C’è un piacere ancora disponibile ai caduti mortali (e forse uno solo) che più ancora della musica è debitore all'accessorio sentimento della solitudine. Mi riferisco alla felicità che si prova nella contemplazione dei paesaggi naturali. In verità, l’uomo che vuole ammirare nel modo giusto la gloria di Dio sulla terra deve ammirare quella gloria in solitudine. Per me, almeno, la presenza, non soltanto della vita umana, ma della vita in ogni forma altra da quella delle cose verdi che crescono sulla terra e sono senza voce, è una macchia sul panorama: è in guerra col genio del luogo. Io amo, difatti, vedere le cupe vallate, e le rocce grigie, e le acque che sorridono in silenzio, e le foreste che sospirano nel loro sonno inquieto, e le fiere e vigili montagne che dall'alto dominano ogni cosa, amo vederle come le membra colossali di un solo essere animato vasto e senziente: un insieme la cui forma (quella della sfera) è la più perfetta e la più comprensiva di tutto; la cui orbita è tra i pianeti suoi compagni; a cui devota ancella è la luna, il cui indiretto sovrano è il sole; la cui vita è l’eternità; il cui pensiero è quello di un Dio; il cui godimento è la sapienza; i cui destini si sperdono nell'immensità.
(Edgar Allan Poe)
Confesso che solo ultimamente ho compreso quanto non mi piacesse questo nei giapponesi: devono fare sempre tutto in gruppo. Devono ammirare le foglie di un ciliegio cadere insieme ad altri, devono contemplare le foglie rosse d'autunno solo quando sono in compagnia. Fare hanami ormai mi mette solo una gran tristezza.
RispondiEliminaQuanto ha ragione Edgar: " In verità,
l’uomo che vuole ammirare nel modo giusto la gloria di Dio sulla terra deve ammirare quella gloria in solitudine."
Si, anche io concordo con Edgar, e davvero non avrei mai immaginato i giapponesi così...
EliminaPopoli asiatici. Non hanno il culto dell'individuo in quanto singolo.
RispondiEliminaQuesto è molto bello visto da un europeo perchè sembrano tutti più altruisti, ma non ha solo pregi.
L'equilibrio sta sempre nel mezzo.