giovedì 18 aprile 2024

Così imperioso era il richiamo

Era più vecchio dei giorni che aveva vissuto, dei respiri che aveva respirato. Riuniva il passato al presente, e l'eternità dietro di lui palpitava in lui in un ritmo potente insieme al quale egli oscillava al pari delle maree e delle stagioni. Sedeva presso il fuoco di John Thornton: cane dal petto largo, dalle zanne bianche, dal lungo pelo; ma dietro di lui vi erano le ombre di cani di ogni specie, metà lupi e lupi selvaggi, che lo incalzavano e lo sollecitavano assaporando il cibo che lui mangiava, assetati dell'acqua che beveva, fiutando con lui il vento, ascoltando con lui e sussurrandogli i suoni della vita selvaggia nella foresta, suggerendogli i movimenti, dirigendo le sue azioni, sdraiandosi con lui a dormire quando lui si accovacciava, sognando con lui e su di lui, divenendo essi stessi l'oggetto dei suoi sogni.
Così imperioso era il richiamo di quelle ombre, che di giorno in giorno il genere umano e le sue pretese si allontanavano da lui. Nel profondo della foresta risuonava un invito, e ogni volta che egli l'udiva, misteriosamente vibrante e lusinghiero, si sentiva costretto a volgere il dorso al fuoco e alla terra battuta intorno a esso per immergersi nella foresta, sempre avanti, non sapeva dove né perché; né si domandava il dove o il perché, tanto impressionante risuonava il richiamo nel profondo della foresta.


(Jack London; "Il richiamo della foresta")

...sarebbe sempre solo una primavera sterminata

E se gli alberi levassero i loro fiori più in alto di tutti i monti, sarebbe sempre solo una primavera sterminata.


(Rainer Maria Rilke; "Diario fiorentino")

Appoggiandoti, fresca chiara

Appoggiandoti, fresca chiara 
rosa, contro il mio occhio chiuso, - 
si direbbero mille palpebre
l'una sull'altra 

contro la mia calda. 
Mille sonni contro la mia finta
che mi fa vagare 
nell'odoroso labirinto.

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T'appuyant, fraîche claire 
rose, contre mon oeil fermé, - 
on dirait mille paupières 
superposées

contre la mienne chaude. 
Mille sommeils contre ma feinte 
sous laquelle je rôde 
dans l'odorant labyrinthe.


(Rainer Maria Rilke; "Le rose")

venerdì 5 aprile 2024

Rientrerò nel tempio

Ifigenia: "(...)Rientrerò nel tempio, in questo santuario della dea che è la mia dimora".


(Euripide; "Ifigenia in Tauride")

Ora sono davvero me stesso!

Pressappoco a quel tempo ebbi un'altra decisiva esperienza vitale. Percorrevo, per andare a scuola, la lunga strada da Kleinhüningen, dove abitavamo, a Basilea, quando, improvvisamente ebbi - per un breve momento - la straordinaria impressione di essere appena emerso da una densa nuvola. Tutt'a un tratto mi dissi: Ora sono davvero me stesso! Era come se una coltre di nebbia fosse alle mie spalle, e dietro di essa non ci fosse ancora un "Io". In quel momento io nacqui a me stesso. Prima ero esistito, certamente, ma avevo solo subito gli avvenimenti: adesso ero io stesso l'avvenimento che mi capitava. Ora ero certo di essere me stesso, ero certo di esistere. Prima ero sempre stato coatto a fare: adesso ero io a volere. Questa esperienza vitale mi parve terribilmente decisiva e nuova: ormai c'era "autorità" in me.


(Carl Gustav Jung; "Ricordi, sogni, riflessioni")

Au bord de la mer

...e tutto mi pare meraviglioso

I miei ricordi risalgono al secondo o al terzo anno di vita. Ricordo la canonica, il giardino, la lavanderia, la chiesa, il castello, le cascate, il piccolo castello di Wörth e la fattoria del sagrestano: ricordi frammentari, slegati, senza un nesso apparente, fluttuanti in un mare di incertezza.
Mi si presenta un ricordo, che forse è il primo della mia vita, e infatti è solo un'immagine indistinta. Sono nella carrozzina, all'ombra di un albero, ed è una bella giornata estiva, calda, il cielo è azzurro, e la luce dorata del sole dardeggia attraverso il fogliame; il mantice della carrozzina è alzato, mi sono svegliato da poco, e la bellezza sfolgorante del giorno mi dà un indescrivibile senso di benessere; vedo il sole che splende attraverso le foglie e i fiori dei cespugli, e tutto mi pare meraviglioso, pieno di colori, splendido. 
Un altro ricordo: sto nella sala da pranzo, a ponente della casa, seduto su un seggiolone, e col cucchiaio prendo pane e latte: il latte ha un gusto piacevole e un caratteristico odore. Fu quella la prima volta che imparai a conoscere l'odore del latte, e anzi fu quello il momento in cui, per così dire, divenni cosciente di che cos'è un odore.


(Carl Gustav Jung; "Ricordi, sogni, riflessioni")