giovedì 27 novembre 2014

Vivere

Chi non ha mai voluto morire
non sa che cosa è vivere
non sa che vivere è aprire una finestra
da dove usciranno stormi di uccelli
e ippocampi fosforescenti
meduse translucide
raggiate
stelle di mare… Ah,
vivere è uscire all’improvviso
dal fondo del mare
e volare…
e volare…
sempre più in alto
come dopo esser morti!

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Quem nunca quis morrer
Não sabe o que é viver
Não sabe que viver é abrir uma janela
E pássaros pássaros sairão por ela
E hipocampos fosforescentes
Medusas translúcidas
Radiadas
Estrelas-do-mar… Ah,
Viver é sair de repente
Do fundo do mar
E voar…
e voar…
cada vez para mais alto
Como depois de se morrer!


(Mário Quintana)

mercoledì 26 novembre 2014

Ciò m'infuse in qualche modo un po' di coraggio

Nonostante tutto lo scrivere è un bene, ora sono più calmo che due ore fa con la Sua lettera, là fuori sulla sedia a sdraio. Stavo coricato e a un passo da me un insetto era caduto sul dorso, ed era disperato di non potersi rizzare; volentieri l'avrei aiutato, era facile aiutarlo, si poteva recargli aiuto con un passo e con una piccola spinta, ma lo dimenticai per via della Sua lettera, non potevo neanche alzarmi, soltanto una lucertola richiamò la mia attenzione sulla vita intorno a me, il suo cammino la portò sopra l'insetto ormai immobile, non era stato dunque, pensai, un infortunio, ma un'agonia, il raro spettacolo della morte naturale di una bestia: ma scivolandogli addosso, la lucertola lo raddrizzò, sicché stette ancora un istante fermo come morto, e poi s'arrampicò di corsa su per il muro della casa, come niente fosse. Ciò m'infuse in qualche modo un po' di coraggio, mi alzai, bevetti il latte e scrissi a Lei...


(Franz Kafka; "Lettere a Milena")

martedì 25 novembre 2014

Le rane

Non più teorie: mi unisco al coro delle rane.
Voglio sentirle gracidare stanotte, circondandomi.
Nel loro alfabeto percepisco una sola vocale
e il gorgoglio dello stagno.

Il piano che ci hanno dato suona le medesime note
fin troppo ripetute. Basta. 
Forse è un angelo quell'ombra
che s'innalza all'entrata della mia caverna.
Non mi risulta.
Le tenebre di Dio mai lasciano vedere qualcosa chiaramente.
Il tempo può girare intorno,
dipende dalla pioggia, dal vento tra gli alberi.
Non più teorie: abbiamo già ascoltato lo spettro,
zittiamo il Principe Amleto.
Per oggi mi bastano le voci delle rane,
voglio sentirle gracidare stanotte più vicine
lasciando che riempiano i miei sensi
con il loro taoismo solitario
fino a cancellare i misteri del mondo.
Con i loro cori mi abbandono all'estrema grazia.


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No más teorías: me sumo al coro de las ranas.
Quiero oírlas croar esta noche, rodeándome.
En su alfabeto percibo una sola vocal
y las burbujas del pantano.
El piano que nos dieron marca las mismas notas
ya demasiado repetidas. Basta.
Tal vez sea un ángel esa sombra
que se eleva a la puerta de mi caverna.
No me consta.
La oscuridad de Dios nunca deja ver nada claro.
El tiempo puede girar en redondo,
depende de la lluvia, del viento entre los árboles.
No más teorías: ya oímos al espectro,
acallemos al Príncipe Hamlet.
Por hoy me bastan las voces de las ranas,
quiero oírlas croar esta noche más cerca
dejando que me llenen los sentidos
con su taoísmo solitario
hasta que se borren los enigmas del mundo.
En sus coros me entrego a la máxima gracia.

(Eugenio Montejo)

Chi guarda fisso verso le stelle

Gli ostacoli non mi fermano. Ogni ostacolo si sottomette alla rigida determinazione. Chi guarda fisso verso le stelle non cambia idea.


(Leonardo da Vinci)

Solitude of the Soul


venerdì 21 novembre 2014

È stato qui Paul Adler

È stato qui Paul Adler. Lo conosci? Cessassero almeno queste visite, tutti gli uomini sono così perennemente vivi, realmente immortali, non nel senso della vera immortalità, ma forse giù nelle profondità della loro vita momentanea. Ho tanta paura di loro. Vorrei leggergli negli occhi ogni desiderio, baciargli i piedi dalla paura e dalla gratitudine, se volesse andar via senza invitarmi a ricambiare la visita. Da solo vivo ancora, ma, quando arriva una visita, questa mi uccide in certo qual modo, per poi potermi far rivivere con la sua forza, ma non possiede tanta forza. Lunedì devo andare da lui e già ne ho la testa confusa.


(Franz Kafka - Settembre 1920)

lunedì 17 novembre 2014

Sola

Diversa da ogni altra,
insostituibile, sola
e di me stessa signora.


(Sibilla Aleramo)

Ascoltavo la pioggia

Ascoltavo la pioggia
domandare al silenzio
quale fragile ardore
sillabava e moriva.

L'infinito tendeva
ori e stralci di rosso
profumando le pietre
di strade lontane.

Mi abitavano i sogni
odorosi di muschio
quando il fiume impetuoso
scompigliava l'oceano.

