Fiorire è il fine - chi passa un fiore con uno sguardo distratto stenterà a sospettare le circostanze coinvolte in quel luminoso fenomeno costruito in modo così intricato e poi offerto, come una farfalla al mezzogiorno
venerdì 24 gennaio 2014
Passa la locomotiva
martedì 21 gennaio 2014
La musica
Quante volte la musica m’afferra come un mare!
Alla pallida stella
sotto un arco di bruma o nell’etere immenso
volgo la vela;
proteso il petto in avanti, come tela
gonfi i polmoni,
scalo dei flutti l’ispida catena
che la notte mi vela.
Ogni passione sento in me vibrare
d’una nave che soffre;
il vento propizio, la convulsa tempesta
sul precipizio enorme
mi cullano. Altre volte bonaccia, vasto specchio
del mio tormento...
-----
La musique souvent me prend comme une mer!
Vers ma pâle étoile,
Sous un plafond de brume ou dans un vaste éther,
Je mets à la voile;
La poitrine en avant et les poumons gonflés
Comme de la toile,
J’escalade le dos des flots amoncelés
Que la nuit me voile;
Je sens vibrer en moi toutes les passions
D’un vaisseau qui souffre;
Le bon vent, la tempête et ses convulsions
Sur l’immense gouffre
Me bercent. D’autres fois, calme plat, grand miroir
De mon désespoir!
(Charles Baudelaire)
Alla pallida stella
sotto un arco di bruma o nell’etere immenso
volgo la vela;
proteso il petto in avanti, come tela
gonfi i polmoni,
scalo dei flutti l’ispida catena
che la notte mi vela.
Ogni passione sento in me vibrare
d’una nave che soffre;
il vento propizio, la convulsa tempesta
sul precipizio enorme
mi cullano. Altre volte bonaccia, vasto specchio
del mio tormento...
-----
La musique souvent me prend comme une mer!
Vers ma pâle étoile,
Sous un plafond de brume ou dans un vaste éther,
Je mets à la voile;
La poitrine en avant et les poumons gonflés
Comme de la toile,
J’escalade le dos des flots amoncelés
Que la nuit me voile;
Je sens vibrer en moi toutes les passions
D’un vaisseau qui souffre;
Le bon vent, la tempête et ses convulsions
Sur l’immense gouffre
Me bercent. D’autres fois, calme plat, grand miroir
De mon désespoir!
(Charles Baudelaire)
Etichette:
Charles Baudelaire,
Giovanni Boldini
Ho visto nella siepe
lunedì 20 gennaio 2014
Baudelaire
Etichette:
Charles Baudelaire,
Félix Nadar,
Rainer Maria Rilke
La rosa
La rosa
non cercava l’aurora:
quasi eterna sul ramo,
cercava altra cosa.
La rosa,
non cercava né scienza né ombra:
soglia tra carne e sogno,
cercava altra cosa.
La rosa
non cercava la rosa.
Immobile nel cielo
cercava altra cosa.
-----
La rosa
no buscaba la aurora:
casi eterna en su ramo,
buscaba otra cosa.
La rosa,
no buscaba ni ciencia ni sombra:
confín de carne y sueño,
buscaba otra cosa.
La rosa,
no buscaba la rosa.
Inmóvil por el cielo
buscaba otra cosa.
(Federico García Lorca)
non cercava l’aurora:
quasi eterna sul ramo,
cercava altra cosa.
La rosa,
non cercava né scienza né ombra:
soglia tra carne e sogno,
cercava altra cosa.
La rosa
non cercava la rosa.
Immobile nel cielo
cercava altra cosa.
-----
La rosa
no buscaba la aurora:
casi eterna en su ramo,
buscaba otra cosa.
La rosa,
no buscaba ni ciencia ni sombra:
confín de carne y sueño,
buscaba otra cosa.
La rosa,
no buscaba la rosa.
Inmóvil por el cielo
buscaba otra cosa.
