E nel nome dei secoli a venire,
giunse l'offerta a Lui
d'oro d'incenso e mirra;
Fulgore e Olezzo: i massimi
doni della Natura.
Il suo divino solitario cuore
in un florido calice si aprì
d'onnipotente Amore.
Il Pargolo celeste al nobil volto
si protendea del Padre,
riposando tranquillo, Egli, nel grembo
preveggente e beato
della sua Madre sorridente e austera.
Con profetico sguardo,
si affisava, pei secoli venturi,
nei diletti germogli del suo tronco,
noncurante di sé, della sua propria
sorte terrena.
Subitamente, i più candidi spiriti,
affascinati dal profondo amore,
gli si strinsero attorno. E accanto a Lui,
siccome la campagna a primavera,
germinava fiorendo una novella
non mai comparsa Vita.
Parole inesauribili
di giocondi messaggi,
come faville d'un mondo celeste,
cadevan via dalle amorose labbra...
(Novalis; "Inni alla notte")
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