...Ascoltavo la pioggia...
domandare al silenzio
quanti nastri di strade
annodavano il cuore.

...E la pioggia piangeva...
asciugandosi al vento
sopra tetti spioventi
di desolati paesi.


(Alda Merini)

Intendo senza arrivare alla coscienza

Intendo senza arrivare alla coscienza, come un cieco al quale si parli di colori. A volte, passando per le strade, colgo brani di conversazioni intime, e si tratta quasi sempre di conversazioni sull'altra donna, sull'altro uomo, sul ragazzo di una o sull'amante dell'altro, (...). Per il solo fatto di sentire queste ombre di discorso umano, che poi in fondo è tutto ciò di cui si occupa la maggioranza delle vite coscienti, porto dentro di me un tedio disgustato, l'angoscia di un esilio fra ragni e l'immediata consapevolezza della mia umiliazione fra gente reale; la condanna, nei confronti del proprietario e del luogo, di essere simile agli altri inquilini dell'agglomerato; di stare a spiare con disgusto, fra le sbarre del retrobottega, l'immondizia altrui che si ammucchia sotto la pioggia in quel cortile interno che è la mia vita.


(Fernando Pessoa; "Il libro dell'inquietudine")

Benché tu non lo sappia

Come la luce di un sogno,
che non appare nel mondo ma esiste,
così ho vissuto io,
illuminando
quella parte di te che non conosci,
la vita che hai passato ai miei pensieri.

E benché tu non lo sappia, io ti ho visto
attraversare la porta senza dire no,
chiedermi un portacenere, curiosare tra i libri,
rispondere al desiderio delle mie labbra
con le tue labbra di whisky,
seguire i miei passi fino alla camera.
Abbiamo anche parlato
nel letto, senza fretta, molte sere,
questo letto d’amore che non conosci,
lo stesso che rimane
freddo quando parti.

Benché tu non lo sappia ti inventavo con me,
facemmo mille progetti, passeggiammo
per tutte le città che ti piacciono,
ricordammo canzoni, scegliemmo rinunce,
imparando entrambi a convivere
tra la realtà e il pensiero.

Spiata all’ombra del tuo orario
o nella notte di un bar con mia sorpresa.
Così ho vissuto io,
come la luce del sogno
che non ricordi quando ti svegli.

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Como la luz de un sueño,
que no raya en el mundo pero existe,
así he vivido yo
iluminado
esa parte de ti que no conoces,
la vida que has llevado junto a mis pensamientos.

Y aunque tú no lo sepas, yo te he visto
cruzar la puerta sin decir que no,
pedirme un cenicero, curiosear los libros,
responder al deseo de mis labios
con tus labios de whisky,
seguir mis pasos hasta el dormitorio.
También hemos hablado
en la cama, sin prisa, muchas tardes
esta cama de amor que no conoces,
la misma que se queda
fría cuanto te marchas.

Aunque tú no lo sepas te inventaba conmigo,
hicimos mil proyectos, paseamos
por todas las ciudades que te gustan,
recordamos canciones, elegimos renuncias,
aprendiendo los dos a convivir
entre la realidad y el pensamiento.

Espiada a la sombra de tu horario
o en la noche de un bar por mi sorpresa.
Así he vivido yo,
como la luz del sueño
que no recuerdas cuando te despiertas.


(Luis García Montero)

domenica 16 novembre 2014

Vorrei parlare con i fiori

Voglio starmene da solo. Vorrei andare nella foresta boema. Maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre; devo vedere cose nuove e studiarle, voglio gustare acque scure, vedere alberi scricchiolanti, venti selvaggi, voglio osservare stupito marce recinzioni di giardini nel loro essere sempre vive, sentire giovani boschi di betulle e foglie vibranti, voglio vedere luce, sole, e alla sera godermi le umide valli verdazzurre  seguire il luccichio dei pesci dorati, veder crescere nuvole bianche, vorrei parlare con i fiori. Scrutare nell’intimo erbe e uomini rosati, saper dire di antiche chiese dignitose, piccole cupole, voglio correre via senza fermarmi su tondeggianti colline campestri attraverso vasti pianori, voglio baciare la terra e sentire il profumo di morbidi, caldi fiori di muschio; allora darei forma veramente bella ai campi colorati. Di primo mattino vorrei rivedere il sole che sorge e potrei osservare il respiro della terra, scintillante...


(Egon Schiele)

Ben pochi si impressionano per una maschera posticcia

Non c'è alcuno, né da vivo né da morto, cui la virtù non abbia dato la sua ricompensa, purché egli l'abbia seguita lealmente, non se ne sia agghindato e imbellettato, ma sia rimasto eguale a se stesso sia quando si presentava dopo essere stato annunciato sia quando si faceva vedere senza alcuna preparazione e all'improvviso. Simulare non serve a nulla: ben pochi si impressionano per una maschera posticcia; la verità resta identica a se stessa da qualunque lato tu la rigiri. Gli inganni non hanno consistenza. La menzogna è sottile sottile, anzi, se ben guardi, è trasparente.


(Seneca; "Lettere a Lucilio")

sabato 15 novembre 2014

Raccolta di conchiglie

raccolta di conchiglie:
sulla battigia nella foschia sparisce
una donna

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onna kara
saki e kazumu zo
shiohigata


(Kobayashi Issa)