Però, anche se non possiamo fornir prove e conferme, possiamo sempre fare ipotesi. La mia ipotesi è la seguente: la sfiatata altro non è che nebbia. Mettendo da parte altri motivi, sono indotto a questa conclusione da considerazioni relative alla gran dignità e sublimità intrinseca al capodoglio; lo considero un essere né comune né superficiale inquantoché è indiscutibile che non lo si trovi mai nei bassifondi o presso le coste, dove capita talvolta di trovare tutte le altre balene. Esso è grave e profondo. E io sono certo che dalla testa di tutti gli esseri gravi e profondi come Platone, Pirrone, il Diavolo, Giove, Dante e così via si levi sempre un certo vapore semivisibile nel mentre pensano fondi pensieri.
(...) E quanto eleva nobilmente il nostro concetto del mostro possente e nebuloso l'osservarlo mentre naviga solenne nella bonaccia di un mare tropicale, con la testa vasta e mite sovrastata da un baldacchino di vapore prodotto dalle sue incomunicabili meditazioni, con quel vapore, come a volte capita di vedere, glorificato da un arcobaleno, quasi che il Cielo stesso avesse impresso il suo sigillo su quei pensieri! Giacché, vedete, gli arcobaleni non visitano l'aria limpida; irraggiano soltanto i vapori. E così, di tra le spesse nebbie dei foschi dubbi della mia mente, s'affacciano di tanto in tanto intuizioni divine che incendiano la mia foschia d'un raggio celeste. E di questo ringrazio Iddio; giacché tutti hanno dubbi, molti negano; ma, nel dubbio o nel diniego, pochi tra loro hanno intuizioni. Dubbi su tutte le cose terrene, e intuizioni di alcune cose celesti: questa unione non produce né un credente né un miscredente, ma un uomo che considera con occhio uguale questo e quello.
(Herman Melville; "Moby Dick")
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