(...) Però ieri sera, entrando in S. Stefano, che è l'unica cosa antica e quindi sacra e quindi veneranda della città, ebbi la fortuna di sentire l'inizio di un grande concerto d'organo. Tutta la chiesa ormai buia, sai: le altissime volte tutte gonfie di suono e i Santi con le mani protese, come a lavarsele nelle invisibili onde. A poco a poco io mi sentivo tornare verso il profondo di me: ed ogni eco dura cadeva nel fluire di tutti i ricordi. Pensavo alle cose compiute, all'amore al dolore vissuti, a tutti i lontani: e niente era concreto come quello che io, col mio cuore, avevo creato; niente era vero ed eterno come la vita della mia anima...
(Antonia Pozzi)
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