mercoledì 26 marzo 2014

Confida in te stesso

Confida in te stesso: ogni cuore vibra a una tale corda di ferro. Accetta il posto che il divino provvedere ha trovato per te, la società dei tuoi contemporanei, la connessione degli eventi. Gli uomini grandi sempre fecero così, e affidarono se stessi fanciullescamente al genio della loro età, testimoniando la loro percezione che l'assolutamente affidabile aveva preso posto nei loro cuori, operando attraverso le loro mani, prendendo possesso di tutto il loro essere.


(Ralph Waldo Emerson)

...a due sole dita dalla bontà

Noi, che siamo uomini e donne qualunque, ringraziamo la Natura per la sua munificenza usando ciascuno dei sensi che ella ci ha dato; variamo la nostra condizione il più possibile; voltiamoci ora da questo lato, ora da quelloal calore, e assaporiamo in pieno, prima che il sole si corichi, i baci della giovinezza e gli echi di una bella voce che canta Catullo. Ogni stagione è piacevole, i giorni di pioggia e quelli belli, il buon vino rosso e quello bianco, la compagnia e la solitudine. Perfino il sonno, quel deplorevole riduttore della gioia della vita, può esser pieno di sogni; e le azioni più comuni - una passeggiata, due chiacchiere, la solitudine nel proprio frutteto - possono essere aumentate e accese dalle associazioni della mente. La bellezza è dappertutto, la bellezza è a due sole dita dalla bontà.


(Virginia Woolf)

martedì 25 marzo 2014

La mia unica, indimenticabile compagna

Comincerò con il dire, dei giorni e degli anni della mia infanzia, che la mia unica, indimenticabile compagna fu la pioggia.


(Pablo Neruda)

Prima colazione

Lui ha messo
Il caffè nella tazza
Lui ha messo
Il latte nel caffè
Lui ha messo
Lo zucchero nel caffelatte
Ha posato la tazza
Senza parlare

S’è acceso
Una sigaretta
Ha fatto
Dei cerchi di fumo
Ha messo
La cenere
Nel portacenere
Senza parlarmi
Senza guardarmi

S’è alzato
S’è messo
Sulla testa il cappello
S’è messo
L’impermeabile
Perché pioveva
E se n’è andato
Sotto la pioggia
Senza parlare
Senza guardarmi

E io mi sono presa
La testa fra le mani
E ho pianto.

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Il a mis le café
Dans la tasse
Il a mis le lait
Dans la tasse de café
Il a mis le sucre
Dans le café au lait
Avec la petite cuiller
Il a tourné
Il a bu le café au lait
Et il a reposé la tasse
Sans me parler

Il a allumé
Une cigarette
Il a fait des ronds
Avec la fumée
Il a mis les cendres
Dans le cendrier
Sans me parler
Sans me regarder

Il s'est levé
Il a mis
Son chapeau sur sa tête
Il a mis son manteau de pluie
Parce qu'il pleuvait
Et il est parti
Sous la pluie
Sans une parole
Sans me regarder

Et moi j'ai pris
Ma tête dans ma main
Et j'ai pleuré.



(Jacques Prévert)

domenica 23 marzo 2014

Mosca 1951

L’assenza dondola nell’aria come un batacchio di ferro
martella il mio viso martella
ne sono stordito

corro via l’assenza m’insegue
non posso sfuggirle
le gambe si piegano cado

l’assenza non è tempo né strada
l’assenza è un ponte fra noi
più sottile di un capello più affilato di una spada

più sottile di un capello più affilato di una spada
l’assenza è un ponte fra noi
anche quando
di fronte l’uno all’altra i nostri ginocchi si toccano.


