lunedì 27 novembre 2023

Una felicità fatta di nulla

Una felicità fatta di nulla
mi colma - e non è forse che l’arietta
di questa mattinata di settembre...

Come convalescente ch’esce al sole
la prima volta, tutto quel che vede
gli par di non averlo visto mai,
ad ogni passo scopre nuovo mondo
e di dolcezza quasi piangerebbe -
il gallo che sull’aia raspa, il cielo
azzurro tra l’argento degli ulivi,
la casetta che fuma in mezzo agli orti,
trasalendo di giubilo saluto.

Così leggera è ora la mia anima,
così poco m’appaga stamattina
che direi per vivere mi basti
vedere a ogni anno
i fiori sulla terra rinnovarsi...

Una ventata, un luccichio d’ottoni
e mi sfreccia davanti il treno lampo.

Sollevato da un impeto di gioia
io dalla siepe, come già ragazzo,
pungendomi e strappandomi mi sporgo
e mi sbraccio e il berretto agito in alto.

Fugacemente fuor d’un finestrino
una piccola mano mi risponde.

Avventurata te, o sconosciuta,
che fosti salutata al tuo passaggio
da cotanto poeta!


(Camillo Sbarbaro)

Ora che sei venuta

Ora che sei venuta,
che con passo di danza sei entrata
nella mia vita
quasi folata in una stanza chiusa
a festeggiarti, bene tanto atteso,
le parole mi mancano e la voce
e tacerti vicino già mi basta.

Il pigolìo così che assorda il bosco
al nascere dell’alba, ammutolisce
quando sull’orizzonte balza il sole.

Ma te la mia inquietudine cercava
quando ragazzo
nella notte d’estate mi facevo
alla finestra come soffocato:
che non sapevo, m’affannava il cuore.
E tutte tue sono le parole
che, come l’acqua all’orlo che trabocca,
alla bocca venivano da sole,
l’ore deserte, quando s’avanzavan
puerilmente le mie labbra d’uomo
da sé, per desiderio di baciare…


(Camillo Sbarbaro)

Mi desto dal penoso sonno solo

Mi desto dal penoso sonno solo
nel cuore della notte.
Tace intorno
la casa come vuota e laggiù brilla
silenzioso coi suoi lumi un porto.
Ma sì freddi e remoti son quei lumi
e sì alto il silenzio nella casa
che mi levo sui gomiti in ascolto.
Improvviso terrore mi sorprende
il fiato e allarga nella notte gli occhi:
separata dal resto della casa
separata dal resto della terra
è la mia vita ed io son solo al mondo.

Poi il ricordo delle trite vie
e dei nomi e dei volti consueti
emerge come spiaggia da marea
e di me sorridendo mi riadagio.

Ma svanita col sonno la paura,
un gelo in fondo all'anima rimane:
io tra gli uomini vado
curioso di lor ma come estraneo;
ed alcuno non ho nelle cui mani
metter le mani
e col quale di me dimenticarmi.

Tal che se l'acque e gli alberi non fossero
e l'amica presenza delle cose
che accompagna il mio viver quaggiù
penso che morirei di solitudine...

Ma gli occhi restano crudelmente asciutti.


(Camillo Sbarbaro)

sabato 14 ottobre 2023

Come un raggio improvviso fu di sole 

Come un raggio improvviso fu di sole 
dopo un timido giorno scolorito; 
non so dove ebbe inizio lo splendore,
tutto improvvisamente fu arricchito:
come se in ogni chiesa un sol sorriso 
illuminasse alle Madonne il viso.


(Rainer Maria Rilke)

Siamo degli umili fiorellini

- 2 Novembre

Marianna, son convinta che a noi, poveri cuori deboli e timidi, tutto cotesto tumulto del mondo, tutte coteste sensazioni potenti, tutti cotesti piaceri facciano un male immenso. Siamo degli umili fiorellini avvezzi alla dolce tutela della stufa, che l'aria libera uccide.
Ti rammenti come io ti scrivessi di essere allegra, felice, due mesi or sono? Come ogni nuova emozione fosse un tesoro pel mio cuore avido di contentezza? Come ringraziassi il mio buon Dio di tutte quelle sensazioni piacevoli a cui si schiudeva l'anima mia benedicendolo?... È vero, Marianna! Purtroppo è vero quello che ci dicevano sempre le monache, e che il Padre Anselmo ripeteva dal pulpito: le vere gioie tranquille, serene, durevoli, son quelle del chiostro. Io non saprei spiegartene la ragione, ma quelle del mondo non son sempre le stesse. Io l'ho provato... io che mi trovo così cangiata! Tutto mi stanca, mi pesa, mi dà noia... tutto mi è argomento d'inquietudine, di turbamento... ed anche di sgomento... Lo stesso non saper trovare una ragione agli impeti improvvisi di allegria folle e quasi delirante, ed alle repentine tristezze che mi assalgono, mi spaventa. Mi sento infelice in mezzo a tutti cotesti doni del Creatore che benedissi altra volta...
Vorrei ritornare fra quelle buone pareti del convento. Vorrei inginocchiarmi in quel coro; vorrei abbracciare i piedi di quel crocifisso; vorrei baciarti, e nasconderti il viso in seno, e sfogarmi delle lagrime che mi si aggruppano in cuore. 
Non mi deridere, Marianna; compiangimi, piuttosto; compiangimi, ché son molto triste, e non so spiegarmi la mia tristezza, e non so trovarne la causa, e sono forse cattiva e ingrata verso il buon Dio che mi ha colmata di tante benedizioni (...) Non posso più scriverti. Vorrei piangere. Ho passato quasi tutta la notte alla finestra, fissando gli occhi nel buio profondo che mi sembrava pieno di larve, ascoltando l'uggiolare lontano dei cani, il ronzìo degli insetti notturni... e non ho avuto paura!...
Se potessi abbracciarti!... se potessi piangere!... Scrivimi almeno tu!... Scrivimi! Non ti dico altro


