(...) siccome nella posizione ordinaria di galleggiamento del leviatano le pinne caudali si trovano notevolmente al di sotto del livello della schiena, esse sono in questo caso completamente nascoste sotto il pelo dell'acqua; ma quando l'animale è sul punto di tuffarsi negli abissi, tutte e due queste pinne, con nove metri almeno del suo corpo, vengono proiettate a perpendicolo nell'aria, e lì rimangono a vibrare un attimo, finché sprofondando di colpo scompaiono alla vista.
(...) questo impennarsi delle pinne della balena è forse lo spettacolo più grandioso che offra tutta la natura animata. Fuori dagli abissi senza fondo, la coda gigantesca sembra tesa in uno sforzo spasmodico verso il più alto dei cieli. Così, in sogno, ho veduto Satana allungare maestoso su dalla fiamma baltica dell'inferno il suo colossale artiglio tormentato. Ma nel mirare scene simili, tutto dipende dall'umore che vi tiene: se l'umore è dantesco, vi verranno in mente i diavoli; se è quello d'Isaia, gli arcangeli. Mentre stavo in testa d'albero sulla mia nave durante un'aurora che tingeva di cremisi cielo e mare, vidi una volta, a oriente, una gran mandria di balene tutte rivolte verso il sole, che per un attimo vibrarono all'unisono le code levate a picco. Mai, così mi parve allora, si era vista l'adorazione agli dèi concretarsi in un modo tanto grandioso, nemmeno in Persia, patria degli adoratori del fuoco. Come Tolomeo Filopatro testimoniò dell'elefante africano, io allora testimoniai della balena, dichiarandola la più pia di tutte le creature. Poiché, secondo il re Giuba, gli elefanti militari dell'antichità salutavano spesso il mattino levando le proboscidi in mezzo al più profondo silenzio.
(Herman Melville; "Moby Dick")
Nessun commento:
Posta un commento