mercoledì 21 maggio 2025

20 giugno 1935

E questo soprattutto è terribile: la mia assoluta inadattabilità alla vita pratica, il frantumarsi di tutta la mia unità di vita quando mi si porti fuori dell'atmosfera irreale in cui m'ha cresciuta la solitudine. 


(Antonia Pozzi)

Come vengono formate allora le anime?

(...) Ho detto "formazione dell'anima"... distinguendo l'anima dall'intelletto. L'intelletto, o scintilla divina, è presente in milioni di persone, ma non è anima finché non si acquista un'identità, finché ciascuna persona non è sé stessa. I vari intelletti sono atomi di percezione: riconoscono, vedono e sono puri... in breve, sono divini. Come vengono formate allora le anime? Come viene data un'identità a queste scintille divine, in modo che ognuna abbia la sua particolare gioia relativa alla sua esistenza individuale? Come altro se non attraverso un mondo come il nostro? (...) Cercherò di esporlo nei termini più semplici possibili, in modo che possiate giudicare più facilmente. Dirò che il mondo è una scuola istituita al fine di insegnare ai bambini piccoli a leggere. Dirò che il cuore umano è l'abbecedario usato in quella scuola... e dirò che il bambino in grado di leggere è l'anima formata in quella scuola con quell'abbecedario. Non vedete anche voi quanto sia necessario, per educare l'intelletto e farlo diventare anima, un mondo di stenti e difficoltà... un luogo in cui il cuore senta e soffra mille cose diverse? Il cuore non è semplicemente un abbecedario: è la Bibbia della mante, è fonte d'esperienza per la mente, è la mammella da cui la mente, o intelletto, succhia la propria identità. Tanto sono varie le vite degli uomini, tanto diventano varie le loro anime... e così Dio crea creature individuali (anime, anime identiche) dalle scintille della propria essenza.


(John Keats; lettera a George e Georgiana Keats - 1819)

Non mi sento di questo mondo

Cara sig.ra Brawne,
poche parole serviranno a descrivere la traversata e dire in che condizioni ci troviamo... e se sono poche è anche perché siamo stati messi in quarantena e le nostre lettere dovranno essere aperte all'Ufficio di Sanità per essere disinfestate. Saremo costretti a restare sulla nave per dieci giorni, e al momento siamo bloccati in fila con altre navi. Gli effetti positivi dell'aria di mare sono stati annullati da quelli negativi di burrasche e vitto e alloggio scadente. Perciò sto più o meno come prima. Un saluto affettuoso a Fanny. Le dica che, se mi sentissi bene, ci sarebbero tante di quelle cose in questo porto di Napoli da poter riempire una risma di carta... ma tutto sembra un sogno... tutti questi uomini che riescono a remare sulle loro barche, a camminare e a parlare sembrano creature diverse da me. Non mi sento di questo mondo.


(John Keats; lettera a Frances Brawne - 1820)

martedì 20 maggio 2025

Principio e intergrità

Non devi, per una singola persona, cambiare il significato di parole come principio e integrità.


(Jane Austen; "Orgoglio e pregiudizio")

Madonna del coniglio


 

Cerca di capire questo, amore mio

(...) Non avevo mai conosciuto un amore come quello che mi hai fatto provare. Non credevo che esistesse: lo immaginavo con terrore, temendo che potesse consumarmi del tutto. (...) Cerca di capire questo, amore mio: io ti ho così a cuore che sento il dovere di farti da guida se penso che possa capitarti qualcosa di male. Non voglio vedere mai altro che gioia nei tuoi occhi, amore sulle tue labbra e felicità nei tuoi passi.


(John Keats; lettera a Fanny Brawne - 1819)

...ma su mille mondi

Ogni giorno che passa, col rafforzarsi della mia immaginazione, sento sempre di più di non vivere soltanto su questo mondo, ma su mille mondi.


