domenica 30 novembre 2025

Il giardino

Mille anni e poi mille
non possono bastare
per dire
la microeternità
di quando m'hai baciato
di quando t'ho baciata
un mattino nella luce dell'inverno
al Parc Montsouris a Parigi
a Parigi
sulla terra
sulla terra che è un astro.

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Des milliers et des milliers d'années
ne sauraient suffire
pour dire
la petite seconde d'éternité
où tu m'as embrassé
où je t'ai embrassée
un matin dans la lumière de l'hiver
au parc Montsouris à Paris
à Paris 
sur la terre
la terre qui est un astre.


(Jacques Prévert)

Tu sai come ti voglio bene

Mio Tugnin, tanto e sempre caro,
non voglio che ti manchi almeno la mia nuda parola d'augurio per la tua festa, né che mi senta lontana, troppo diversa dagli anni passati. Perché io ti penso con la stessa tenerezza d'un tempo e vorrei, questa sera, poterti ripetere al telefono, come un tempo le nostre consuete parole: "buona notte, sorellina". Tu le devi sentire nel cuore, Antonia, come, nel cuore, io le dirò, domani a sera, per te. Ora che una tappa, comunque, è finita, nel tuo cammino, ora che una meta è raggiunta, pur come semplice segno concreto di una realtà interiore assai più varia e vasta, per la nuova strada che s'apre, antica e nuova, io voglio dirti il mio augurio di bene. Forse la sorgente più fonda della nostra pace è la fede: pace che non è ozio o pigro ristagno di vita, ma equilibrio, saldezza interiore, compenetrazione dell'ideale con la realtà, condizione unica e necessaria perché le energie dell'anima non si disperdano vanamente, ma producano e segnino frutti concreti per il potenziamento sempre maggiore di noi; fede che forse è più che l'amore, che è, dell'amore, la realtà più piena. Per questa fede e sulle tracce di questa pace io sono qui ora, tu lo sai. Perché ho udito la parole di Colui che disse, ai discepoli che non s'eran turbati per la sua morte: "Io vi do la 'mia' pace". Si riveli anche a te, mia sorella, un segno cui tendere in dedizione ferma e sicura, una realtà in cui credere e per cui operare, nella pace, qualcosa che, trascendendo le mobili vibrazioni dell'anima, ti radichi con sé nella realtà, perché tu possa produrre frutti concreti di vita.
Ti devo ringraziare del tuo saluto da Misurina, del tuo ricordo dai monti bellissimi. Vorrei dirti tante cose di me, della mia esperienza nuova; vorrei sapere di te, che cosa fai, a che cosa tendi. È tempo di agire, di unificare. Mandami le parole tue nuove, se la signorina Musa si è risvegliata... Fatti un programma, cui disciplinarti, contro ogni possibile dispersione. Qui ci sono tante cose belle, oltre che buone e vere, e mi danno una dolcezza grande che aiuta a superare ogni ombra. Ci sono testine chiare di bambine e mani, fatte materne nel nome di Dio, chinate a ravviarle, ogni alba. Ci sono, nel giardino, due piante altissime e una moltitudine di uccelli che via ne svola, quando apro le imposte, per il giorno nuovo. E la carità fraterna ti serra intorno vincoli casti, che sai tuttavia imperituri, nella legge del Signore nostro.
Ti faccio una bella carezza, Tugnin; anche a te, sui capelli, come alle bimbe che incontro ogni giorno nel corridoio. Tu sai come ti voglio bene

Lucia


(Lucia Bozzi; lettera ad Antonia Pozzi - 1936)

domenica 16 novembre 2025

Una cosa innocente

Ho teso la mano per qualcosa d'innocente
una pietra, un filo d’erba, un miracolo
ho bisogno che tu mi dica ora
una cosa innocente

Non usare parole
qualunque parola tu mi dica mi farà male
per almeno mille anni
non prepararti, non mirare ai dettagli
ho bisogno che dolcemente il vento
quello distante e quello più vicino
diffonda l'amore che non teme

Non usare parole
se mi confidi
quello che nel profondo delle nostre menzogne
è diventato una verità sublime

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Estendi a mão por qualquer coisa inocente
uma pedra, um fio de erva, um milagre
preciso que me digas agora
uma coisa inocente

Não uses palavras
qualquer palavra que me digas há-de doer
pelo menos mil anos
não te prepares, não desejes os detalhes
preciso que docemente o vento
o longínquo e o próximo
espalhe o amor que não teme

Não uses palavras
se me segredas
aquilo que no fundo das nossas mentiras
se tornou uma verdade sublime


(José Tolentino de Mendonça)

sabato 15 novembre 2025

Al canzonatore niente va bene

So che l'usignolo non biasima il verso del cuculo,
ma tu, se io non canto come te, ti ridi di me.