(Federico García Lorca)
Bisogni differenti
Il padre e il professore erano tutt'e due scontenti di Sereza, e infatti il ragazzo studiava male. Ma non si poteva dire che fosse poco intelligente. Al contrario, era più intelligente di tutti quei ragazzi che il professore gli portava ad esempio. Ma non poteva imparare quel che gl'insegnavano perché nella sua anima c'erano bisogni differenti da quelli che supponevano i suoi maestri. Aveva nove anni, era ancora un bambino, ma conosceva la sua anima e la proteggeva come la palpebra protegge l'occhio, e non vi lasciava entrare nessuno che non avesse la chiave dell'amore. I maestri si lamentavano che non volesse studiare, ma la sua anima era assetata di sapere. E imparava da Kapitonyc, dalla bambinaia, da Nadenka, da Vasilij, e non dai maestri.
(Lev Tolstoj; "Anna Karenina")
Etichette:
Lev Tolstoj,
William-Adolphe Bouguereau
sabato 18 gennaio 2014
Solido nulla
Posso scrivere i versi più tristi stanotte
Scrivere, per esempio. "La notte è stellata,
e tremano, azzurri, gli astri in lontananza".
E il vento della notte gira nel cielo e canta.
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Io l'ho amata e a volte anche lei mi amava.
e tremano, azzurri, gli astri in lontananza".
E il vento della notte gira nel cielo e canta.
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Io l'ho amata e a volte anche lei mi amava.
In notti come questa l'ho tenuta tra le braccia.
L'ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.
Lei mi ha amato e a volte anch'io l'amavo.
Come non amare i suoi grandi occhi fissi.
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Pensare che non l'ho più. Sentire che l'ho persa.
Sentire la notte immensa, ancor più immensa senza di lei.
E il verso scende sull'anima come la rugiada sul prato.
Poco importa che il mio amore non abbia saputo fermarla.
La notte è stellata e lei non è con me.
Questo è tutto. Lontano, qualcuno canta. Lontano.
La mia anima non si rassegna d'averla persa.
Come per avvicinarla, il mio sguardo la cerca.
Il mio cuore la cerca, e lei non è con me.
L'ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.
Lei mi ha amato e a volte anch'io l'amavo.
Come non amare i suoi grandi occhi fissi.
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Pensare che non l'ho più. Sentire che l'ho persa.
Sentire la notte immensa, ancor più immensa senza di lei.
E il verso scende sull'anima come la rugiada sul prato.
Poco importa che il mio amore non abbia saputo fermarla.
La notte è stellata e lei non è con me.
Questo è tutto. Lontano, qualcuno canta. Lontano.
La mia anima non si rassegna d'averla persa.
Come per avvicinarla, il mio sguardo la cerca.
Il mio cuore la cerca, e lei non è con me.
La stessa notte che sbianca gli stessi alberi.
Noi, quelli d'allora, già non siamo gli stessi.
Io non l'amo più, è vero, ma quanto l'ho amata.
La mia voce cercava il vento per arrivare alle sue orecchie.
D'un altro. Sarà d'un altro. Come prima dei miei baci.
La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi infiniti.
Ormai non l'amo più, è vero, ma forse l'amo ancora.
E' così breve l'amore e così lungo l'oblio.
E siccome in notti come questa l'ho tenuta tra le braccia,
la mia anima non si rassegna d'averla persa.
Benchè questo sia l'ultimo dolore che lei mi causa,
e questi gli ultimi versi che io le scrivo.
Noi, quelli d'allora, già non siamo gli stessi.
Io non l'amo più, è vero, ma quanto l'ho amata.
La mia voce cercava il vento per arrivare alle sue orecchie.
D'un altro. Sarà d'un altro. Come prima dei miei baci.
La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi infiniti.
Ormai non l'amo più, è vero, ma forse l'amo ancora.
E' così breve l'amore e così lungo l'oblio.
