lunedì 17 novembre 2014

Intendo senza arrivare alla coscienza

Intendo senza arrivare alla coscienza, come un cieco al quale si parli di colori. A volte, passando per le strade, colgo brani di conversazioni intime, e si tratta quasi sempre di conversazioni sull'altra donna, sull'altro uomo, sul ragazzo di una o sull'amante dell'altro, (...). Per il solo fatto di sentire queste ombre di discorso umano, che poi in fondo è tutto ciò di cui si occupa la maggioranza delle vite coscienti, porto dentro di me un tedio disgustato, l'angoscia di un esilio fra ragni e l'immediata consapevolezza della mia umiliazione fra gente reale; la condanna, nei confronti del proprietario e del luogo, di essere simile agli altri inquilini dell'agglomerato; di stare a spiare con disgusto, fra le sbarre del retrobottega, l'immondizia altrui che si ammucchia sotto la pioggia in quel cortile interno che è la mia vita.


(Fernando Pessoa; "Il libro dell'inquietudine")

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