Oggi sono felice. Sono un tiranno. Sono felice, egoisticamente, tirannicamente, felice. Ma poiché sono una donna non voglio essere priva di bisogni. E continuo ad avere grandi bisogni. Niente rimpiazza la vita o l'amore. Avevo bisogno di un padre; avevo bisogno di Henry; avevo bisogno della protezione di Hugh, della sua lealtà, della sua fiducia; avevo bisogno della comprensione di Rank; avevo bisogno della scrittura di Henry; avevo bisogno dell'equilibrio di mio padre; avevo bisogno d'amore. Bisogni terribili, immensi, divoranti e sconvolgenti. La vita mi costringe a prevenire e porre rimedio ai bisogni, ad essere un cosmo da sola: uomo, donna, padre, madre, amante e bambina. Tutti i ruoli! Estenuante! (...) La confusione è dovuta al fatto che per quanto intelligente io possa essere, non ho controllo sui miei stati d'animo. Ogni giorno è visto attraverso il prisma di un umore che è un elemento mutevole e imprevedibile. Fortunatamente l'umore predominante in questa Coney Island degli umori che sono io è un senso di meraviglia, di bellezza, il senso del magico e del miracoloso. Ti spiace molto avere un vulcano, una Coney Island, e le cascate del Niagara come amica? Oggi sono felice. Ti seccano questi continui sbalzi d'umore, e questo guardare alle cose da prospettive sempre diverse? è tutto un gioco mentale ad incastro, non ti pare? Ti dispiace non essere troppo sicuro, o il mio non essere troppo precisa? Lo sai che nella poesia e nella vita quello che conta è l'estasi, e l'estasi è talvolta un po' caotica, come l'ubriachezza. Lasciar succedere le cose, lasciarle andare per il loro verso, è divertente. I progetti, l'ordine, la sintesi creativa prima o poi arrivano comunque. Nella vita, in natura, c'è sempre un lieve disordine, un po' di capricciosità. Ti dispiace? La saggezza dev'essere usata soltanto per far fronte alla morte, alla distruzione, o alla tragedia, ma non come sostituto della vita. Io consiglio di vivere i proprio errori fino in fondo. Sono contraria all'accellerazione artificiale del processo di crescita. Per aiutare solo a superare un ostacolo, a saltare quando si è bloccati.
(Anais Nin; "Fuoco")