mercoledì 28 dicembre 2011

Casida del pianto

Ho chiuso la mia finestra
perché non voglio udire il pianto,
ma dietro i grigi muri
altro non s'ode che il pianto.

Vi sono pochissimi angeli che cantano,
pochissimi cani che abbaiano;
mille violini entrano nella palma della mia mano.

 Ma il pianto è un cane immenso,
il pianto è un angelo immenso,
il pianto è un violino immenso,
le lacrime imbavagliano il vento.
E altro non s'ode che il pianto.

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"Casida de llanto"

He cerrado mi balcón
porque no quiero oír el llanto
pero por detrás de los grises muros
no se oye otra cosa que el llanto.

Hay muy pocos ángeles que canten,
hay muy pocos perros que ladren,
mil violines caben en la palma de mi mano.

El llanto es un perro inmenso,
el llanto es un ángel inmenso,
el llanto es un violín inmenso,
las lágrimas amordazan al viento,
y no se oye otra cosa que el llanto.


(Federico Garcia Lorca, 1935)

Il desiderio è il tema della vita...

- Thereza: "L'estrema inutilità di ogni cosa. Lo vedo anche nei fiori, lo odo nella musica: la vita è senza scopo e senza senso."

 - Calvero: "Perché vuole che abbia senso? La vita non ha un senso: è Desiderio. Il desiderio è il tema della vita, è quello che spinge una rosa ad essere una rosa e a voler crescere così, e una pietra a contenere se stessa e rimanere così."


(Charlie Chaplin; "Luci della ribalta" - 1952)

martedì 27 dicembre 2011

Il mio bozzolo è stretto

Il mio bozzolo è stretto, mi chiamano i colori,
e sto cercando l'aria.
Già un'oscura capacità di ali
mi fa spezzare l'abito che indosso.

La potenza della farfalla è in questa
attitudine al volo,
che le concede prati di maestà
ed i volteggi facili nel cielo.

E devo tormentarmi nel presagio
e decifrare il segno
e commettere errori, se alla fine
io troverò la mia chiave divina.


(Emily Dickinson)

venerdì 23 dicembre 2011

Possedevo la chiave

Delle prigioni che ho abitato,
di tutte possedevo la chiave.


(Aldo Penna)

Il cielo

Da qui bisogna cominciare: il cielo.
Finestra senza davanzale, terrazzo, vetri.
Un'apertura e nulla più,
ma spalancata.
Non devo attendere una notte serena,
nè alzare la testa,
per osservare il cielo.
L'ho dietro a me, sottomano e sulle palpebre.
Il cielo mi avvolge ermeticamente
e mi solleva da sotto.

Persino le montagne più alte
non sono più vicine al cielo
delle valli più profonde.
In nessun posto ce n'è più
che in un altro.
La nuvola è schiacciata dal cielo
inesorabilmente come la tomba.
La talpa è al settimo cielo
come il gufo che scuote le ali.
Qualsiasi cosa che cada in un abisso,
cade di cielo in cielo.

Aride, fluide, rocciose,
infuocate ed eteree,
distese di cielo, briciole di cielo,
folate e cataste di cielo.
Il cielo è onnipresente
perfino nel buio sotto la pelle.

Mangio il cielo, evacuo il cielo.
Sono una trappola in una trappola,
un abitante abitato,
un abbraccio abbracciato,
una domanda in risposta a una domanda.

La divisione in cielo e terra
non è il modo appropriato
di pensare a questa totalità.
Permette solo di sopravvivere
a un indirizzo più esatto,
più facile da trovare,
se dovessero cercarmi.
Miei segni particolari:
incanto e disperazione.


(Wislawa Szymborska)

giovedì 22 dicembre 2011

Dalle braccia di un amore

Dalle braccia di un amore
nelle braccia di un altro

m'ha salvato dal morire sulla croce
una signora che fuma marijuana
scrive canzoni e storie
ed è molto più gentile dell' ultima,
molto molto più gentile,
e a letto è altrettanto brava o addirittura migliore.

Non è piacevole essere messi in croce e lasciati là,
è molto più piacevole dimenticare un amore che
non funziona
come ogni amore
alla fine
non funziona...

