Poco dopo Tom s'imbatté in Huckleberry Finn, giovane paria locale, figlio dell'ubriacone ufficiale del paese. Huckleberry era cordialmente detestato e temuto da tutte le madri, perché era un fannullone, un senza-legge, uno screanzato, e perché tutti i loro figli lo ammiravano senza riserve, si dilettavano della sua compagnia, severamente proibita, e avrebbero voluto avere il coraggio di vivere come lui. Anche Tom si trovava nella situazione degli altri ragazzi perbene, perché invidiava a Huckleberry la sua splendida professione di reietto, e aveva ricevuto severissimi ordini di non giocare mai con lui. Così che giocava con lui tutte le volte che poteva. Huckleberry indossava sempre abiti smessi di persone adulte e si presentava in una fantasiosa fioritura di stracci. Il suo cappello era un'irreparabile rovina, con un'ampia mezzaluna ritagliata nella falda: la giacca, quando ne portava una, gli giungeva quasi ai tacchi e aveva i bottoni posteriori molto bassi; i calzoni, tenuti su da una bretella sola, lasciavan ciondolare il fondo, che non conteneva nulla, e, quando non erano ripetutamente rimboccati, strascicavano nella polvere.
Huckleberry poteva andare e venire, secondo gli garbava. Quando faceva bello dormiva sugli scalini di qualche casa; quando pioveva in qualche botte vuota. Non era costretto ad andare a scuola o in chiesa, non aveva padroni, non doveva obbedire a nessuno.
(Mark Twain; "Le avventure di Tom Sawyer")

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