Il suo cuore non aveva mai trovato la via dell'effusione. Era passata nella vita incompresa da tutti: fanciulla, la sua famiglia la considerava romantica, esaltata e nello stesso tempo inetta, benché fosse la più intelligente e la più seria della numerosa figliolanza. Aveva rotto senza rimpianto quasi ogni rapporto con i parenti, antipatici allo sposo. Credente, forse con un misticismo scoraggiante, e senza gusto per le pratiche del culto, la religione non l'aveva sollevata da un solo dolore. Di fantasia viva e calda e di gusto fine, non però s'era mai applicata a nessuna arte, e nessuna manifestazione del genio le aveva suscitato uno speciale fascino traendola fuor di sé stessa per qualche istante. Non una amica, non un consigliere, mai, sulla sua strada. E una salute incerta, un organismo travagliato da lenti mali... Povera, povera anima! Non le erano valse la bellezza, la bontà, l'intelligenza. La vita le aveva chiesto forza: non l'aveva.
(Sibilla Aleramo; "Una donna")