lunedì 29 febbraio 2016

Torino, 12 marzo 1908 - Giovedì mattina

No, no, no. È meglio non vederci più. Fra pochi giorni di vita febbrile lascierò Torino per molti mesi... Ho un gran desiderio di morire, ma non sono triste. Non ti amo, ho soltanto la visione continua della tua persona, dei tuoi capelli, dei (tuoi) occhi, della tua bocca; e quando il fremito del ricordo mi dà tregua riappare in Te la dolce compagna, il dolce compagno di sogni mite nel consiglio, solerte nell’aiuto. E non altro. Tu mi domandi, inquieta, del ricordo che avrò di Te: è tale quale vorrei l’ultimo ritratto della persona cara che non vedremo più. Ineffabile e puro. Perché tutte le mescolanze più acri della nostra carne troppo giovane e tutte le aspirazioni più nobili del nostro cervello superiore (oh! Possiamo ben dircelo, senza false modestie!) non formano che un’armonia unica; e del giorno vissuto insieme (ma è stato vero?) io porterò un ricordo che illuminerà tutte le mie tristezze future. Noi non ci vedremo più. Si era detto di seppellire nella solitudine della campagna quanto restava di noi. L’abbiamo fatto. E così sia. Ci siamo salvati dalla sorte comune dei piccoli amanti e dobbiamo uscire da questa ribellione più sereni e più franchi. Io sono felice di non dovervi più rivedere. E non soffrirò. Voi soffrirete anche meno. Forse presto vi coglierà una passione forte per un uomo forte. Ve l’auguro - beato il cuore vostro che sa ammalarsi di questi mali! - io mi sento irrevocabilmente sano, fasciato di analisi e di malinconia. Addio, mia buona, buona e cara Amalia, io fuggo un’altra volta da Voi: e non so perché rido a questo pensiero! Vallini dubita di noi molto poco: forse un po’ più di una pura benevolenza: ma poco, vi dico. Rievocatelo sovente, in mio ricordo. È un caro ragazzo. E vi piacerà. Ha la faccia dura, ma guardategli la bocca, mentre parla, e il collo che è forte e bello, e vi piacerà.
Addio.
GUIDO

P.S. "Le Seduzioni" non furono lette da nessuno, sulla mia parola d’onore. Il verso che vi hanno riferito fu da me detto trasognatamente una sera: e se colpì e piacque non è colpa mia. Le riavrete domani: oggi voglio rileggerle.


(Guido Gozzano, Lettera ad Amalia Guglielminetti)

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