E siccome in notti come questa l'ho tenuta tra le braccia,
la mia anima non si rassegna d'averla persa.
Benchè questo sia l'ultimo dolore che lei mi causa,
e questi gli ultimi versi che io le scrivo.
-----
Puedo escribir los versos más tristes esta noche.
Puedo escribir los versos más tristes esta noche
Escribir, por ejemplo: "La noche està estrellada,
y tiritan, azules, los astros, a lo lejos."El viento de la noche gira en el cielo y canta.
Puedo escribir los versos más tristes esta noche.Yo la quise, y a veces ella también me quiso.
En las noches como esta la tuve entre mis brazos.La besè tantas veces bajo el cielo infinito.
Ella me quiso, a veces yo también la quería.Cómo no haber amado sus grandes ojos fijos.
Puedo escribir los versos más tristes esta noche.Pensar que no la tengo. Sentir que la he perdido.
Oir la noche inmensa, más inmensa sin ella.Y el verso cae al alma como al pasto el rocío.
Què importa que mi amor no pudiera guardarla.La noche esta estrellada y ella no està conmigo.
Eso es todo. A lo lejos alguien canta. A lo lejos.Mi alma no se contenta con haberla perdido.
Como para acercarla mi mirada la busca.Mi corazón la busca, y ella no està conmigo.
La misma noche que hace blanquear los mismos árboles.Nosotros, los de entonces, ya no somos los mismos.
Ya no la quiero, es cierto, pero cuánto la quise.Mi voz buscaba el viento para tocar su oído.
De otro. Serà de otro. Como antes de mis besos.Su voz, su cuerpo claro. Sus ojos infinitos.
Ya no la quiero, es cierto, pero tal vez la quiero.Es tan corto el amor, y es tan largo el olvido.
Porque en noches como esta la tuve entre mis brazos,mi alma no se contenta con haberla perdido.
Aunque este sea el ultimo dolor que ella me causa,y estos sean los ultimos versos que yo le escribo.
(Pablo Neruda)
giovedì 16 gennaio 2014
Epiloghi
come la spuma s’insabbia rapida a riva,
anche il lampo fulmineo d’amore
non finisce in un tuono,
ma muore col suono
dei fiori che svaniscono come pelle
sotto la pomice umida,
ogni cosa cospira a questo
finché non si resta
col silenzio che avvolge la testa di Beethoven.
-----
Things do not explode,
they fail, they fade,
as sunlight fades from the flesh,
as the foam drains quick in the sand,
even love's lightning flash
has no thunderous end,
it dies with the sound
of flowers fading like the flesh
from sweating pumice stone,
everything shapes this
till we are left
with the silence that surronds Beethoven's head.
(Derek Walcott)
Un libro dev'essere un'ascia
Etichette:
Franz Kafka,
John William Waterhouse
martedì 14 gennaio 2014
Conclusione
Etichette:
Gabriel von Max,
Vladimir Majakovskij
Nymphs Listening to the Songs of Orpheus
giovedì 9 gennaio 2014
Vi sono pensieri che non dico neppure a me stesso
Mi basta così
Se io fossi Dio
e avessi il segreto
farei un essere esatto a te;
lo proverei
(alla maniera dei panettieri
quando provano il pane, ovvero:
con la bocca),
e se questo sapore fosse
uguale al tuo, ossia
il tuo stesso odore, e il tuo modo
di sorridere,
e di stare in silenzio
e di stringere la mia mano strettamente,
e di baciarci senza farci male
- Di questo sì, sono sicuro: metto
tanta attenzione quando ti bacio-;
allora,
se io fossi Dio,
potrei ripeterti e ripeterti
sempre la stessa e sempre differente
senza stancarmi mai del gioco identico
senza disdegnare neppure quello che fosti
per quella che saresti diventata tra un attimo;
ancora non so se mi spiego, ma voglio
chiarire che se io fossi
Dio, farei
il possibile per essere Ángel González
per amarti così come ti amo
per attendere con calma
affinché ti creda te stessa ogni giorno,
affinché sorprenda tutte le mattine
la luce appena nata con la tua propria
luce, e scorra
la tenda impalpabile che separa
il sogno dalla vita,
resuscitandomi con la tua parola,
Lazzaro allegro,
io,
bagnato ancora
di ombre e pigrizia
sorpreso e assorto
nella contemplazione di tutto quello
che, in unione di me stesso,
recuperi e salvi, muovi, lasci
abbandonato quando – dopo – taci…
( Ascolto il tuo silenzio.
