sabato 27 settembre 2014

Semi divini sono sparsi in ogni corpo umano

Ti stupisci che un uomo si rechi presso gli dei? Ma è la divinità che viene verso gli uomini, anzi, più propriamente, negli uomini. Infatti, senza la divinità nessuna mente è indirizzata al bene. Semi divini sono sparsi in ogni corpo umano. Se un buon coltivatore li accoglie, producono germogli del tutto conformi alla loro origine e si sviluppano con caratteristiche uguali a quelle dell'essere da cui hanno tratto vita; se invece il coltivatore è inetto, ne provoca - non diversamente da un terreno sterile e paludoso - la morte e fa crescere erbacce invece di biade.


(Seneca; "Lettere a Lucilio") 

mercoledì 24 settembre 2014

Venus veiling Pandora


Vorrei nutrirmi lentamente dell'evanescenza

Cara Sorella,
Dopo che sei partita, un vento leggero gorgheggiava per casa come un uccello che spaziava, facendola sembrare su una cima, ma solitaria. Quando te ne sei andata è arrivato l'affetto. L'avevo previsto. La cena del cuore è quando l'ospite se n'è andato. Il ritegno è così intrinseco a un forte affetto che dobbiamo tutti sperimentare la reticenza di Adamo. Immagino che la strada che percorre da quel momento il viaggiatore che ama sia divina, priva di barriere. Il fatto che sarai con me annulla il timore e aspetto la Festa delle Lauree con allegra rassegnazione. Più piccola di Davide come sono tu mi vesti da immenso Golia. Venerdì ho assaporato la vita. È stato un grande boccone. Un circo è passato davanti a casa - ancora sento il rosso nella mente anche se i tamburi non si sentono più. Il libro di cui parli, non l'ho incontrato. Grazie per la tenerezza. Il prato è pieno di sud e gli odori si confondono, e oggi sento per la prima volta il fiume nell'albero. Hai parlato di ritardo nella primavera - io l'accuserei del contrario. Vorrei nutrirmi lentamente dell'evanescenza. Vinnie è profondamente afflitta per la morte del suo gatto screziato, anche se i miei tentativi di convincerla che è immortale la aiutano un po'. La mamma ricomincia con la lattuga, provocando la mia ribellione - che è però provocata da te, cosa che addolcisce il disonore. "In Casa" ci sono le "pulizie". Preferisco la peste. È più classica e meno mortale. Il tuo è stato il mio primo corbezzolo. Un vanto rosato. Ti manderò la prima amamelide. Una donna è morta la scorsa settimana, giovane e piena di speranza, anche se per poco - aldilà del nostro giardino. Da allora penso al potere della morte, non sugli affetti, ma come segnale mortale. È il Nilo per noi. Ti riferisci alla gioia vietata di stare con coloro che amiamo. Immagino che sia una licenza non concessa da Dio. Non calcolare lontano ciò che si può avere Sebbene il tramonto si stenda nel mezzo Né adiacente ciò che vicino È più lontano del sole. Ti voglio bene per avergli dato corpo.


(Emily Dickinson a Elizabeth Holland - Maggio 1866)

domenica 21 settembre 2014

Mi hanno chiamato folle

Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell'intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell'intelletto in generale.


(Edgar Allan Poe)

sabato 20 settembre 2014

Cosa c'è in fondo ai tuoi occhi

Cosa c’è
in fondo ai tuoi occhi
dietro il cristallino
oltre l’apparenza?
Dove il tempo

d’improvviso
si ferma
e la mia anima
sulle tue labbra
resta sospesa?


(Saffo)

A Lou Salomé

Non posso ricordare. Ma quei momenti
puri dureranno in me come
in fondo a un vaso troppo pieno.
Non penso a te, ma sono per amore tuo
e questo mi dà forza.
Non ti invento nei luoghi
che adesso senza te non hanno senso.
Il tuo non esserci
è già caldo di te, ed è più vero,
più del tuo mancarmi. La nostalgia
spesso non distingue. Perché
cercare allora se il tuo influsso
già sento su di me
lieve come un raggio di luna alla finestra.


(Rainer Maria Rilke)

giovedì 18 settembre 2014

Mi incanta il mormorio di un'ape

Mi incanta il mormorio di un'ape -
qualcuno mi chiede perché -
più facile è morire che rispondere.

Il rosso sopra il colle annulla la mia volontà -
se qualcuno sogghigna stia attento
- perchè Dio è qui - questo è tutto.

La luce del mattino mi eleva di grado -
se qualcuno mi chiede come -
risponda l'artista che mi tratteggiò così.


(Emily Dickinson)

Fammi un ritratto del sole

Fammi un ritratto del sole
Così che io possa
appenderlo in camera mia
E possa fingere di scaldarmi
Mentre gli altri lo chiamano " Giorno"!
Disegnami un pettirosso su un ramo
Così che io possa ascoltarlo mentre dormo
E quando cesserà il canto nei campi
Anch'io deporrò la mia illusione.
Dimmi se è vero che
fa caldo a mezzogiorno
Se sono i ranuncoli quelli che volano
O le farfalle quelle che fioriscono.
Poi, manda via il gelo dai prati
E scaccia la ruggine dagli alberi
Dammi l'illusione che ruggine e gelo
Non debbano più tornare!


(Emily Dickinson)

martedì 16 settembre 2014

Forse attendo invano

Forse attendo invano, ma spero in un “mi manchi” che mi accarezzi l’anima.


(Gustave Flaubert)

Giochi ogni giorno con la luce dell'universo

Giochi ogni giorno con la luce dell'universo.
Sottile visitatrice, giungi nel fiore e nell'acqua.
Sei più di questa bianca testolina che stringo
come un grappolo tra le mie mani ogni giorno.

