venerdì 21 ottobre 2022

Ci sono molte Beth al mondo

Trascorreva lunghe giornate in silenzio, ma non si annoiava né si sentiva sola, perché il suo piccolo mondo era popolato di amici immaginari, e per natura era un'apina laboriosa. Aveva sei bambole da tirar su dal letto e vestire ogni mattina. Beth era infatti ancora una bambina, e amava moltissimo i giochi. Tra le sue bambole non ce n'era nemmeno una che fosse tutta intera, o graziosa: erano state abbandonate e lei le aveva raccolte. Quando le più grandi non usavano più i loro giochi, li passavano sempre a lei, perché Amy non voleva niente di vecchio o brutto. Beth, invece, voleva loro ancora più bene proprio per quella ragione, e aveva messo su un ospedale per le bambole malate. Mai le loro viscere di pezza erano state trafitte da uno spillo; mai avevano subito parole adirate o strattoni; mai erano state trascurate, nemmeno la più brutta tra loro. Venivano tutte nutrite e vestite, cullate e accarezzate, con un affetto davvero incredibile.
Uno sventurato rimasuglio di quello che era stata una bambola era appartenuto un tempo a Jo. Dopo avere condotto una vita tempestosa, era finita in un sacco di stracci, e Beth l'aveva salvata da quello scomodo ospizio, portandola al suo rifugio. Poiché le mancava la parte superiore della testa, Beth le aveva confezionato una cuffietta, e dato che non aveva più né braccia né gambe, la bambina nascondeva il corpo mutilato avvolgendolo in una copertina. A quell'invalida cronica dedicava tutte le sue attenzioni. Se qualcuno si fosse mai accorto di quanta cura fosse consacrata a quella bambolina, penso che, pur ridendone, sarebbe rimasto toccato nel profondo del cuore. Beth le portava mazzolini di fiori; le leggeva delle storie; la portava fuori per farle respirare l'aria fresca, nascondendola sotto il mantello; le cantava delle ninne nanne, e non andava mai a letto senza prima baciare quel visetto sporco e sussurrare teneramente: "Buonanotte, povera piccolina".
(...)
Ci sono molte Beth al mondo, che se ne stanno sedute nel loro angolino, timide e silenziose, finché qualcuno non ha bisogno di loro. Si sacrificano per gli altri in modo tanto lieto che nessuno si accorge delle loro rinunce, fino al momento in cui il piccolo grillo accanto al focolare smette di cantare e la loro presenza dolce e solare svanisce, lasciando soltanto tenebre e silenzio.


(Louisa May Alcott; "Piccole donne")

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