Odo
Costellazioni: esisti.
Credo in te.
Sei.
Mi basta.)
(Angel Gonzales)
(Angel Gonzales)
La vita è vita dappertutto
La vita è vita dappertutto; la vita è dentro noi stessi, e non in ciò che ci circonda all'esterno. Intorno a me ci saranno sempre degli uomini, ed essere un uomo tra gli uomini e rimanerlo per sempre, in qualsiasi sventura, non abbattersi e non perdersi d'animo, ecco in che cosa sta la vita, e in che cosa consiste il suo compito. Io mi sono reso conto di questo, e questa idea mi è entrata nella carne e nel sangue. Si, è vero! Quella testa che creava, che viveva della vita superiore dell'arte, che aveva preso coscienza e si era abituata alle sublimi esigenze dello spirito, ebbene quella testa è già stata tagliata via dalle mie spalle. É rimasta la memoria e le immagini da me create, ma non ancora realizzate. Queste immagini mi bruceranno come piaghe aperte, è vero! Ma in me è rimasto il cuore, è rimasta quella stessa carne e sangue che può sempre amare e soffrire, desiderare e ricordare, e questa è ancora vita.
(Fëdor Dostoevskij; Lettera al fratello dalla fortezza di Pietro e Paolo - 1849)
Etichette:
Fëdor Dostoevskij,
Lawrence Alma-Tadema
sabato 4 gennaio 2014
Da così tanto tempo sono nato
Da così tanto tempo sono nato
che sento certe volte
trascorrere su di me l'acqua gelata.
Giaccio sul fondo del fiume
e se canto una canzone
inizio dall'erba, attingo dalla sabbia,
non schiudo le labbra.
Da così tanto tempo sono nato
che non posso parlare,
ho sognato una città
su una riva pietrosa.
Giaccio sul fondo del fiume
e dall'acqua vedo
la luce lontana, l'alta dimora,
il verde raggio di stella.
Da così tanto son nato,
che se tu verrai
e la mano mi porrai sugli occhi,
sarà una bugia,
non ti potrò trattenere.
E se tu andrai via
e io non ti seguirò come un cieco
sarà una bugia.
(Arsenij Tarkovskij)
che sento certe volte
trascorrere su di me l'acqua gelata.
Giaccio sul fondo del fiume
e se canto una canzone
inizio dall'erba, attingo dalla sabbia,
non schiudo le labbra.
Da così tanto tempo sono nato
che non posso parlare,
ho sognato una città
su una riva pietrosa.
Giaccio sul fondo del fiume
e dall'acqua vedo
la luce lontana, l'alta dimora,
il verde raggio di stella.
Da così tanto son nato,
che se tu verrai
e la mano mi porrai sugli occhi,
sarà una bugia,
non ti potrò trattenere.
E se tu andrai via
e io non ti seguirò come un cieco
sarà una bugia.
(Arsenij Tarkovskij)
Etichette:
Aleksey Tchernigin,
Arsenij Tarkovskij
venerdì 3 gennaio 2014
Le sole persone con le quali ora mi interesserebbe di trovarmi
Ho commesso il peggiore dei peccati
Ho commesso il peggiore dei peccati
che un uomo possa commettere. Non sono stato
felice. Che i ghiacciai dell'oblio
possano travolgermi e disperdermi, senza pietà.
