Quando scesi dal cielo di Palmira
su palme nane e propilei canditi
e un’unghiata alla gola m’avvertì
che mi avresti rapito,
quando scesi dal cielo dell’Acropoli
su palme nane e propilei canditi
e un’unghiata alla gola m’avvertì
che mi avresti rapito,
quando scesi dal cielo dell’Acropoli
e incontrai, a chilometri, cavagni
di polpi e di murene
di polpi e di murene
(la sega di quei denti
sul cuore rattrappito!),
quando lasciai le cime delle aurore
sul cuore rattrappito!),
quando lasciai le cime delle aurore
disumane pel gelido museo
di mummie e scarabei (tu stavi male,
unica vita) e confrontai la pomice
e il diaspro, la sabbia e il sole, il fango
e l’argilla divina —
alla scintilla
che si levò fui nuovo e incenerito.
(Eugenio Montale)
di mummie e scarabei (tu stavi male,
unica vita) e confrontai la pomice
e il diaspro, la sabbia e il sole, il fango
e l’argilla divina —
alla scintilla
che si levò fui nuovo e incenerito.
(Eugenio Montale)
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