sabato 1 agosto 2015

Così il saggio è un artista nel domare i mali

Fidia sapeva creare statue non solo d'avorio; le faceva anche di bronzo. Se tu gli avessi offerto un blocco di marmo o un materiale di minor pregio, egli ne avrebbe ricavato il meglio. Così il saggio dispiegherà la propria virtù nella ricchezza, se lo potrà, altrimenti nella povertà; se lo potrà, in patria, altrimenti nell'esilio; come comandante, se gli sarà possibile, altrimenti come soldato; in perfetta forma, se lo potrà, altrimenti in cattive condizioni fisiche. Quale che sia la sorte che gli è toccata, egli ne trarrà qualcosa di memorabile. Vi sono domatori, ben sperimentati, di belve, che costringono animali, ferocissimi e terrificanti se uno li incontra, a subire la volontà dell'uomo, e non contenti di averli spogliati della loro indole aggressiva, li ammansiscono fino a condividerne la compagnia: un addestratore inserisce la mano nelle fauci dei leoni; il guardiano di una tigre la abbraccia; un minuscolo etiope ordina a un elefante di mettersi in ginocchio e sa anche farlo avanzare su una fune. Così il saggio è un artista nel domare i mali. Sofferenza, miseria, ignominia, prigione, esilio - bestiacce temute in ogni parte del mondo fino all'orrore -, quando sono giunte presso di lui, sono già mansuete. Stammi bene. 


(Seneca; "Lettere a Lucilio")

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