Cosa grande e vasta è la saggezza, ha bisogno di avere libero il campo; oggetto di apprendimento devono essere il divino e l'umano, il passato e il futuro, il transeunte e l'eterno, il tempo. In relazione a quest'ultima entità considera quante nozioni si richiedono: anzitutto se il tempo sia qualcosa di per se stesso, poi se esista qualcosa prima del tempo e senza il tempo; se il tempo sia cominciato con l'universo o se, qualora sia esistito qualcosa prima dell'universo, allora sia esistito anche il tempo. Innumerevoli questioni hanno per oggetto soltanto l'anima: da dove proviene, qual è la sua natura, quando comincia a esistere, quanto a lungo dura la sua esistenza, se passi da un luogo a un altro e muti i suoi domicili, trasferita in successione da una forma di essere animato a un'altra, o se non svolga le sue funzioni più di una volta e, rimessa in libertà, non erri nel gran tutto dell'universo; se abbia consistenza corporea, che cosa sia destinata a fare dopo aver cessato di fare qualcosa per il nostro tramite, come utilizzerà la sua libertà una volta fuggita da questo carcere; se si dimenticherà di tutto il suo passato e comincerà a prendere nozione di sé dal momento in cui, staccatasi dal corpo, si sia ritirata nelle sfere superne. Qualunque parte dell'umano e del divino tu abbia abbracciato, sarai fiaccato dalla mole enorme di cose che devono essere indagate e apprese. Affinché questi problemi così numerosi, così importanti possano trovare libera ospitalità, è indispensabile eliminare dall'animo tutto ciò che è superfluo. La virtù non si acconcerà entro questi angusti confini: ci vuole un ampio spazio per una cosa così grande. Si elimini tutto il resto, il nostro cuore sia interamente libero per lei sola.
(Seneca; "Lettere a Lucilio")
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