martedì 28 maggio 2013

...in che cosa posso contare su di me?

Invidio - ma non so se è invidia - coloro dei quali si può scrivere una biografia, o che possono scrivere la propria. In questi miei appunti sconnessi, e che non ambiscono ad avere un nesso, racconto con indifferenza la mia autobiografia priva di avvenimenti, la mia storia priva di vita. Sono le mie confessioni, e se in esse non dico niente è perché non ho niente da dire.
(...) Del resto in che cosa posso contare su di me? Un terribile acume delle sensazioni, e la profonda consapevolezza di stare sentendo... Un'intelligenza acuta per distruggermi, e un potere di sogno desideroso di distrarmi... Una volontà morta e una riflessione che la culla come un figlio vivo...


(Fernando Pessoa; "Il libro dell'inquietudine")

martedì 21 maggio 2013

La mente soppesa e misura

La mente soppesa e misura,
ma è lo spirito che giunge al cuore della vita
e ne abbraccia il segreto;
e il seme dello spirito è immortale.
Il vento può soffiare e placarsi,
e il mare fluire e rifluire:
ma il cuore della vita
è sfera immobile e serena,
e in quel punto rifulge
una stella che è fissa in eterno.



(Kahlil Gibran - جبران خليل جبران)

Questa l'appassionante ricerca

Presi la mia mente, tutto il mio essere, una cosa ormai così scoraggiata, quasi esanime, e li sbattei tra quei resti, pagliuzze, rametti, detestabili rottami di un naufragio, relitti galleggianti, robaccia buttata a mare, che ora galleggiava sulla superficie oleosa. Balzai in piedi. Mi dissi: "Combatti!", "Combatti!", ripetei. È lo sforzo, è la lotta, la guerra perpetua, fare a pezzi e rimetterli insieme - questa è la battaglia quotidiana, che si vinca o si perda, questa l'appassionante ricerca. Gli alberi sparsi si riordinarono; il verde spesso delle foglie si assottigliò fino a diventare luce in movimento. Li raccolsi in una frase che venne improvvisa. Li salvai dall'informe con le parole.


(Virginia Woolf; "Le onde")

La poesia è cosa dolcissima

La poesia è cosa dolcissima,
tale però che sono atti a gustarla
solo rarissimi ingegni d'indole eccelsa
e nobilmente distaccati
da tutte le cose umane...


(Francesco Petrarca)

venerdì 10 maggio 2013

La strada che non presi

Due strade divergevano in un bosco giallo
e mi dispiaceva non poterle percorrere entrambe
ed essendo un solo viaggiatore, rimasi a lungo
a guardarne una fino a che potei.

Poi presi l’altra, perché era altrettanto bella,
e aveva forse l’aspetto migliore,
perché era erbosa e meno consumata,
sebbene il passaggio le avesse rese quasi simili.
Ed entrambe quella mattina erano lì, uguali,

con foglie che nessun passo aveva annerito.
Oh, misi da parte la prima per un altro giorno!
Pur sapendo come una strada porti ad un’altra,
dubitavo se mai sarei tornato indietro.

Lo racconterò con un sospiro
da qualche parte tra anni e anni:
due strade divergevano in un bosco, e io -
io presi la meno battuta,
e questo ha fatto tutta la differenza.


(Robert Frost)

mercoledì 8 maggio 2013

Potrei veramente rendere quest'ora solenne

Mi sono sentito felice perché non potevo sentirmi infelice. Ho percorso la strada tranquillamente, pieno di certezza perché, tutto sommato, l'ufficio noto, la gente nota che vi lavora, erano delle certezze. Non è da meravigliare che mi sentissi libero, senza sapere da che cosa. Nelle ceste posate lungo i marciapiedi di Rua da Prata, le banane in vendita, sotto il sole, erano di un grande giallo. In fin dei conti mi accontento di ben poco: il fatto che la pioggia sia cessata, il fatto che ci sia un sole buono in questo Sud felice, banane più gialle perché hanno macchie nere, la gente che le vende e che parla, i marciapiedi di Rua da Prata, il Tago in fondo, azzurro e verde dorato, tutto quest'angolo domestico del sistema dell'Universo.
(...) Potrei veramente rendere quest'ora solenne comprando delle banane, perché mi pare che in esse sia proiettato tutto il sole della giornata come un riflettore privo di origine. Ma ho pudore dei rituali, dei simboli, di comprare cose per la strada. Le banane potrebbero essere male incartate, potrebbero essermi vendute come non devono essere vendute, perché io non saprei comprarle come devono essere comprate. Qualcuno potrebbe trovare strana la mia voce nel chiedere il prezzo. É meglio scrivere che osar vivere, anche se vivere, non è altro che comprare banane al sole, finché c'è il sole e ci sono banane da vendere.


(Fernando Pessoa; "Il libro dell'inquietudine")

domenica 5 maggio 2013

Se ci fosse dato di veder più oltre

(...) nelle cose più profonde e importanti, noi siamo indicibilmente soli. (...) Voi avete avuto molte e grandi tristezze che se ne sono andate. E dite che anche quel loro andarsene fu per voi difficile e irritante. Ma vi prego, riflettete se quelle grandi tristezze non siano piuttosto passate attraverso di voi. Se molto in voi non si sia trasformato, se in qualche parte, in qualche punto del vostro essere non vi siate mutato, mentre eravate triste. Pericolose e maligne sono quelle tristezze soltanto, che si portano tra la gente, per soverchiarle col rumore; come malattie, che vengano trattate superficialmente e in maniera sconsiderata, fanno solo un passo indietro e dopo una breve pausa erompono tanto più paurosamente; si raccolgono nell’intimo e sono vita, sono vita non vissuta, avvilita, perduta, di cui si può morire. Se ci fosse dato di veder più oltre di quel che non giunga il nostro sapere, e un poco più in là dei bastioni del nostro presentimento, forse allora sopporteremmo noi le nostre tristezze con maggior fiducia che non le nostre gioie. Perché sono esse i momenti in cui qualcosa di nuovo è entrato in noi, qualcosa di sconosciuto.


(Rainer Maria Rilke; "Lettere a un giovane poeta")

Il Cuore è la Capitale della Mente

Il Cuore è la Capitale della Mente.
La Mente è un unico Stato.
Il Cuore e la Mente insieme fanno
un unico Continente.

Uno - è la Popolazione -
numerosa quanto basta -
questa estatica Nazione,
cercala - sei Tu.


(Emily Dickinson)

giovedì 2 maggio 2013

La rosa infinita

(...)
La bianchezza del sole può esser tua
o l’oro della luna o la vermiglia
fermezza della spada nella vittoria.
Io sono cieco e ignorante ma intuisco
che sono molte le strade. Ogni cosa
è infinite cose. Sei musica,
fiumi, firmamenti, palazzi ed angeli,
rosa profonda, illimitata, intima


(Jorge Luis Borges)

Che farei senza questo mondo?

Che farei senza questo mondo senza faccia né domande
dove essere non dura che un attimo dove ogni istante
si versa nel vuoto nell'oblio di essere stato
senza quest'onda dove alla fine
corpo e ombra sprofondano insieme
che farei senza questo silenzio abisso dei bisbigli
ansimante furioso verso il soccorso verso l'amore
senza questo cielo che si innalza
sulla polvere delle sue zavorre
che farei farei come ieri come oggi
guardando dal mio oblò se non sono solo
a errare e girare lontano da ogni vita
in uno spazio burattino
senza voce tra le voci
rinchiuse con me.


(Samuel Beckett; 1948)