- Venerdì mattina, le nove.
Mi sento come uno che si stia rimettendo da una grave malattia. Con la testa abbastanza leggera e con le gambe ancora un po' incerte. Era proprio brutto ieri. Non vivo abbastanza semplicemente. Mi abbandono troppo a "sfrenatezze", a baccanali dello spirito. E forse m'identifico troppo con quel che leggo e studio: Dostoevskij mi distrugge ancora, in un modo o nell'altro. Devo proprio diventare più semplice. Lasciarmi vivere un po' di più. Non pretendere di vedere già dei risultati. Ora conosco la mia cura: accoccolarmi in un angolino e ascoltare quel che ho dentro, ben raccolta in me stessa. Tanto, col pensiero non ci arriverò mai. Pensare è una bella, una superba occupazione quando studi, ma non puoi "pensarti fuori" da uno stato d'animo penoso. Allora devi fare altro, farti passiva e ascoltare, riprender contatto con un frammento d'eternità...
(Etty Hillesum; "Diario")
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