è molto più piacevole fare l'amore
davanti alla spiaggia di Del Mar
nella camera 42, e dopo
stare a letto seduti
bere del buon vino, chiacchierare e toccarsi
fumare
ascoltare il rumore delle onde...

Sono morto troppe volte
credendo e aspettando, aspettando
in una stanza
fissando il soffitto scalcinato
aspettando il telefono, una lettera,
un colpo all'uscio, uno squillo...

Sentendo dentro crescere la rabbia
mentre lei ballava con degli sconosciuti nei nightclubs...

Dalle braccia di un amore
nelle braccia di un altro

non è piacevole morire sulla croce,
è molto più piacevole sentire il tuo nome
sussurrato
nel buio.


(Charles Bukowski)

martedì 20 dicembre 2011

A tutte le donne

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d'amore.


(Alda Merini)

giovedì 15 dicembre 2011

Il desiderio di dipingere

Infelice forse l'uomo, ma felice l'artista che è dilaniato dal desiderio! Io ardo dal desiderio di dipingere colei che mi è apparsa così raramente e che così presto è fuggita come una cosa bella da rimpiangere che nella notte il viaggiatore perde dietro di sé. Quanto tempo è passato, ormai da quando è scomparsa! È bella, e più che bella è sorprendente. In lei abbonda il nero: e tutto ciò che ispira è notturno e profondo. I suoi occhi sono due antri in cui lampeggia e vaga il mistero. Il suo sguardo illumina come il lampo: è una esplosione nelle tenebre. Potrei paragonarla a un sole nero, se si potesse concepire un astro buio che riversa luce e felicità... Ma ancora di più fa pensare alla luna, che certo l'ha segnata con il suo temibile influsso. Non la bianca luna degli idilli, che sembra una fredda sposa, ma la luna sinistra e inebriante nel fondo di una notte, tempestosa, sospinta dalle nuvole in corsa; non la luna placida e discreta che visita il sonno dei puri, ma la luna strappata dal cielo, vinta e ribelle, che le Streghe della Tessaglia costringono senza pietà a danzare sull'erba atterrita. Nella sua piccola fronte abitano la volontà tenace e l'amore di preda. E tuttavia, in fondo a questo viso inquietante, splende con una grazia inesprimibile il riso di una grande bocca, rossa e bianca, e deliziosa, che ci fa sognare il miracolo di uno splendido fiore sbocciato in un terreno vulcanico. Ci sono donne che ispirano la voglia di vincerle e di goderle. Questa dà il desiderio di morire lentamente sotto il suo sguardo...


(Charles Baudelaire; "Lo spleen di Parigi")

Il canto d'amore di J. Alfred Prufrock

(...)
Avrei potuto essere un paio di ruvidi artigli
Che corrono sul fondo di mari silenziosi.

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I should have been a pair of raggled claws
Scuttling across floors of silent seas.


(Thomas Stearns Eliot)

Eterna presenza

Non importa che non ti abbia,
non importa che non ti veda.

Prima ti abbracciavo,
prima ti guardavo,
ti cercavo tutta,
ti desideravo intera.

Oggi non chiedo più
né alle mani, né agli occhi,
le ultime prove.

Di starmi accanto
ti chiedevo prima,
sì, vicino a me, sì,
sì, però lì fuori.
E mi accontentavo
di sentire che le tue mani
mi davano le tue mani,
che ai miei occhi
assicuravano presenza.

Quello che ti chiedo adesso
è di più, molto di più,
che bacio o sguardo:
è che tu stia più vicina
a me, dentro.

Come il vento è invisibile, pur dando
la sua vita alla candela.
Come la luce è
quieta, fissa, immobile,
fungendo da centro
che non vacilla mai
al tremulo corpo
di fiamma che trema.
Come è la stella,
presente e sicura,
senza voce e senza tatto,
nel cuore aperto,
sereno, del lago.