(Nazim Hikmet)

Morning glory


I nostri corpi non son che giardini

Virtù un fico! Sta solo in noi l'essere in un modo o nell'altro! I nostri corpi non son che giardini per i quali le nostre volontà fan da giardinieri; così che se vogliamo piantare ortiche, o seminar lattughe, mettervi l'issopo ed estirparvi il timo, guarnirlo d'una sola specie di erbe ovvero variarlo con un composto di molte, lasciarlo sterile per la nostra accidia, ovvero concimarlo con il nostro lavoro, il potere e l'autorità per decidere tutto questo non si trova che nella nostra volontà...


(William Shakespeare; "Otello")

Colui che serba ogni bene nel proprio animo

In ogni caso, se vuoi chiarire i significati ambigui delle parole, insegnaci che non è felice colui che il volgo definisce con questo aggettivo, ma colui che serba ogni bene nel proprio animo, che è fiero e superiore a tutto e che mette sotto i piedi quanto è oggetto della comune ammirazione, che non vede alcun altro con il quale vorrebbe fare il cambio, che valuta una persona solamente in rapporto alle qualità per cui un individuo è un essere umano, che si serve della natura come di una guida, che si regola secondo le sue leggi, che vive come essa ha prescritto, che nessuna violenza può privare dei suoi beni, che volge i mali in bene, sicuro del suo giudizio, irremovibile, intrepido, un uomo che può essere scosso ma non sconcertato da alcuna forza e che la Fortuna, quando abbia scagliato con estrema energia il suo dardo più malefico, può soltanto pungere (anche in questo caso molto raramente), ma non ferire. Infatti, le altre sue frecce, con cui il genere umano viene sopraffatto, rimbalzano come la grandine, che dopo aver colpito i tetti delle case, senza alcun danno per chi vi abita, crepita e si scioglie.


(Seneca; "Lettere a Lucilio")

sabato 22 marzo 2014

Imbrogliando il destino

Mescolo le carte
imbroglio il destino.
Nascondo il dolore
mi gioco un sorriso.
Strappo l’angoscia
abbraccio la speranza.
Dai ancora un giro
per confondere il tempo.
La verità è crudele
nascondo anche quella.
Mi gioco il coraggio
chiedo del tempo.
Aggiungo dei giorni
trattengo le lacrime.
Non voglio compassione.
Vincerò, io lo so,
quest’ ultima mano.


(Silvana Stremiz)

La mia mente sentii fendersi

La mia mente sentii fendersi -
come se il mio cervello si fosse spaccato -
Cercai di ricongiungere i due orli -
ma non riuscivo a farli combaciare.

Il pensiero anteriore al successivo
tentavo in ogni modo di allacciare -
ma la sequenza era un groviglio muto -
gomitoli sul pavimento sparsi.


(Emily Dickinson)

mercoledì 19 marzo 2014

Ogni vita converge verso un centro

Ogni vita converge verso un centro –
Espresso – o silenzioso –
Nella natura umana di ognuno esiste
un fine –

Appena confessato a se stesso
troppo dolce
perché la fede osi
arrischiare –

Con grande cautela adorato – come un cielo
di fragile vetro
irraggiungibile come irraggiungibile
dalla mano il manto dell’arcobaleno –


(Emily Dickinson)

Solitudine

Ho le braccia dolenti e illanguidite
per un'insulsa brama di avvinghiare
qualche cosa di vivo, che io senta
più piccolo di me. Vorrei rapire
d'un balzo e poi portarmi via, correndo,
un mio fardello, quando si fa sera;
avventarmi nel buio per difenderlo,
come si lancia il mare sugli scogli;
lottar per lui, finché non rimanesse
un brivido di vita; poi, cadere
nella più fonda notte, sulla strada,
sotto un tumido cielo inargentato
di luna e di betulle; ripiegarmi
su quella vita che mi stringo al petto -
e addormentarla – e anch'io dormire, infine...

No: sono sola. Sola mi rannicchio
sopra il mio magro corpo. Non m'accorgo
che, invece di una fronte indolenzita,
io sto baciando come una demente
la pelle tesa delle mie ginocchia.


