Più contemplo lo spettacolo del mondo e il flusso e riflusso della mutazione delle cose, più profondamente mi convinco della intrinseca finzione di tutto, del prestigio falso delle apparenze reali. E come sarà capitato a tutti coloro che riflettono, l'incedere multicolore dei costumi e delle mode, il complicato percorso del progresso e della civiltà, la confusione grandiosa degli imperi e delle culture mi sembrano un mito e una finzione sognati fra ombra e oblio. Non so se la migliore definizione di queste imprese inutili (inutili anche quando sono coronate di successo) sia da cercarsi nell'immobile ascesi del Budda, il quale nel capire la vacuità delle cose si alzò dalla sua estasi dicendo "ormai so tutto"; oppure nell'indifferenza estenuata dell'imperatore Severo: "omnia fui, nihil expedit". Sono stato tutto, niente vale la pena.
(Fernando Pessoa)
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