I miei mi generarono per il gioco
rischioso e stupendo della vita,
per la terra, l’acqua, l’aria, il fuoco.
Li frodai. Non fui felice. Realizzata
non fu la giovane loro volontà. La mia mente
si applicò alle simmetriche ostinatezze
dell’arte che intreccia inezie.
Ereditai valore. Non fui valoroso.
Non mi abbandona, mi sta sempre a lato
l’ombra d’essere stato un disgraziato.
-----
He cometido el peor de los pecados
que un hombre puede cometer. No he sido
feliz. Que los glaciares del olvido
me arrastren y me pierdan, despiadados.
Mis padres me engendraron para el juego
arriesgado y hermoso de la vida,
para la tierra, el agua, el aire, el fuego.
Los defraudé. No fui feliz. Cumplida
no fue su joven voluntad. Mi mente
se aplicó a las simétricas porfías
del arte, que entreteje naderías.
Me legaron valor. No fui valiente.
No me abandona. Siempre está a mi lado
La sombra de haber sido un desdichado.
(Jorge Luis Borges)
I passanti vedono solo una traccia di fumo
Uno potrebbe avere un cuore in fiamme nella propria anima e nessuno che ci si sieda accanto per scaldarsi. I passanti vedono solo una traccia di fumo e continuano per la loro strada.(Vincent Van Gogh)
giovedì 2 gennaio 2014
La mia anima è così pesante
La mia anima è così pesante che nessun pensiero è capace di portarla, nessun colpo d'ala che possa sollevarla verso l'etere. Se essa si muove, non riesce che a sfiorare la terra come il volo basso degli uccelli quando minaccia l'uragano. Sulla mia anima incombe un'oppressione greve, un'angoscia che fa presentire il terremoto.
(Soren Kierkegaard)
Etichette:
Alfred Stieglitz,
Soren Kierkegaard
Cleopatra’s house, Island of Delos
mercoledì 1 gennaio 2014
...che sia il futuro
Ancora mi sollevo
Puoi svalutarmi nella storia
Con le tue amare, contorte bugie;
Puoi schiacciarmi a fondo nello sporco
Ma ancora, come la polvere, mi solleverò
La mia presunzione ti infastidisce?
Perché sei così coperto di oscurità?
Perché io cammino come se avessi pozzi di petrolio
Che pompano nel mio soggiorno
Proprio come le lune e come i soli,
Con la certezza delle maree,
Proprio come le speranze che si librano alte,
Ancora mi solleverò
Volevi vedermi distrutta?
Testa china ed occhi bassi?
Con le spalle che cadono come lacrime,
Indebolita dai miei pianti di dolore?
Con le spalle che cadono come lacrime,
Indebolita dai miei pianti di dolore?
La mia arroganza ti offende?
Non prenderla troppo male
Perché io rido come se avessi miniere d’oro
Scavate nel mio giardino
Puoi spararmi con le tue parole,
Puoi tagliarmi coi tuoi occhi,
Puoi uccidermi con il tuo odio,
Ma ancora, come l’aria, mi solleverò.
La mia sensualità ti disturba?
Ti giunge come una sorpresa
Che io balli come se avessi diamanti
Al congiungersi delle mie cosce?
Fuori dalle capanne della vergogna della storia
Io mi sollevo
In alto, da un passato che ha radici nel dolore
Io mi sollevo
Io sono un oceano nero, agitato ed ampio,
Sgorgando e crescendo io genero nella marea.
Lasciando dietro notti di terrore e paura
In un nuovo giorno che è meravigliosamente limpido
Io mi sollevo
Portando i doni giunti dai miei antenati,
Io sono il sogno e la speranza dello schiavo.
Io mi sollevo
Portando i doni giunti dai miei antenati,
Io sono il sogno e la speranza dello schiavo.
Io mi sollevo
Io mi sollevo
Io mi sollevo
(Maya Angelou)
È vero, io sono una foresta e una notte
Iscriviti a:
Post (Atom)