Quello che ti chiedo
è solo che tu sia
anima della mia anima,
sangue del mio sangue
dentro le vene.
Che tu stia in me
come il cuore
mio che mai
vedrò, toccherò
e i cui battiti
non si stancano mai
di darmi la vita
fino a quando morirò.
Come lo scheletro,
il segreto profondo
del mio essere, che solo
mi vedrà la terra,
però che in vita
è quello che si incarica
di sostenere il mio peso,
di carne e di sogno,
di gioia e di dolore
misteriosamente
senza che ci siano occhi
che mai lo vedano.

Quello che ti chiedo
è che la corporea
passeggera assenza,
non sia per noi dimenticanza,
né fuga, né mancanza:
ma che sia per me
possessione totale
dell'anima lontana,
Eterna Presenza.


(Pedro Salinas)

martedì 13 dicembre 2011

Per fare una poesia dadaista

Prendete un giornale.
Prendete un paio di forbici.
Scegliete nel giornale un articolo
che abbia la lunghezza che voi desiderate dare alla vostra poesia.

Ritagliate l’articolo.

Tagliate ancora con cura ogni parola che forma tale articolo
e mettete tutte le parole in un sacchetto.
Agitate dolcemente.
Tirate fuori le parole una dopo l’altra,
disponendole nell'ordine con cui le estrarrete.
Copiatele coscienziosamente.
La poesia vi rassomiglierà.
Ed eccovi diventato uno scrittore infinitamente originale
e fornito di una sensibilità incantevole,
benché, s’intende, incompresa dalla gente volgare.


(Tristan Tzara; Manifesto sull’amore debole e l’amore amaro - 1920)

sabato 10 dicembre 2011

Tanka

Spense la pioggia
il colore dei fiori
mentre io guardavo
vanamente passare
questa donna nel mondo.


(Ono No Komachi)

Confessione

Talvolta, la sera, scoppio a piangere
poi mi adiro per le mie lacrime,
che hanno illuminato il mondo, e consumato me.


(Hoda Ablan)

giovedì 8 dicembre 2011

Quando l’uomo entra nella donna

Quando l’uomo
entra nella donna
come l’onda scava la riva,
ripetutamente, 
e la donna, godendo, apre la bocca 
e i denti le luccicano 
come un alfabeto, 
il Logos appare mungendo una stella, 
e l’uomo 
dentro la donna 
stringe un nodo 
perché mai più loro due 
si separino 
e la donna si fa fiore 
che inghiotte il suo gambo 
e il Logos appare 
e sguinzaglia i loro fiumi. 

Quest’uomo e questa donna 
con la loro duplice fame 
hanno cercato di spingersi oltre 
la cortina di Dio, e ci sono 
riusciti per un momento, 
anche se poi Dio 
nella sua perversione 
scioglie il nodo.


(Anne Sexton)

domenica 4 dicembre 2011

Ci sono giorni che sembrano quelli di una battaglia

Ci sono giorni che sembrano quelli di una battaglia sanguinosa. Ora è notte profonda. Non per me, per gli altri, gli ottusi, che non sentono la lotta. Fanno della musica, canzoni stupide, volgari. Non riesco a prender sonno. In me continua ad ardere qualcosa, qualche fiamma guizza ancora qua e là. Mi affaccio nella notte in cerca di refrigerio; fuori ogni vita è spenta. Ma lontano vedo una finestra ancora illuminata. C'è lì un altro come me? Non sono dunque del tutto solo! E mi giunge anche il suono di un vecchio pianoforte, i gemiti di quell'altro ferito.


(Paul Klee; "Diari")

sabato 3 dicembre 2011

Forma di probabilità

Dissemino le stelle intorno al mio corpo
comunicando con ogni fibra sensibile, con ogni cellula:
che cosa sono il nome, il verbo, l’identità?
Né il divieto mi annulla

né l’imperativo mi plasma
né il nome mi contiene.


(Wafaa Lamrani)

Il pudore è ipocrisia appresa

Possedere col pensiero è più che possedere in realtà, perché il pensiero è impudico, è ignudo, senza rossore; il pensiero sa prendere il capo della donna che vuole e cercarne la bocca per suggere ad una fonte sconosciuta; e sa trovare lo stimolo ad osare l'impudenza più sfrontata, perché l'impudenza è istinto, il pudore è ipocrisia appresa.


(Carlo Maria Franzero)