sabato 20 agosto 2022

Tu che non sei mai uscito dal tuo recinto...

Tu che non sei mai uscito dal tuo recinto,
sei mai stato al cancello nella malinconia
a guardare su sentieri sognanti
la sera nel blu sfumare via?

Non era forse un assaggio di lacrime mai piante
come fuoco che sulla tua lingua ardeva,
quando sull’inesplorata via
un sole rosso sangue si dissolveva?

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Du som aldrig gått ut ur ditt trädgårdsland,
har du nånsin i längtan vid gallret stått
och sett hur på drömmande stigar
kvällen förtonat i blått?

Var det icke en försmak av ogråtna tårar
som liksom en eld på din tunga brann,
när över vägar du aldrig gått
en blodröd sol försvann?


(Edith Irene Södergran)

Anche i fiori di u

anche i fiori di u
sono bianchi: nel mezzo della notte
la via lattea

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u no hana mo
shiroshi yonaka no
ama-no-gawa


(Ikenishi Gonsui)

Risalire le genealogie di questi alti dolori umani

E quella volta, alla sua mente di monomaniaco non aveva mancato di balenare che tutta l'angoscia dell'attuale sofferenza altro non era che la conseguenza diretta di un dolore precedente (...) Infatti, pensava Achab, poiché anche le più eccelse felicità terrene celano sempre in sé qualcosa di insignificante e di meschino, e invece tutti i dolori veramente sentiti hanno una misteriosa significanza e in certi uomini una grandiosità da arcangelo, ripercorrendone con diligenza la traccia l'ovvia deduzione non si smentisce. Risalire le genealogie di questi alti dolori umani ci porta infine tra le primogeniture senza fonte degli dèi; e così, dinanzi a tutti i soli che lieti maturano il fieno, dinanzi alle tonde lune della mietitura coi loro cimbali soavi, è giocoforza ammettere questo, che nemmeno gli dèi sono eternamente felici. L'incancellabile marchio della tristezza innato sulla fronte dell'uomo non è che l'impronta di dolore di chi lo imprime. (...) quando si trattava delle zone più profonde di Achab, ogni rivelazione portava seco più una significativa oscurità che non la luce della spiegazione.


(Herman Melville; "Moby Dick")

Invito alla danza


 

L'anima in attesa

Sono sola tra gli alberi al lago,
vivo in amicizia con i vecchi abeti a riva
e in segreta intesa con tutti i giovani sorbi.
Sola, sto distesa ad aspettare,
non ho visto passare nessuno.
Grandi fiori mi guardano dall’alto di
lunghi steli,
pungenti rampicanti mi strisciano sul grembo,
ho un solo nome per tutto, ed è amore.

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Jag är allena bland träden vid sjön,
jag lever i vänskap med strandens gamla granar
och i hemligt samförstånd med alla unga rönnar.
Allena ligger jag och väntar,
ingen människa har jag sett gå förbi.
Stora blommor blicka ned på mig från höga stjälkar,
bittra slingerväxter krypa i min famn,
jag har ett enda namn för allt, och det är kärlek.


(Edith Irene Södergran)