(Antonia Pozzi)

L'etoile


martedì 18 marzo 2014

Mestiere di incendiarsi

Non di lingue con quel fuoco che cresce
assorbe e precipita
non di caldi spazi che bruciano
bensì di vette con aria congelata
dove respirare risulta impossibile.
Così voglio incendiarmi
con lo stile di Clemente Orozco
incendiarmi in compiti di volontà e passione
in lavori con la parola
in artigianato con suoni
in occhi tristi intelligenti
in profondità di visioni.
Per questo guardo da lontano e da vicino
mi approssimo e mi allontano
mi tolgo dalle spalle equipaggi
mi colmo d’amore
e mi nascondo.
Incendiarsi sembra crudele
perché ciò che brucia duole
ma è necessario ed essenziale
per credere di vivere.
Quelli che fuggono dal fuoco
fuggono dall’aria dalla luce
e dalla terra con il suo manto verdino
dove la pioggia spegne ciò che arde.


(Carmen Naranjo)

lunedì 17 marzo 2014

Essere poeta

Essere poeta
non è una mia ambizione.
È la mia maniera di stare solo.


(Fernando Pessoa)

Le isole fortunate

Quale voce viene sul suono delle onde
che non è la voce del mare?
E’ la voce di qualcuno che ci parla,
ma che, se ascoltiamo, tace,
proprio per esserci messi ad ascoltare.

E solo se, mezzo addormentati,
udiamo senza sapere che udiamo,
essa ci parla della speranza
verso la quale, come un bambino
che dorme, dormendo sorridiamo.

Sono isole fortunate,
sono terre che non hanno luogo,
dove il Re vive aspettando.
Ma, se vi andiamo destando,
tace la voce, e solo c’è il mare.

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Que voz vem no som das ondas
Que não é a voz do mar?
É a voz de alguém que nos fala,
Mas que, se escutarmos, cala,
Por ter havido escutar.

E só se, meio dormindo,
Sem saber de ouvir ouvimos
Que ela nos diz a esperança
A que, como uma criança
Dormente, a dormir sorrimos.

São ilhas afortunadas
São terras sem ter lugar,
Onde o Rei mora esperando.
Mas, se vamos despertando
Cala a voz. e há só o mar.


(Fernando Pessoa)

domenica 16 marzo 2014

Sabbie mobili

Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
S'è ritirato già il mare in lontananza
E tu
Come alga dolcemente dal vento accarezzata
Nelle sabbie del letto ti agiti sognando
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Il mare s'è ritirato già in lontananza
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per farmi annegare.

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Démons et merveilles
Vents et marées
Au loin déjà la mer s'est retirée
Et toi
Comme une algue doucement caressée par le vent
Dans les sables du lit tu remues en revant
Démons et merveilles
Vents et marées
Au loin déjà la mer s'est retirée
Mais dans tes yeux entrouverts
Deux petites vagues sont restées
Démons et merveilles
Vents et marées
Deux petites vagues pour me noyer.


(Jacques Prévert)

E mi fissai d'allora in poi in questo proposito disperato

E mi fissai d'allora in poi in questo proposito disperato: d'andare inseguendo quell'estraneo ch'era in me e che mi sfuggiva.


(Luigi Pirandello)

Young girl swimming in pool covered with gardenia blossoms


mercoledì 12 marzo 2014

Due o tre volte

Due o tre volte,
quella notte,
ci fu anche
il vero silenzio,
il solenne silenzio
degli antichi boschi,
non comparabile
con nessun altro
al mondo
e che pochissimi
uomini
hanno udito.



