sabato 28 giugno 2025

La linea essenziale del nostro destino

La linea essenziale del nostro destino è fatta di queste esperienze che nessuno vede.


(Hermann Hesse; "Demian")

...la vita è per sempre destinata a manifestarsi alla luce

Ma nel lupetto agivano anche altre forze, la più potente delle quali era la spinta a crescere. L'istinto e la legge esigevano da lui sottomissione. Ma lo sviluppo gli imponeva di disobbedire. La madre ed il padre gli avevano impresso nella mente di tenersi lontano dalla parete bianca. Ma lo sviluppo è vita e la vita è per sempre destinata a manifestarsi alla luce. Finalmente un giorno la paura e l'obbedienza furono sopraffatte dall'impeto della vita e il lupacchiotto, strisciando, si avvicinò all'imbocco della tana.
Contrariamente alle altre pareti, di cui egli aveva già pratica, questa, a mano a mano che egli si avvicinava, sembrava allontanarsi da lui. Nessuna superficie dura colpì il suo tenero naso, che egli protendeva davanti a sé, come a tentare la strada. La sostanza di quella parete sembrava permeabile e cedevole come la luce. E siccome aveva creduto che tutto ciò fosse una sostanza solida, egli entrò in quella che per lui era stata una parete, immergendovisi.
Era cosa sbalorditiva. Stava strisciando attraverso una cosa solida e la luce si faceva sempre più diffusa. La paura lo spingeva a tornare indietro, ma l'impulso alla vita lo spingeva in avanti. Improvvisamente egli si trovò all'imboccatura della caverna. La parete, dentro alla quale egli si era immaginato di essere, ad un tratto si ritirò davanti a lui ad una distanza incommensurabile. La luce diventò acutissima ed egli ne fu quasi accecato. Nello stesso tempo egli si sentì stordito per la repentina e spaventosa estensione dello spazio. Automaticamente i suoi occhi si adattarono alla luce viva, e le pupille si misero a fuoco giusto, per dargli la possibilità di una visione esatta degli oggetti posti ora ad una distanza molto maggiore di prima. La parete, nel primo istante, si era ritirata davanti a lui, ma ora egli la vedeva di nuovo, solo che era andata a finire molto più lontano da lui ed anche il suo aspetto era cambiato. Era oramai una parete screziata, composta dagli alberi che fiancheggiavano il fiume, dalle montagne di fronte che torreggiavano al di sopra degli alberi e dal cielo che giganteggiava al di sopra delle montagne.
Il lupacchiotto si sentì prendere da una paura folle. Tutto questo era molto peggio che non il terribile ignoto. Egli si accostò all'uscita della tana e guardò in giro per il mondo. Ed era davvero spaventoso, perché tutto ciò che vedeva gli era sconosciuto e perciò ostile. Gli si rizzò il pelo sulla schiena e le sue labbra tremolarono leggermente in un debole tentativo di ringhio feroce ed intimidatorio. Al di sopra della sua piccolezza e della sua paura, egli sfidò e minacciò tutto l'immenso mondo.


(Jack London; "Zanna Bianca")

Summer days

venerdì 27 giugno 2025

...alzavi sempre davanti a te una poesia

(...) alzavi sempre davanti a te una poesia, perché ti nascondesse.


(Rainer Maria Rilke; "I quaderni di Malte Laurids Brigge")

Cotogni in fiore

Son fioriti al limite degli orti 
i cotogni, tardiva leggiadria: 
tremano al sole i ramicelli corti,
verde la siepe, ed è bianca la via.

O tu che oscilli, dove mi riporti?
Una fragranza nel mio cuor dormia
lieve e soave fra i ricordi morti:
mele cotogne fra la biancheria.

Più dolci assai che non lo spigonardo
od ogni altro profumo casalingo
odoravan l'inverno entro gli armadi;

ed or, traverso a' ramicelli radi
che April rinfiora, i miei sogni di bimbo
io ritrovo, alberello esile e tardo.


(Guelfo Civinini)

lunedì 16 giugno 2025

Ogni uomo però non è soltanto lui stesso

Ogni uomo però non è soltanto lui stesso; è anche il punto unico, particolarissimo, in ogni caso importante, curioso, dove i fenomeni del mondo s'incrociano una volta sola, senza ripetizione. Perciò la storia di ogni uomo è importante, eterna, divina, perciò ogni uomo fintanto che vive in qualche modo e adempie il volere della natura è meraviglioso e degno di ogni attenzione. In ognuno lo spirito ha preso forma, in ognuno soffre il creato, in ognuno si crocifigge un Redentore.


(Hermann Hesse; "Demian")

Molte sono le vie

Molte sono le vie per le quali Dio può isolarci e ricondurci a noi stessi.


(Hermann Hesse; "Demian")

Tu mi rappresenti la mia pianura lombarda

(...) Non so come sia, ma tu sei l'unica persona della mia famiglia a cui io mi senta stretta da veri legami di sangue, davanti alla quale io senta la continuità di una razza. Tu mi rappresenti la mia pianura lombarda, malinconica, forte e reale, coi rossi tramonti sulle risaie, l'odore caldo di stalla e la terra nera e umida: la pianura che ho tanto poco goduto eppure mi sento nel sangue e verso la quale mi porta la nostalgia, quando, a settembre, le mandrie di qui scendono scampanando dai pascoli alti e come fiumi biondi scompaiono allo svolto dello stradone...


(Antonia Pozzi; lettera alla nonna - 1938)

martedì 3 giugno 2025

Ora ho dinnanzi a me una settimana di contemplazione

...un momento solo di silenzio ricordo, tra i balzi inquieti del vento: a Mergellina, presso il parapetto del lungomare, dinnanzi al golfo che si sbiancava nelle brume scialbe, sotto un cielo pieno di ditate rosa.
E stamattina, su di un balcone del castello di S. Martino, con uno strapiombo sotto, di cinquanta metri e tutta Napoli, galleggiante nell'azzurro, che ci mandava un dondolio discorde di campane... Eravamo, verso il mezzogiorno, in un chiostro; avorio - ruggine contro il turchino...
Ora ho dinnanzi a me una settimana di contemplazione: qui tutto è bello di una bellezza che fa persino male; dinnanzi a cui non senti che il tormento di non saperti estasiare abbastanza. Ti racconterò a voce di questi tramonti che paiono ricalcati da un ventaglio giapponese, di queste notti intente nel silenzio, striate di lumi tremuli che fanno il solletico al mare.
Non sono né triste né lieta: sono una forma di sensazioni indefinite.
Stasera, dinnanzi alla prima stella, stavo per farmi, istintivamente, il segno della croce...


(Antonia Pozzi; lettera a Lucia Bozzi - 1929)

Piangere non è un sussulto di scapole

Piangere non è un sussulto di scapole
e adesso che ho pianto
non ho parole migliori di queste
per dire che ho pianto
le parole più belle
le parole più pure
non sono lo zampettío delle sillabe
sull'inverno frusciante dei fogli
stanno così come stanno
né fuoco né cenere
fra l'ultima parola detta
e la prima nuova da dire
è lì che abitiamo


(Pierluigi Cappello)