(Giovanni Verga; "Storia di una capinera")

E la luce venne

Ma sento, tuttavia, in me anche questo: che debbo attendere. Tante cose nuove mi fanno ressa davanti, che non posso riconoscere né distinguere. E insieme guardare un po' fuori, nel bosco e nel mare, nell'immensa bontà di questo splendore, e attendere: verrà la luce. 

E la luce venne.


(Rainer Maria Rilke; "Diario fiorentino")

Esse sono come tarde pupille delle candide Marie

Nei paesini lungo l'Arno, a Rovezzano e a Maiano, e anche sulle chiare pendici di Fiesole coperte di rose puoi incontrare tenere fanciulle che ricordano le Madonne della fioritura primaverile. Esse sono come tarde pupille delle candide Marie marmoree dei Settignano, da Maiano e Rossellino.


(Rainer Maria Rilke; "Diario fiorentino")

Qualche cosa risuona dal mio profondo

A volte mi scopro mentre sono in ascolto di me stesso, e con reverenza stupita imparo dai miei stessi colloqui. Qualche cosa risuona dal mio profondo che al di là di queste pagine, al di là delle mie care canzoni e di tutti i piani di azione futura vuole arrivare agli uomini. È come se ora dovessi parlare, in questo momento di forza e di chiarezza, in cui dal mio intimo qualche cosa più grande di me leva la sua voce: la mia beatitudine. È come se dovessi convertire gli esitanti e i dubbiosi perché nell'animo ho una potenza maggiore di quella che posso mettere nelle parole, e voglio impiegarla a liberare gli uomini dall'estranea paura da cui esco.


(Rainer Maria Rilke; "Diario fiorentino")

...una solenne e luminosa primavera

La parete della stanza all'esterno è coperta a profusione da rose gialle cariche di profumo e da piccoli fiori gialli non dissimili dalle roselline; solo che questi salgono lungo le alte spalliere un poco più quieti e obbedienti, a due a due, quasi come gli angeli di fra' Fiesole del Giudizio Universale. In vasi di pietra davanti a questi muri si sono destate molte viole del pensiero, che come caldi, vigili occhi seguono l'attività e il riposo delle mie giornate. Vorrei essere sempre tale che quelle non abbiano a stupire di me e che almeno nelle mie ore più profonde appaia come un essere a loro affine da molto tempo; un essere la cui ultima fede è una solenne e luminosa primavera...


(Rainer Maria Rilke; "Diario fiorentino")

lunedì 9 ottobre 2023

...corpo e anima uniti in modo indissolubile

Aprile, Rainer, il nostro mese... Il mese precedente quello che ci unì. Quando debbo pensare a te, e questo non succede per caso... Se per anni fui tua moglie, ciò avvenne perché per la prima volta tu fosti la mia prima realtà, corpo e anima uniti in modo indissolubile, dato di fatto incontrovertibile della vita. Davanti a te avrei potuto professare parola per parola quello che tu professasti come tuo credo: "Soltanto tu sei reale." Per questo fummo sposi prima ancora di diventare amici, e amici diventammo non per elezione, ma per nozze celebrate clandestinamente. In noi non erano due metà che si cercavano: un'integrità si riconobbe meravigliata nel fissare un'integrità inafferrabile. Fummo così fratello e sorella - come all'alba della storia, prima che le nozze tra fratelli diventassero un sacrilegio...


(Lou Andreas Salomé, Lettera a Rainer Maria Rilke)

Strumento: bilancia tra l'uomo e l'universo

Strumento: bilancia tra l'uomo e l'universo (statera...). "Le forze della natura superano infinitamente..." (Spinoza, Etica). Allora? E tuttavia il marinaio sulla sua barca ha un peso uguale a quello delle forze infinite dell'oceano. (Non dimenticare che una barca è una leva). A ogni istante il pilota - con la debole forza dei suoi muscoli sul timone e sui remi, debole, ma indirizzata - fa equilibrio a quella enorme massa d'aria e d'acqua. Niente è più bello di una barca.


(Simone Weil; "Quaderni")

Winter in Liguria

Lontano dalle gelide contrade

Lontano dalle gelide contrade
sono esiliato nella primavera:
e come, incerto, sosto sul suo limite,
nelle mie mani incredule si posa 
la nuova terra, luminosamente. 

Accetto lo splendido dono 
per plasmarlo in silenzio, e poi spiegarne
intero ogni colore; e infine offrirlo
a Te con un sorriso trepidante.

Solo posso tacere e osservare...
Una volta potei anche suonare?
Le ore sono simili a dame,
con azzurre brillanti delizie
intente a blandirmi.

Debbo dirti i miei giorni
o la mia stanza serale? 
I desideri si fanno selvatici,
da tutti i quadri gli angeli mi seguono.


(Rainer Maria Rilke)