mercoledì 27 novembre 2013

Supponiamo che una rosa provi sensazioni

Supponiamo che una rosa provi sensazioni. Un bel mattino, essa fiorisce e gode di se stessa; poi, però, sopraggiunge un vento freddo e il sole si fa ardente. La rosa non ha scampo, non può eliminare i suoi travagli nati con il mondo: allo stesso modo, l'uomo non può essere felice ignorando che quei travagli esistono, e gli elementi materiali prenderanno il sopravvento sulla sua natura. I corrotti e i superstiziosi chiamano comunemente il nostro mondo: "valle di lacrime". Da questa valle dovremmo essere liberati grazie a un certo arbitrario intervento di Dio e condotti in cielo: che pensiero limitato e mediocre! Chiamate il mondo, vi prego, "la valle del fare anima" e allora scoprirete qual è la sua utilità. (...) Dico fare anima intendendo per "anima" qualcosa di diverso dalla "intelligenza". Possono esistere milioni di intelligenze o scintille della divinità, ma esse non sono anime fino a quando non acquisiscono identità, fino a quando ognuna non è personalmente se stessa.


(John Keats; Lettera al fratello - 1819)

3 commenti:

  1. Ti ringrazio infinitamente
    di farmi scoprire tutte queste belle parole
    ogni volta

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    1. Ma scherzi?!
      Io non faccio niente di speciale, grazie a te per i tuoi commenti!
      A me piace moltissimo il dipinto...

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  2. Ti sbagli, tu sei speciale!
    E chi conosce le lettere di John Keats senza di te?

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