...Come uniscono, come cuciscono le persone le cose, le povere stupide dolcissime cose di tutti i giorni!
...Da Roma, dalla basilica di Massenzio, trasmettono un concerto bellissimo e questo m'invita a stare alzata ancora. Stanno sonando la "Pavana per una infanta defunta" di Ravel, un pezzo breve che mi piace molto. A quante cose penso, ascoltando questi concerti!
Te lo dissi una sera - ricordi? - quando tu mi chiedesti il perché dei miei occhi fissi e io dicevo: cose lontane...
(...) Tu mi hai detto un giorno che io sembro sempre colta alla sprovvista dalle cose, svegliata alla vita ogni giorno e ogni giorno stupita e impreparata: eppure dentro di me, nel mio mondo sentimentale, c'è un grande senso di continuità. Alti e bassi, sì, burroni e vette: ma fra le vette, cioè fra i momenti di più intensa sincerità spirituale, come una linea ininterrotta, come il crinale delle montagne, ed una, l'ultima, la più alta, non ci sarebbe se non ci fossero le precedenti...
(Antonia Pozzi; lettera a Remo Cantoni - 1935)
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