Le doti del nostro romantico sono capire tutto, vedere tutto e vedere spesso di gran lunga più chiaramente di quanto vedano le nostre menti più positive; non sottomettersi a nulla e a nessuno, ma nello stesso tempo non disdegnare nulla; aggirare ogni ostacolo, cedere a tutto, agire diplomaticamente con tutti; non perdere mai di vista il fine utile, pratico: tener d'occhio questo fine attraverso tutti gli entusiasmi e i volumetti di liriche e nello stesso tempo custodire incrollabilmente in sé fino alla tomba "ciò che è Sublime ed Elevato", e, fra parentesi, custodire con cura anche se stessi, proprio nella bambagia, come gioiellini, non fosse che per il bene, poniamo, di quello stesso "Sublime ed Elevato". Uomo di larghe vedute il nostro romantico, e primissimo farabutto fra tutti i nostri farabutti, ve l'assicuro...
(Fëdor Dostoevskij; "Memorie dal sottosuolo")
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