(John Keats; lettera a George e Georgiana Keats - 1818)

Ah, potessi fare questo sogno ogni giorno!

Il quinto canto di Dante mi piace sempre di più. È quello in cui incontra Paolo e Francesca. Ero da molti giorni d'umore piuttosto cupo quando ho sognato di trovarmi in quella regione dell'inferno. È stata una delle sensazioni più belle che abbia mai provato in vita mia. Fluttuavo, come descritto nel poema, in un turbine d'aria insieme a una bella figura a cui ero congiunto per le labbra. Mi è sembrato che durasse per un'eternità... e in mezzo a tutto quel freddo e quel buio, mi sentivo riscaldato. Sono spuntate persino delle cime fiorite, su cui a volte ci posavamo, leggeri come nuvole, finché il vento poi non ci trascinava via di nuovo. Ho provato a scrivere un sonetto al riguardo... contiene quattordici versi, ma neanche un briciolo di quello che ho provato. Ah, potessi fare questo sogno ogni giorno!...

Come Ermes leggero si librò
dopo aver visto Argo addormentato, 
così il mio pigro spirito suonò
delfiche note e, avendo conquistato 

 il mondo - drago e spento i suoi cento occhi, 
si involò... ma non verso l'Ida, dove 
nel gran gelo la neve scende a fiocchi, 
o Tempe, dove andò a dolersi Giove,
 
ma verso il triste cerchio dell'inferno 
in cui gli amanti, muti tra i tormenti, 
roteano in preda a un gorgo d'aria eterno.
 
Là vidi labbra pallide e suadenti, 
là le baciai... e la splendida figura 
fluttuava insieme a me nella tempesta oscura.


(John Keats; lettera a George e Georgiana Keats - 1819)

mercoledì 7 maggio 2025

...niente era vero ed eterno come la vita della mia anima

(...) Però ieri sera, entrando in S. Stefano, che è l'unica cosa antica e quindi sacra e quindi veneranda della città, ebbi la fortuna di sentire l'inizio di un grande concerto d'organo. Tutta la chiesa ormai buia, sai: le altissime volte tutte gonfie di suono e i Santi con le mani protese, come a lavarsele nelle invisibili onde. A poco a poco io mi sentivo tornare verso il profondo di me: ed ogni eco dura cadeva nel fluire di tutti i ricordi. Pensavo alle cose compiute, all'amore al dolore vissuti, a tutti i lontani: e niente era concreto come quello che io, col mio cuore, avevo creato; niente era vero ed eterno come la vita della mia anima...


(Antonia Pozzi)

Mi pare di affacciarmi a una gran luce...

Spessissimo ho la gioia di vedermi ricordata dal Professor Cervi, che ha poi la pazienza di chiarirmi per iscritto tutte le difficoltà che incontro nello studio, e che mi manda in dono sino a qui molti bellissimi libri. Così le buone letture non mi mancano. Ritiro anche, sempre con le schede firmate dal Professore, molti volumi a Brera. Altri ne compro. E sono sempre libri sulle origini, lo sviluppo, la storia, il contenuto filosofico dell'arte, libri di storia greca e romana, di letteratura, di filosofia soprattutto.
Sento che questo studio mi fa un bene immenso. Mi pare di affacciarmi a una gran luce, mi sembra di cominciare a vivere adesso.


(Antonia Pozzi; Pasturo - 1928)

Verrà?

(...) Anch'io andrò sulle montagne, dopo il Capodanno, fino al 7 o all'8, a Madonna di Campiglio. Perché non viene lassù a trovarmi? Potremmo fare qualche lunga gita insieme, andare molto in alto, vicino alla roccia. Io porterò lassù i miei quaderni: là tutti i pini delle foreste e le nuvole degli altipiani mi conoscono e mi vogliono bene, e ascoltano le mie parole. Verrà?


(Antonia Pozzi; lettera a Tullio Gadenz - 1933)