In momenti simili, sotto un fievole sole, galleggiando tutto il giorno sul lento rigonfiarsi di lisce ondate, a sedere nella lancia leggera come una canoa di betulla che tanto cordialmente si mischia ai molli flutti che come gatti domestici vengono a farle le fusa contro il capo di banda: sono questi i momenti di quiete sognante in cui, mirando la bellezza splendente e tranquilla della pelle dell'oceano, si dimentica il cuore di tigre che vi pulsa sotto e non si vorrebbe mai rammentare che questa zampa di velluto non nasconde altro che un artiglio spietato. Sono questi i momenti in cui, nella sua lancia, il giramondo si sente dentro, sommessa, una certa tenerezza filiale, fiduciosa, terrestre verso il mare e lo considera come una gran landa in fiore; e la nave lontana che mostra soltanto le cime degli alberi sembra aprirsi la strada non attraverso il rollare di grandi onde, ma attraverso l'erba alta d'un ondeggiante prateria: come quando i cavalli degli emigranti nel West mostrano soltanto le orecchie dritte, mentre i corpi procedono nascosti nel vasto guado di quello stupendo verde. Le allungate valli vergini; i fianchi dei colli tinti di mite azzurro, mentre su tutto aleggia un silenzio, un ronzio; ci sarebbe quasi da giurare che ragazzi stanchi del gioco giacciano addormentati in queste solitudini, in uno di quei lieti maggi in cui si colgono i fiori dei boschi. E tutto questo si mescola allo stato d'animo più mistico, sì che realtà e fantasia, incontrandosi a mezza strada, si compenetrano per formare una cosa sola.
(Herman Melville; "Moby Dick")
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