martedì 24 gennaio 2023

La mia luce non è di questo mondo

Ma la quarta notte esclamai: "Andare all'inferno significa diventare inferno noi stessi!". Tutto è spaventosamente confuso e ingarbugliato. Su questo sentiero nel deserto non c'è soltanto la sabbia rovente, ma anche creature invisibili terribilmente avvolgenti che abitano il deserto. Io lo ignoravo. Solo in apparenza la via è sgombra, e solo in apparenza il deserto è vuoto. Esso mi pare animato da creature stregate che mi sferrano attacchi micidiali e che conferiscono alla mia figura un aspetto demoniaco. Ho assunto una forma mostruosa, in cui non riesco più a riconoscermi. Mi par d'essere una mostruosa forma animale, per la quale ho cambiato le mie sembianze umane. Questa via è tutta circondata dalla magia infernale; mi sono stati gettati lacci invisibili, che mi tengono avvinto. 
Ma lo spirito del profondo mi si avvicinò e disse: "Calati nel tuo intimo, sprofonda!".
Io però mi ribellai e replicai: "Come posso sprofondare? Da solo non riesco a farlo". 
Allora lo spirito pronunciò parole che mi parvero ridicole e disse: "Siediti, chetati".
Io invece gridai infuriato: "È terribile, pare un'assurdità, pretendi anche questo da me? Tu abbatti dèi che sono potenti e che per noi significano quanto c'è di più elevato. Anima mia, dove sei? Mi sono forse fidato di una stupida bestia, barcollo verso il fossato come un ubriaco, farfuglio cose pazze come un forsennato? È questa la via, anima mia? Mi ribolle il sangue, e potrei strozzarti, se solo ti potessi acciuffare. Tu tessi intorno a me la tenebra più fitta, e io sono come un matto imprigionato nella tua rete. Ma voglio che tu m'insegni".
Ma l'anima mi parlò, dicendomi: "Il mio è un sentiero di luce".
Replicai sdegnato: "Chiami luce quello che noi uomini definiamo la peggiore delle tenebre? Chiami giorno la notte?".
A questo punto l'anima rispose con parole che mi mossero all'ira: "La mia luce non è di questo mondo".
Gridai: "Dell'altro mondo non so niente!".
L'anima rispose: "E non dovrebbe esistere soltanto perché tu non ne sai niente?".


(Carl Gustav Jung; "Il libro rosso")

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