domenica 5 novembre 2017

Perché non era la conoscenza che lei desiderava, ma l'unità

Seduta per terra, abbracciata alle ginocchia della signora Ramsay, più vicina possibile, sorridendo al pensiero che la signora Ramsay non avrebbe mai saputo la ragione di quella stretta, immaginò che nelle stanze della mente e del cuore della donna con la quale era materialmente a contatto vi fossero, come i tesori delle tombe dei re, lapidi recanti iscrizioni sacre, che a saperle leggere dicevano ogni verità, ma che non venivano mai offerte apertamente, mai rese pubbliche. Quale arte, nota all'amore o all'astuzia, era necessaria per penetrare quelle stanze segrete? Quale artificio era necessario per diventare, come acque travasate in una stessa brocca, una sola cosa inestricabile con l'oggetto di adorazione? Poteva il corpo raggiungere tale traguardo, o la mente, insinuandosi scaltra nei meandri intricati del cervello? Oppure il cuore? Poteva l'amore, come lo chiamava la gente, rendere una sola cosa lei e la signora Ramsay? Perché non era la conoscenza che lei desiderava, ma l'unità, non le iscrizioni sulle lapidi, niente che si potesse scrivere in una lingua nota agli uomini, ma l'intimità, che è poi sapienza, aveva pensato appoggiando la testa sulle ginocchia della signora Ramsay.


(Virginia Woolf; "Gita al faro")

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