mercoledì 14 giugno 2017

Domenica 23 marzo, le quattro

È tutto sbagliato un'altra volta. "Io voglio qualcosa e non so che cosa". Di nuovo mi sento presa da una grandissima irrequietezza e ansia di ricerca, tutto è in tensione nella mia testa. Penso con una certa invidia alle ultime due domeniche: le giornate si stendevano dinanzi a me come grandi, aperte pianure che potevo attraversare liberamente, erano prospettive ampie e sgombre. E ora mi ritrovo in mezzo agli arbusti.

Tutto è cominciato ieri sera, quando l'irrequietezza ha preso a salirmi dentro da ogni parte come i vapori da una palude. Volevo fare un po' di filosofia - ma no, meglio quel saggio su Guerra e pace, oppure no, Alfred Adler è più adatto al mio umore. E poi ho finito per leggere quella storia d'amore indù. Ma stavo semplicemente lottando contro  una naturale spossatezza a cui mi sono saggiamente arresa, alla fine. E stamattina sembrava che andasse bene per un po'. Ma mentre pedalavo per l'Apollolaan è ricominciata quella scontentezza, quel cercare irrequieto e sentire il vuoto dietro le cose, sentire che la vita non trova un suo compimento ma è un rimescolio senza costrutto. E in questo momento sono nella palude. E neppure il pensiero che anche questo passa, dopo tutto, riesce a darmi un po' di pace.


(Etty Hillesum; "Diario")

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