(Dino Buzzati)

Un lettore

Vantino altri le pagine ch’han scritto
l’orgoglio mio è per quelle che ho letto.
Filologo non sarò stato,
non avrò investigato le declinazioni, i modi, il laborioso mutar di lettere,
la d che si indurisce in t
l’equivalenza di g e k,
ma in tutti questi anni ho professato
passione di linguaggio.
Le mie notti son piene di Virgilio;
aver saputo e scordato il latino
è la sua acquisizione, ché l’oblio
forma è della memoria, la sua vaga rimessa,
l’altra segreta faccia di moneta.
Quando si cancellarono nei miei occhi
le vane apparenze amate,
i volti e la pagina,
a studiar presi il linguaggio di ferro
che usarono i miei antichi per cantare
solitudine e spade,
e ora, attraverso ben sette secoli,
da quell’ultima Thule,
fino a me la tua voce giunge, Snorri Sturloson.
Dinnanzi al libro, chi è giovane s’impone una disciplina precisa
e lo fa al fin d’un sapere preciso;
alla mia età ogni impresa è un’avventura
cui confine è la notte.
Non finirò di decifrare le antiche lingue del Nord,
non affonderò le mani ansiose nell’oro del Sigurd;
quest’opera cui attendo è illimitata
e mi accompagnerà fino alla fine;
dell’universo non men misteriosa
e di me, l’apprendista.

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Que otros se jacten de las páginas que han escrito;
a mí me enorgullecen las que he leído.
No habré sido un filólogo,
no habré inquirido las declinaciones, los modos,
la laboriosa mutación de las letras,
la de que se endurece en te,
la equivalencia de la ge y de la ka,
pero a lo largo de mis años he profesado
la pasión del lenguaje.
Mis noches están llenas de Virgilio;
haber sabido y haber olvidado el latín
es una posesión, porque el olvido
es una de las formas de la memoria, su vago sótano,
la otra cara secreta de la moneda.
Cuando en mis ojos se borraron
las vanas apariencias queridas,
los rostros y la página,
me di al estudio del lenguaje de hierro
que usaron mis mayores para cantar
espadas y soledades,
y ahora, a través de siete siglos,
desde la Última Thule,
tu voz me llega, Snorri Sturluson.
El joven, ante el libro, se impone una disciplina precisa
y lo hace en pos de un conocimiento preciso;
a mis años, toda empresa es una aventura
que linda con la noche.
No acabaré de descifrar las antiguas lenguas del Norte,
no hundiré las manos ansiosas en el oro de Sigurd;
la tarea que emprendo es ilimitada
y ha de acompañarme hasta el fin,
no menos misteriosa que el universo
y que yo, el aprendiz.


(Jorge Luis Borges)

giovedì 6 marzo 2014

Delacroix:

un vulcano
nascosto ad arte
dietro a un mazzo di fiori.


(Charles Baudelaire)

Tu

Dove non c'è libertà
tu sei la libertà
dove non c'è dignità
tu sei la dignità
dove non c'è calore
e vicinanza tra esseri umani
tu sei la vicinanza e il calore
cuore del mondo insensibile.
Le tue labbra e la tua lingua
sono domande e risposte.
Tra le tue braccia e nel tuo grembo
c'è qualcosa che somiglia alla pace
ogni tua forzata partenza
anela il ritorno
sei l'inizio del futuro
cuore di un mondo insensibile.
Non sei un concetto di fede
nessuna filosofia
nessuna regola o proprietà
a cui aggrapparsi
e puoi sbagliare e dubitare e lasciar correre
cuore del mondo insensibile.
Chi ha nostalgia di te
quando io ho nostalgia di te?
Chi ti accarezza
quando la mia mano ti cerca?
Sono io o sono
i resti della mia gioventù?
Sono io o sono
gli inizi della mia vecchiaia?
E' il mio coraggio di vivere
o la mia paura di morire?
E perché la mia nostalgia
dovrebbe dirti qualcosa?
E che cosa ti dà la mia esperienza
che mi ha solo reso triste?
E che cosa ti danno le mie poesie
in cui dico soltanto
come è diventato difficile
essere o dare?
Eppure brilla nel giardino
il sole nel vento prima della pioggia
e profuma l'erba che muore
e il ligustro
e io ti guardo
e la mia mano tastando ti cerca.