A nessuno rassomigli da che ti amo.
Lasciami stenderti tra le ghirlande gialle.
Chi scrive il tuo nome a lettere di fumo tra le stelle del sud?
Ah lascia che ricordi come eri allora, quando ancora non esistevi.

Improvvisamente il vento ulula e sbatte la mia finestra chiusa.
Il cielo è una rete colma di pesci cupi.
Qui vengono a finire i venti, tutti.
La pioggia si denuda.

Passano fuggendo gli uccelli.
Il vento. Il vento.
Io posso lottare solamente contro la forza degli uomini.
Il temporale solleva in turbine foglie oscure
e scioglie tutte le barche che iersera s'ancorarono al cielo.

Tu sei qui. Ah tu non fuggi.
Tu mi risponderai fino all'ultimo grido.
Raggomitolati al mio fianco come se avessi paura.
Tuttavia qualche volta corse un'ombra strana nei tuoi occhi.

Ora, anche ora, piccola mi rechi caprifogli,
ed hai persino i seni profumati.
Mentre il vento triste galoppa uccidendo farfalle
io ti amo, e la mia gioia morde la tua bocca di susina.

Quanto ti sarà costato abituarti a me,
alla mia anima sola e selvaggia, al mio nome che tutti allontanano.

Abbiamo visto ardere tante volte l'astro baciandoci gli occhi
e sulle nostre teste ergersi i crepuscoli in ventagli giranti.

Le mie parole piovvero su di te accarezzandoti.
Ho amato da tempo il tuo corpo di madreperla soleggiata.
Ti credo persino padrona dell'universo.
Ti porterò dalle montagne fiori allegri, lapagerie,
nocciole oscure, e ceste silvestri di baci.

Voglio fare con te
ciò che la primavera fa con i ciliegi.

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Juegas todos los días con la luz del universo.
Sutil visitadora, llegas en la flor y en el agua.
Eres más que esta blanca cabecita que aprieto
como un racimo entre mis manos cada día.

A nadie te pareces desde que yo te amo.
Déjame tenderte entre guirnaldas amarillas.
Quién escribe tu nombre con letras de humo entre las estrellas del sur?
Ah déjame recordarte como eras entonces, cuando aún no existías.

De pronto el viento aúlla y golpea mi ventana cerrada.
El cielo es una red cuajada de peces sombríos.
Aquí vienen a dar todos los vientos, todos.
Se desviste la lluvia.

Pasan huyendo los pájaros.
El viento. El viento.
Yo solo puedo luchar contra la fuerza de los hombres.
El temporal arremolina hojas oscuras
y suelta todas las barcas que anoche amarraron al cielo.

Tú estás aquí. Ah tú no huyes.
Tú me responderás hasta el último grito.
Ovíllate a mi lado como si tuvieras miedo.
Sin embargo alguna vez corrió una sombra extraña por tus ojos.

Ahora, ahora también, pequeña, me traes madreselvas,
y tienes hasta los senos perfumados.
Mientras el viento triste galopa matando mariposas
yo te amo, y mi alegría muerde tu boca de ciruela.

Cuánto te habrá dolido acostumbrarte a mí,
a mi alma sola y salvaje, a mi nombre que todos ahuyentan.

Hemos visto arder tantas veces el lucero besándonos los ojos
y sobre nuestras cabezas destorcerse los crepúsculos en abanicos girantes.

Mis palabras llovieron sobre ti acariciándote.
Amé desde hace tiempo tu cuerpo de nácar soleado.
Hasta te creo dueña del universo.
Te traeré de las montañas flores alegres, copihues,
 avellanas oscuras, y cestas silvestres de besos.

Quiero hacer contigo
lo que la primavera hace con los cerezos.


(Pablo Neruda)

domenica 14 settembre 2014

Atlante

Davanti a te la mia anima è aperta
come un atlante: puoi seguire con un dito
dal monte al mare azzurre vene di fiumi,

numerare città,
traversare deserti.

Ma dai miei fiumi nessuna piena ti minaccia,
le mie città non ti assordano con il loro clamore,
il mio deserto non è la tua solitudine.
E dunque cosa conosci?

Se prendi la penna, puoi chiudere in un cerchio esattissimo
un piccolo luogo montano, dire: “Qui fu la battaglia,
queste sono le sue silenziose Termopili”.
Ma tu non sentisti la morte distruggere la mia parte regale,
né salisti furtivo
col mio intimo Efialte per un tortuoso sentiero.
E dunque cosa conosci?


(Margherita Guidacci)

Le parole e le cose

L'intelligenza non avrà mai peso, mai
nel giudizio di questa pubblica opinione.
Neppure sul sangue dei lager, tu otterrai

da uno dei milioni d'anime della nostra nazione,
un giudizio netto, interamente indignato:
irreale è ogni idea, irreale ogni passione,

di questo popolo ormai dissociato
da secoli, la cui soave saggezza
gli serve a vivere, non l'ha mai liberato.

Mostrare la mia faccia, la mia magrezza -
alzare la mia sola puerile voce -
non ha più senso: la viltà avvezza

a vedere morire nel modo più atroce
gli altri, nella più strana indifferenza.
Io muoio, ed anche questo mi nuoce.


(Pier Paolo Pasolini)

sabato 13 settembre 2014

Ma come è possibile ciò?

Quando non scrivo, sono soltanto stanco, triste, pesante; quando scrivo, l'inquietudine e l'angoscia mi straziano.
...
Ma come è possibile ciò? Che cosa voglio? Che cosa faccio?


(Franz Kafka - 14 Settembre 1920)