Tutto quello che un giorno sarà forse possibile a molti, può ora già preparare e costruire il solitario con le sue mani meno maldestre. Perciò, amate la vostra solitudine e sopportate il dolore che essa vi procaccia con lamento armonioso. Ché quelli che vi sono vicini, voi dite, vi sono lontani, e ciò mostra che intorno a voi comincia a stendersi lo spazio. E se la vostra vicinanza è lontana, allora la vostra vastità è già sotto le stelle e molto grande; rallegratevi della vostra crescita, in cui non potete menare alcuno, e siate buono verso quelli che rimangono indietro, e sicuro e tranquillo, di fronte a loro, e non li tormentate con i vostri dubbi e non li sgomentate con la vostra fiducia o allegrezza, che essi non potrebbero comprendere. Cercatevi una qualche piana e fida comunione con loro, che non deva necessariamente mutarsi, se voi stesso via via divenite altro, amate in essi la vita in una forma estranea e abbiate indulgenza... La vostra solitudine vi sarà sostegno e patria anche in mezzo a circostanze molto estranee, e dal suo seno troverete voi tutti i vostri cammini. Tutti i miei auguri sono pronti ad accompagnarvi e la mia fiducia è con voi.
Il vostro,
Rainer Maria Rilke
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