(Erich Fried)

mercoledì 5 marzo 2014

Stanchezza

Quello che c'è in me è soprattutto stanchezza
non di questo o di quello
e neppure di tutto o di niente:
stanchezza semplicemente, in sé,
stanchezza.
La sottigliezza delle sensazioni inutili,
le violente passioni per nulla,
gli amori intensi per ciò che si suppone in qualcuno,
tutte queste cose -
queste e ciò che manca in esse eternamente -
tutto ciò produce stanchezza, questa stanchezza,
stanchezza.
C'è senza dubbio chi ama l'infinito,
c'è senza dubbio chi desidera l'impossibile,
c'è senza dubbio chi non vuole niente -
tre tipi di idealisti, e io nessuno di questi:
perché io amo infinitamente il finito,
perché io desidero impossibilmente il possibile,
perché voglio tutto, o ancora di più, se può essere,
o anche se non può essere...
E il risultato?
Per loro la vita vissuta o sognata,
per loro il sogno sognato o vissuto,
per loro la media fra tutto e niente, cioè la vita...
Per me solo una grande, una profonda,
e, ah, con quale felicità, infeconda stanchezza,
una supremissima stanchezza,
issima, issima, issima,
stanchezza...


(Fernando Pessoa)

Angel, Study for the Lost Paradise


martedì 4 marzo 2014

Non mi curo nemmeno di cercare parole

Adesso, non penso più a nessuno; non mi curo nemmeno di cercare parole. Tutto scorre in me più o meno svelto, non fisso nulla, lascio correre. La maggior parte del tempo, in mancanza di parole cui attaccarsi, i miei pensieri restano nebulosi. Disegnano forme vaghe e piacevoli, e poi sprofondano, e subito li dimentico.


(Jean-Paul Sartre; "La nausea")

Non sono domande retoriche

Trapiantato nell’Ottocento, di che si occuperebbe un alchimista di genio? Che ne sarebbe di Cristoforo Colombo, oggi che le comunicazioni marittime sono servite da un migliaio di società di trasporti? Che avrebbe scritto Shakespeare in un’epoca in cui il teatro non fosse ancora esistito o in cui avesse smesso di esistere? Non sono domande retoriche. Quando un uomo è dotato per un’attività che ha già suonato la mezzanotte (o che non ha ancora suonato la prima ora), che ne è del suo talento? Si trasforma? Si adatta? Cristoforo Colombo diventerebbe direttore di una compagnia di viaggi? Shakespeare scriverebbe sceneggiature per Hollywood? Picasso disegnerebbe cartoni animati? Oppure tutti questi grandi talenti si tirerebbero in disparte, se ne andrebbero, per così dire, nel convento della storia, pieni di una cosmica delusione di essere nati nel momento sbagliato, fuori dall’epoca che è la loro, fuori dal quadrante del tempo per cui erano stati creati? Abbandonerebbero il loro talento anacronistico come Rimbaud abbandonò a diciannove anni la poesia?


(Milan Kundera)

domenica 2 marzo 2014

La filosofia dell'amore

Le fontane si mischiano nel fiume
e i fiumi nell’oceano,
i venti dell’azzurro si confondono
in dolce emozione;
niente nel mondo è solo;
tutte le cose per legge divina
s’incontrano e si mischiano in uno spirito.
Perché non io nel tuo?

I monti, vedi, baciano l’Azzurro
e le onde abbracciano le onde;
nessun fiore sarebbe perdonato
se disdegnasse il suo fratello;
e il sol la terra abbraccia con la luce
e i raggi della luna baciano le acque:
tutto questo baciarsi cosa vale,
se tu non baci me?


(Percy Bysshe Shelley)

Posso guardare in alto

Molto distanti nella luce del sole sono le mie aspirazioni più elevate. Posso non raggiungerle, ma posso guardare in alto e vedere la loro bellezza, credere in esse, e cercare di seguire dove mi conducono.


(Louisa May Alcott)