sabato 10 dicembre 2022

Il mio diario è come una foglia

Il mio diario è quella parte di me che altrimenti andrebbe perduta e sprecata, quelle spigolature sul campo che raccolgo durante l'azione. Non voglio vivere per esso, bensì scriverlo per le divinità. Sono loro i miei corrispondenti, ai quali ogni giorno invio una comunicazione preaffrancata. Sono l'impiegato di uno studio contabile e ogni sera trascrivo le mie annotazioni dal registro giornaliero al libro mastro. Il mio diario è come una foglia che pende sulla mia testa mentre cammino: tiro verso di me il ramoscello e scrivo su di essa le mie preghiere, e quando lo lascio andare lui torna di scatto nella sua posizione e mostra al cielo i miei scarabocchi. Come se il mio diario non fosse nascosto nel cassetto della mia scrivania, bensì pubblico come qualsiasi altra foglia in Natura. Lungo la riva del fiume è un papiro, nei pascoli è la cartapecora, e sulle colline è una pergamena. Lo trovo ovunque, libero come le foglie che ricoprono i viali in autunno. Il corvo, l'oca e l'aquila mi prestano una penna, e il vento soffia via le foglie man mano che avanzo. E se l'immaginazione non mi sostiene, e si impantana nella melma e nel fango, allora scrivo con un giunco.
Quasi sempre si tratta di appunti improvvisati per ricordare eventi accidentali - per me importanti quanto un terremoto o un'eclissi.


(Henry David Thoreau; "Io cammino da solo")

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