo esterno e il mio mondo interiore, né potevo ancora cogliere quella interazione tra questi due mondi, che oggi vedo con chiarezza. Scorgevo solo un'insanabile contraddizione tra dentro e fuori. Comunque, fin dal principio mi era chiaro che avrei potuto mettermi in rapporto col mondo esterno e con gli uomini solo se fossi riuscito a mostrare che i contenuti dell'esperienza psichica sono reali e non solo come mie esperienze personali, ma come esperienze collettive, che dunque anche altri possono avere. In seguito, ho cercato di dimostrare questo nelle mie opere scientifiche, ma prima, feci tutto quanto era in mio potere per comunicare a coloro che mi erano vicini, un nuovo modo di vedere. Sapevo, che se non vi fossi riuscito, sarei stato condannato a una solitudine assoluta.


(Carl Gustav Jung; "Ricordi, sogni, riflessioni")

sabato 14 ottobre 2017

Tu dove sei? Non senti l’immensa angoscia che mi opprime?

- Roma, Lunedì notte 8 / 9 agosto 1887

È notte alta. Io sono solo in questa stanza: il palazzo Barberini è illuminato misteriosamente dalla luna che nasce; il mio letto, la' in fondo, è tutto bianco, così largo che potrebbe accogliere anche il tuo corpo… Se tu venissi! Io ti dicevo che il desiderio del tuo corpo si fa in me ogni giorno più ardente e più torturante. Le immagini del piacere mi incalzano da tutte le parti. È una febbre. Se bene io stia stanco e triste, al sol pensiero che io potrei possederti e stringerti ignuda come una volta, sento un brivido profondo corrermi nelle vene ed una strana vitalità d’amore corrermi nei muscoli ed agitarmi. È una notte tentatrice. La mia stessa languidezza mi fa più voluttuoso ed il desiderio di dimenticare il dolore e la miseria reale mi fa avido di piaceri sensuali… La fontana del giardino Barberini canta più dolce di un usignolo in un bosco di rose all'alba prima. Tu dove sei? Non senti l’immensa angoscia che mi opprime? Non senti il mio desiderio che attraversa gli spazi infiniti e viene a cercarti ed infiammarti l’anima nel sonno? Come ti amo Barbara! E come questo mio dolore è al di sopra delle forze umane!

Sento una specie di soffocazione. Mi pare quasi che io non debba giungere all’alba. Aiutami! Aiutami tu!

Gabriel


(Gabriele D'Annunzio; lettera a Barbara Leoni)

...il più umano dei dolori

Nel silenzio che seguì, vidi per la prima e l'ultima volta quel viso sempre illuminato come da una visione interna, oscurarsi, alterarsi, esprimere il più umano dei dolori, la semplice profonda sofferenza di chi si sente abbandonato...


(Sibilla Aleramo; "Una donna")

Autunno

Le foglie cadono da lontano, quasi
giardini remoti sfiorissero nei cieli;
con un gesto che nega cadono le foglie.

Ed ogni notte pesante la terra
cade dagli astri nella solitudine.

Tutti cadiamo. Cade questa mano,
e ogni altra mano che tu vedi.

Ma tutte queste cose che cadono, Qualcuno
con dolcezza infinita le tiene nella mano.

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Die Blätter fallen, fallen wie von weit,
als welkten in den Himmeln ferne Gärten;
sie fallen mit verneinender Gebärde.

Und in den Nächten fällt die schwere Erde
aus allen Sternen in die Einsamkeit.

Wir alle fallen. Diese Hand da fällt.
Und sieh dir andre an: es ist in allen.

Und doch ist Einer, welcher dieses Fallen
unendlich sanft in seinen Händen hält.


(Rainer Maria Rilke)

Blu oltremare


Always keep in mind that all are frail


Always keep in mind that all are frail, but none so frail as yourself.


(Tommaso da Kempis)