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Jch weiß die Nachtigal strafft nicht des GukGuks thon:
Du aber
sing ich nicht wie du
sprichst meinem Hohn.


(Angelus Silesius; "Il viandante cherubico")

Virgo Lactans

Vie secondarie

Non è affatto un segreto
raccontano la propria storia
pur passando per vie secondarie
anche le cose insignificanti di una vita

come il frammento che riconosco
dopo tanto tempo
scritto in un quaderno

"...ritroverò ancora il vento di questa spiaggia
da cui prendo commiato
sugli scogli di fronte al mare
il sentiero abbandonato..."

ritroverò ancora
quell'espressione distratta che mi lasciò
a un passo da ciò che neanche oggi conosco?

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Não constitui segredo
contam a sua história
mesmo se por atalhos
as coisas insignificantes de uma vida

assim o fragmento que reconheço
tanto tempo depois
escrito num caderno

"...reencontrarei ainda o vento dessa praia
de que me despeço
nos penhascos frente ao mar
o caminho abandonado..."

reencontrarei ainda
a expressão distraída que me deixava
a um passo daquilo que nem hoje sei?


(José Tolentino de Mendonça)

Questo è il segreto dell'azione che può compiere l'arte

Ogni relazione con l'archetipo, vissuta o semplicemente espressa, è "commovente", cioè essa agisce poiché sprigiona in noi una voce più potente della nostra. Colui che parla con immagini primordiali è come se parlasse con mille voci; egli afferra e domina, e al tempo stesso eleva, ciò che ha designato dallo stato di precarietà e di caducità alla sfera delle cose eterne; egli innalza il destino personale a destino dell'umanità e al tempo stesso libera in noi tutte quelle forze soccorritrici che  sempre hanno reso possibile all'umanità di sfuggire ad ogni pericolo e di sopravvivere persino alle notti più lunghe.
Questo è il segreto dell'azione che può compiere l'arte. Il processo creatore, per quanto possiamo seguirlo, consiste un un'animazione inconscia dell'archetipo, nel suo sviluppo e nella sua formazione fino alla realizzazione dell'opera perfetta. Il dare forma all'immagine primordiale è in certo modo un tradurla nella lingua di oggi, ed è per mezzo di questa traduzione che ognuno può ritrovare l'accesso alle fonti più profonde della vita, accesso che fino a quel momento gli era stato interdetto.


(Carl Gustav Jung; "Psicologia e poesia")

sabato 1 novembre 2025

Intanto si è fatto prematuramente autunno

Intanto si è fatto prematuramente autunno. Per due sere abbiamo acceso il fuoco, e stiamo a finestre chiuse. La casa va avanti come sempre: solo mancano i ciclamini, perché non ci sei tu a coglierli...


(Roberto Pozzi; lettera ad Antonia Pozzi - 1931)

La rosa

La rosa che il tuo occhio esteriore vede qui,
è fiorita in Dio dall'eternità.

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Die rose
welche hier dein äußres Auge siht
Die hat von Ewigkeit in Gott also geblüt.


(Angelus Silesius; "Il viandante cherubico")

Ti dischiudi come la rosa

Il tuo cuore riceve Dio con ogni suo bene, 
se a lui si dischiude come una rosa.

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Dein Hertz empfähet Gott mit alle seinem Gutt
Wann es sich gegen jhm wie eine Ros' aufthut.


(Angelus Silesius; "Il viandante cherubico")

Per Dio tutto è uguale

Dio presta la stessa attenzione al gracidio della rana
e al trillo che gli invia l'allodola.

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Gott giebet so genau auf das koaxen acht
Als auf das direlirn
das jhm die Lerche macht.


(Angelus Silesius; "Il viandante cherubico")